Salvini chiarisce: nessun scontro sul Ponte, pronti a fornire informazioni

Salvini chiarisce: nessun scontro sul Ponte, pronti a fornire informazioni

Salvini chiarisce: nessun scontro sul Ponte, pronti a fornire informazioni

Matteo Rigamonti

Ottobre 30, 2025

Roma, 13 giugno 2024 – Il futuro del Ponte sullo Stretto di Messina torna a far discutere. Questa mattina a Palazzo Chigi si sono incontrati la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, i vicepresidenti Matteo Salvini e Antonio Tajani, insieme ai sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari. L’incontro, convocato per aggiornarsi sul progetto, arriva a poche ore dalla delibera della Corte dei Conti, che ha sollevato alcune riserve sull’opera. Il governo, ha chiarito Salvini, aspetterà di leggere le motivazioni ufficiali prima di entrare nel dettaglio delle risposte.

Corte dei Conti: si aspetta il testo completo

Dopo la riunione, da Palazzo Chigi è arrivata una nota chiara: si attenderà la pubblicazione delle motivazioni della delibera della Corte dei Conti adottata ieri. Solo dopo averle studiate con attenzione, il governo risponderà punto per punto, usando tutti gli strumenti a disposizione. La linea resta però salda: il progetto va avanti. È considerato un’opera strategica, condivisa da tutta la maggioranza.

Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha ribadito a margine: “Non vogliamo scontri tra poteri dello Stato. Forniremo tutte le informazioni richieste. Ci lavoro da tre anni, continuerò per altri tre anni e due mesi. Gli ingegneri dicono che in sette anni l’Italia avrà un’opera unica al mondo, quindi va bene così”. Salvini ha toccato anche il tema dei tempi, da sempre uno scoglio: “Se ne parla da un secolo. Per me il tempo è denaro, ma voglio rispettare ogni prescrizione, ogni riflessione”.

Economia e possibili ritardi: la posizione della società

Sul fronte economico, l’amministratore delegato di Stretto di Messina, Pietro Ciucci, ha risposto alle domande dei giornalisti sui rischi legati ai possibili ritardi. “Non siamo fermi, anzi. La società è piccola, conta circa 100 persone. Non stiamo parlando di costi esorbitanti. Un ritardo di uno o due mesi rientra nelle normali tempistiche. Se invece dovessero arrivare stop più lunghi, potrebbero complicare i rapporti con l’impresa e richiedere una revisione dei costi. Il prezzo è aggiornato al 2023, ma se si parte a fine 2026, i numeri potrebbero cambiare”.

Ciucci ha anche sottolineato che la società è pronta a fornire tutta la documentazione richiesta: “Non vedo quale documento o adempimento possa bloccare tutto e causare ritardi seri. I rapporti con l’Europa vanno avanti da almeno due anni. Ci sono state lettere e interlocuzioni su impatto ambientale e applicazione della direttiva Ue sul 50%. I contratti sono stati rifirmati. Non possiamo però discutere sulle modalità di invio della documentazione”.

Bruxelles resta in gioco, si attende la prossima mossa

Il confronto con Bruxelles è ancora aperto. Ciucci ha spiegato: “Fatico a capire quali rilievi abbiano portato a questa decisione, visto che abbiamo già risposto. Quando avremo le motivazioni ufficiali, non avremo problemi a fornire altri documenti o chiarimenti per superare questo stallo”.

Secondo i vertici di Stretto di Messina, la società continua a lavorare secondo il piano previsto. Ma tra i tecnici cresce la preoccupazione: ogni ulteriore ritardo potrebbe far salire i costi finali. Un elemento da non sottovalutare, soprattutto pensando alle prossime gare d’appalto e ai rapporti con i partner industriali.

Un progetto che divide da oltre un secolo

Il Ponte sullo Stretto è un tema che attraversa la storia italiana da più di cento anni. Solo negli ultimi vent’anni si sono susseguiti annunci, stop e ripartenze. Ora il governo Meloni vuole superare gli ultimi ostacoli posti dalla magistratura contabile e dall’Unione europea. La partita è ancora aperta. Nei prossimi giorni arriveranno le motivazioni della Corte dei Conti. Solo allora si capirà se il cronoprogramma reggerà o se serviranno nuovi aggiustamenti.