Pil in stallo nel terzo trimestre: previsioni di crescita a +0,5% per il 2025

Pil in stallo nel terzo trimestre: previsioni di crescita a +0,5% per il 2025

Pil in stallo nel terzo trimestre: previsioni di crescita a +0,5% per il 2025

Giada Liguori

Ottobre 30, 2025

Roma, 30 ottobre 2025 – L’Istat ha appena comunicato che nel terzo trimestre del 2025 il Prodotto interno lordo italiano è rimasto praticamente fermo rispetto ai tre mesi precedenti. Su base annua, però, si registra una crescita dello 0,4%. Un segnale modesto, ma che conferma come l’economia italiana tenga nonostante le molte incertezze e le tensioni sui mercati globali. La crescita prevista per l’intero anno, sempre secondo l’istituto di statistica, si attesta allo 0,5%.

Pil fermo nel terzo trimestre, l’Istat: una pausa nell’incertezza

Questa mattina alle 10.30 l’Istat ha diffuso i dati, mettendo in chiaro che il Pil, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, non ha registrato variazioni rispetto al trimestre precedente. Guardando invece all’anno scorso, la crescita è dello 0,4%. Un dato che, dicono gli analisti, racconta di una fase di stabilità dopo mesi di alti e bassi e previsioni prudenti.

Gli economisti, dalle prime valutazioni, non si sono detti sorpresi. “Non ci sono novità – ha spiegato un funzionario del Ministero dell’Economia – il quadro resta fragile, ma per ora non si vedono peggioramenti”. La crescita acquisita per il 2025 si ferma allo 0,5%: poco, certo, ma sufficiente a dimostrare che il sistema produttivo italiano regge nonostante le difficoltà esterne.

Le parole di Panetta (Bankitalia): “L’economia italiana resiste”

A margine della conferenza stampa dopo la riunione della Banca centrale europea sui tassi, il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, ha commentato i numeri dell’Istat. “Il Pil fermo era previsto e non cambia le nostre previsioni”, ha detto rispondendo ai giornalisti. Panetta ha sottolineato come l’economia italiana abbia mostrato “resistenza” di fronte a diversi shock, dai dazi alle tensioni geopolitiche.

“Abbiamo attraversato mesi difficili – ha aggiunto – ma il sistema produttivo ha saputo adattarsi. La crescita è debole, ma per ora non si vede una recessione in arrivo”. Parole che trovano eco anche in altri osservatori istituzionali. Un dirigente della Commissione europea, contattato nel primo pomeriggio, ha confermato: “Il dato conferma la prudenza delle nostre previsioni”.

Un’Italia che tiene in un’Europa in crescita lenta

L’economia italiana si muove in un contesto europeo dove la crescita è debole e l’inflazione resta sopra gli obiettivi della Bce. Secondo Eurostat, anche l’area euro nel terzo trimestre ha segnato numeri simili a quelli italiani. In questo scenario, la tenuta del Pil italiano è vista come un segnale di stabilità, anche se molto dipenderà dall’andamento dei mercati dell’energia e dalle tensioni commerciali globali.

Gli esperti delle banche d’affari mettono in luce una domanda interna ancora debole, mentre le esportazioni risentono delle difficoltà nei mercati principali. “Il settore manifatturiero soffre ancora”, spiega un economista di Intesa Sanpaolo. “Solo una ripresa degli investimenti potrà dare una spinta più forte nei prossimi mesi”.

Governo e imprese sotto pressione: le sfide sul tavolo

Per l’esecutivo guidato da Giorgia Meloni, il dato Istat conferma le difficoltà già emerse nei mesi scorsi. Palazzo Chigi segue con attenzione l’andamento degli indicatori economici. “Siamo consapevoli delle sfide che ci aspettano”, ha detto un portavoce del governo. Tra le priorità del Ministero dell’Economia ci sono il rilancio degli investimenti, sia pubblici che privati, e il sostegno alla domanda interna.

Le associazioni di categoria chiedono misure concrete per far ripartire le aziende. Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, durante un incontro a Milano, ha sottolineato: “Serve una strategia chiara per far crescere il Paese. Le imprese vogliono certezze sulle regole e un fisco meno pesante”.

Stabilità con molte incognite per il futuro

Insomma, il Pil italiano nel terzo trimestre del 2025 racconta di un’economia che resiste ma fatica a decollare. La crescita acquisita dello 0,5% lascia aperti molti dubbi su cosa aspettarsi nei prossimi mesi. Sarà solo con nuove misure e l’evolversi degli eventi esterni che capiremo se questa tenuta potrà trasformarsi in una vera ripresa o se la stagnazione resterà il tratto principale del nostro futuro prossimo.