New York, 12 giugno 2024 – Il prezzo del petrolio ha chiuso oggi in rialzo alla Borsa di New York, guadagnando lo 0,55% e arrivando a 60,48 dollari al barile. Un incremento modesto, ma che riflette bene le tensioni e le aspettative che ancora spingono i mercati energetici internazionali. La giornata è partita con qualche oscillazione tranquilla, per poi vedere un aumento costante nelle ore pomeridiane.
Petrolio in rialzo: cosa sta spingendo i prezzi
Gli operatori di Wall Street indicano una doppia spinta dietro questo rialzo: da un lato, la previsione di una domanda in ripresa nei prossimi mesi; dall’altro, i dubbi sulle forniture in alcune zone chiave. “Il mercato tiene d’occhio i dati sulle scorte negli Stati Uniti e le mosse dell’OPEC”, spiega un analista di JP Morgan contattato nel tardo pomeriggio. Negli ultimi giorni, i report dell’Energy Information Administration hanno mostrato una leggera diminuzione delle riserve americane, un segnale che di solito fa salire i prezzi.
Non è tutto. A influire oggi sono state anche le parole arrivate da Vienna, dove l’OPEC+ – il gruppo che riunisce i maggiori produttori mondiali – ha lasciato intendere che potrebbe prolungare i tagli alla produzione anche nel prossimo trimestre. Fonti vicine alla questione parlano di una scelta pensata per “mantenere i prezzi stabili in un mercato ancora fragile”.
Mercati ed economie: chi sente l’effetto del petrolio più caro
L’aumento del prezzo del greggio si fa sentire subito su più fronti. A New York, il settore energetico ha chiuso la giornata in positivo: titoli come ExxonMobil e Chevron hanno messo a segno rialzi tra lo 0,7% e l’1%. Più cauti i trasporti, che guardano con preoccupazione all’impatto sui costi. “Ogni aumento si traduce in maggiori spese per noi”, ammette un portavoce della compagnia aerea Delta Airlines.
In Europa, invece, le reazioni sono state più contenute. Sui mercati di Londra e Francoforte gli indici sono rimasti stabili, senza grandi scossoni. Gli esperti ricordano che il prezzo di oggi – 60,48 dollari al barile – resta comunque lontano dai livelli toccati lo scorso anno, quando il Brent aveva superato gli 80 dollari.
Estate a rischio? Le previsioni per i prossimi mesi
Ora tutti guardano all’estate. Secondo l’Agenzia Internazionale dell’Energia, la domanda globale dovrebbe crescere nei mesi caldi, soprattutto grazie ai consumi in Usa e Asia. “Ci aspettiamo una ripresa graduale”, ha detto Fatih Birol, direttore esecutivo dell’AIE, durante una conferenza stampa a Parigi. Resta però molta incertezza: dall’andamento dell’economia cinese alle tensioni geopolitiche in Medio Oriente.
Da tenere d’occhio anche il cambio dollaro-euro. Un dollaro più forte rende il petrolio più caro per chi compra in altre valute. “È un dettaglio che può fare la differenza”, avverte un trader della City di Londra.
Che cosa significa per consumatori e imprese
Per gli italiani, il rialzo del prezzo del petrolio potrebbe tradursi in aumenti alla pompa nelle prossime settimane. Le associazioni dei consumatori invitano a restare cauti: “Seguiamo con attenzione l’andamento dei carburanti”, spiega Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori. In alcune stazioni di Milano e Roma, già oggi si sono visti piccoli aumenti.
Anche le imprese del manifatturiero e i trasportatori restano all’erta. “Ogni centesimo in più pesa sui nostri bilanci”, racconta il titolare di una ditta di autotrasporti in Lombardia. Per ora, però, non si vedono effetti a catena sui prezzi al dettaglio.
Un mercato in bilico, il futuro resta incerto
Insomma, la chiusura in rialzo del petrolio a New York – con il barile a 60,48 dollari – dà un segnale di fiducia, ma con prudenza. Il quadro è ancora instabile: tra variabili economiche e scelte dei grandi produttori, il mercato dell’energia resta su un terreno scivoloso. Solo nelle prossime settimane capiremo se questo rialzo sarà duraturo o solo un rimbalzo momentaneo.
 
 