Bologna, 13 giugno 2024 – Un’anziana di 81 anni, Leda Stupazzoni, è finita in manette questa mattina a Castel d’Aiano, sull’Appennino bolognese, con l’accusa di aver ucciso il marito Roberto Berti quasi un anno fa, nella loro casa. Gli investigatori ritengono che la donna abbia provato a far passare la morte dell’uomo per un incidente domestico. Ma fin dai primi accertamenti qualcosa non tornava. Oggi è scattato l’arresto per omicidio volontario.
Dall’incidente al sospetto: la svolta nelle indagini
La mattina del 23 novembre 2023, intorno alle 8, Leda Stupazzoni aveva chiamato il 118 dicendo che il marito era caduto dal tetto di casa. I soccorsi sono arrivati in fretta in via Ca’ di Berna, trovando Roberto Berti a terra, con ferite profonde alla testa e al collo. La donna, visibilmente scossa, ha raccontato che l’uomo era salito per sistemare alcune tegole, ma aveva perso l’equilibrio cadendo su un vaso di terracotta.
Ma i carabinieri del nucleo investigativo di Bologna e della compagnia di Vergato hanno subito notato delle incongruenze. Sul corpo della vittima c’erano almeno quaranta ferite da taglio: potevano essere provocate dai cocci del vaso, certo, ma erano distribuite in modo strano. “Non è stata una semplice caduta”, ha detto uno degli investigatori. E non finisce qui: la scena presentava altri dettagli strani, come segni di trascinamento sul pavimento, stivaletti insanguinati trovati in bagno e una ferita alla mano di Stupazzoni.
Le prove che inchiodano e le parole della donna
Nei mesi successivi, la procura di Bologna ha fatto eseguire vari accertamenti. L’autopsia ha stabilito che le ferite erano causate da un oggetto tagliente e non da una caduta accidentale. Sui cocci del vaso è stato trovato anche il sangue della donna, un elemento che ha complicato ulteriormente la sua posizione. “La versione data dalla signora non coincideva con i fatti”, ha spiegato una fonte vicina all’inchiesta.
Nonostante tutto, Leda Stupazzoni – difesa dall’avvocata Valentina Di Loreto – si è sempre dichiarata innocente. “Non ho fatto nulla”, ha ripetuto più volte durante gli interrogatori. Ma le indagini hanno disegnato un quadro chiaro: secondo gli inquirenti, la donna avrebbe colpito il marito durante una lite, cercando poi di far sembrare tutto un incidente per ingannare gli investigatori.
Un matrimonio difficile e il possibile movente
Resta da capire perché sia successo. Secondo alcuni vicini, Roberto Berti era noto per il suo carattere duro e autoritario con la moglie. “A volte la trattava male, ma nessuno si aspettava una cosa simile”, ha detto una vicina. Non risultano denunce ufficiali per maltrattamenti, ma gli inquirenti sospettano che la tensione in famiglia fosse alta da tempo.
Ora gli investigatori cercano di ricostruire gli ultimi mesi della coppia. L’ipotesi è che anni di litigi e umiliazioni abbiano spinto la donna a reagire in modo violento, forse in un momento di esasperazione. “Non ci sono elementi che facciano pensare a una premeditazione”, ha aggiunto una fonte giudiziaria, “ma i fatti parlano chiaro sulla sua responsabilità”.
Cosa succederà adesso
Leda Stupazzoni è in carcere alla Dozza di Bologna, in attesa dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip. Il suo avvocato ha già annunciato che chiederà la scarcerazione. Intanto, la procura continua a scavare per chiarire ogni dettaglio. Castel d’Aiano è sotto choc, tra incredulità e domande che restano aperte. “Mai avremmo pensato che potesse succedere una cosa così qui”, ha detto un commerciante del paese.
Solo nelle prossime settimane si capirà se ci saranno nuovi elementi per completare il quadro dei rapporti tra marito e moglie e scoprire cosa abbia veramente portato alla tragedia di Roberto Berti.
