Pil dell’Eurozona in crescita: +0,2% nel terzo trimestre del 2025

Pil dell'Eurozona in crescita: +0,2% nel terzo trimestre del 2025

Pil dell'Eurozona in crescita: +0,2% nel terzo trimestre del 2025

Giada Liguori

Ottobre 30, 2025

Bruxelles, 31 ottobre 2025 – Nel terzo trimestre del 2025, l’economia dell’area euro ha messo a segno una crescita contenuta. Secondo i dati preliminari diffusi oggi da Eurostat, il PIL destagionalizzato è salito dello 0,2% rispetto ai tre mesi precedenti. Nell’Unione europea, invece, l’aumento si è fermato allo 0,3%. Un passo avanti rispetto al secondo trimestre – quando la crescita era stata dello 0,1% nell’Eurozona e dello 0,2% nell’Ue a 27 – ma resta una ripresa molto cauta.

Pil in crescita, l’Italia fa un passo avanti

Nel dettaglio, l’Italia registra risultati leggermente migliori rispetto alla media dell’Eurozona. A settembre, il tasso di disoccupazione si è fermato al 6,1%, stabile rispetto ad agosto e in linea con lo stesso periodo dello scorso anno. Dalla foto scattata da Eurostat emerge un’Europa divisa: da una parte Paesi come Cechia e Malta, con la disoccupazione più bassa (3%), seguiti da Slovenia (3,1%) e Bulgaria (3,5%). Dall’altra, nazioni come Spagna (10,5%), Finlandia (9,8%) e Svezia (8,7%) dove trovare lavoro è ancora una sfida.

Gli esperti di Bruxelles parlano di un quadro ancora fragile ma con qualche segnale positivo. “La stabilità della disoccupazione mostra una certa tenuta del mercato del lavoro europeo”, ha detto una fonte della Commissione. Tuttavia, il PIL resta lontano dai livelli pre-pandemia.

Disoccupazione stabile, Nord e Sud Europa agli antipodi

A settembre, il tasso di disoccupazione nell’area euro si è mantenuto al 6,3%, invariato rispetto ad agosto e a settembre 2024. Nell’intera Unione europea il dato è rimasto al 6%, stabile su base mensile ma in leggero aumento rispetto al 5,9% di un anno fa.

Le differenze tra i Paesi sono evidenti. In Cechia e Malta, la disoccupazione tocca il minimo europeo (3%), mentre in Spagna supera ancora il 10%. L’Italia, con il suo 6,1%, si posiziona poco sotto la media dell’Eurozona. “Il mercato del lavoro italiano tiene”, ha commentato un funzionario del Ministero dell’Economia, “ma permangono problemi soprattutto tra i giovani e nel Mezzogiorno”.

Fiducia in leggera ripresa ma ancora sotto la media

A ottobre, gli indicatori di fiducia economica e occupazionale hanno mostrato qualche segno di miglioramento, sia nell’Unione europea sia nell’Eurozona. L’Economic Sentiment Indicator (Esi) è salito di un punto nell’Ue (a 96,7) e di 1,2 punti nell’area euro (a 96,8). Anche l’indice delle aspettative occupazionali (Eei) ha fatto un piccolo passo avanti: +0,6 punti nell’Ue (97,7) e +0,4 punti nell’Eurozona (96,9) rispetto a settembre.

Nonostante questo recupero, entrambi gli indici restano sotto la soglia dei 100 punti, che rappresenta la media storica. “La fiducia migliora, ma non è ancora tornata ai livelli di prima della crisi”, ha ammesso un portavoce della Commissione europea.

Prospettive incerte tra inflazione e tensioni internazionali

Gli economisti invitano a non abbassare la guardia. La crescita del PIL resta debole e i prossimi mesi saranno condizionati dall’andamento dell’inflazione e dalle tensioni geopolitiche. “Le incertezze a livello internazionale potrebbero frenare la ripresa”, ha osservato un analista di Bruxelles.

In questo scenario, la Commissione europea sottolinea l’importanza di azioni comuni per sostenere l’occupazione e rilanciare gli investimenti. Solo così – spiegano fonti comunitarie – si potrà parlare davvero di ripresa. Intanto, i dati Eurostat mostrano un’Europa che cresce lentamente, senza scosse ma anche senza spunti decisivi.