Roma, 11 giugno 2024 – Maria Rosaria Boccia, imprenditrice di Pompei, è finita nel registro degli indagati dalla Procura di Roma per il caso dell’audio privato tra l’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e la moglie Federica Corsini, trasmesso da Report lo scorso ottobre. L’indagine, che coinvolge anche un giornalista, riguarda l’accusa di interferenze illecite nella vita privata. Il giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo del file audio e ha ordinato la sua rimozione dai profili social di Boccia e da un sito di informazione campano.
Il sequestro dell’audio e le mosse della magistratura
La vicenda ha preso una piega giudiziaria dopo l’esposto di Sangiuliano, che ha denunciato la diffusione della conversazione privata. Dagli atti emerge che il file era stato registrato direttamente dal cellulare di Boccia e poi trasmesso da Report, scatenando una serie di reazioni a livello mediatico e istituzionale. Il Garante della privacy aveva già multato la Rai con 150mila euro per la messa in onda dell’audio, giudicata una violazione delle norme deontologiche. Ora la questione passa al penale: la magistratura contesta a Boccia e al giornalista la diffusione non autorizzata.
Il giudice ha ordinato la rimozione immediata dell’audio dai canali digitali legati a Boccia e da un sito di informazione locale. Il provvedimento segue la linea del Garante, ma si inserisce in un nuovo procedimento penale nato dall’esposto dell’ex ministro.
Boccia replica: “Sangiuliano teme la verità”
Non si è fatta attendere la risposta di Maria Rosaria Boccia, che ieri sera ha affidato ai social il suo sfogo: «Ieri sera ho subito l’ennesimo atto aggressivo da parte del sistema», ha scritto. L’imprenditrice ha spiegato che i messaggi e le registrazioni delle conversazioni con Sangiuliano – materiale già sequestrato in precedenza – sono stati di nuovo acquisiti dagli inquirenti. «Tutto materiale utile per la mia difesa rispetto alla “famiglia” Sangiuliano», ha aggiunto, precisando che le registrazioni erano state autorizzate dall’ex ministro stesso.
Boccia ha poi accusato Sangiuliano: «Questo materiale oggi scotta solo perché l’ex ministro teme la verità». E ancora: «Come sembra emergere dalle inchieste recenti, fa pressione per continuare a mettermi in cattiva luce». Un riferimento chiaro anche al clima politico che si respira in vista delle prossime elezioni regionali in Campania, dove entrambi sono candidati – lei con Dimensione Bandecchi, lui con Fratelli d’Italia – e dove si voterà il 23 e 24 novembre.
Lo scandalo dell’audio privato e le critiche a Report
La messa in onda dell’audio privato aveva subito sollevato polemiche, con molte critiche a Report per aver trasmesso la conversazione tra Sangiuliano e la moglie Corsini, in cui quest’ultima appariva contrariata per il rapporto tra il marito e Boccia. L’11 dicembre scorso, Sangiuliano e Corsini avevano presentato querela contro Rai e la trasmissione, accusando i giornalisti di violazione della privacy.
Secondo le prime ricostruzioni, l’audio era stato registrato dal telefono di Boccia durante una conversazione con l’ex ministro. Il file sarebbe poi finito nelle mani della redazione di Report, che lo ha mandato in onda in una puntata dedicata al caso. Da quel momento la vicenda è diventata un caso di dibattito pubblico sulla tutela della privacy e sui limiti del diritto di cronaca.
La politica entra in gioco: cosa succede adesso
L’indagine si intreccia con la campagna elettorale in Campania, dove Boccia e Sangiuliano sono protagonisti e si sfidano per un posto importante. La storia dell’audio rischia di pesare sulle loro candidature, alimentando sospetti e tensioni tra le due parti. Intanto, il sequestro del file e le indagini sulle presunte interferenze illecite aprono un nuovo capitolo nella lunga disputa tra i protagonisti.
Ora resta da vedere come andrà avanti la vicenda nelle prossime settimane. La Procura di Roma continua a fare accertamenti, mentre i protagonisti si preparano a confrontarsi sia in tribunale sia nelle urne. Nel frattempo, il caso continua a tenere alta l’attenzione nel dibattito pubblico nazionale.
 
 