Milano, 7 giugno 2024 – La procura di Brescia ha acceso i riflettori su movimenti di denaro sospetti e su conversazioni intercettate tra Giuseppe Sempio e la moglie Daniela Ferrari, genitori di Andrea Sempio, unico indagato nell’indagine bis sul caso di Garlasco. Al centro dell’inchiesta ci sono presunte somme versate per condizionare il lavoro dei magistrati nel 2017. Sempio e l’ex procuratore Mario Venditti sono ora iscritti nel registro degli indagati con l’ipotesi di corruzione in atti giudiziari.
Le intercettazioni che fanno rumore
Dalle intercettazioni, trasmesse anche dalla trasmissione “Ignoto X” su La7, emergono ripetute domande di Giuseppe Sempio su come prelevare grosse somme in contanti. “Perché non posso ritirare 10mila euro in contanti?”, chiede al telefono alla moglie. Daniela Ferrari, con un tono pratico, gli spiega: “Per pagamenti sopra i 3mila euro devi fare l’assegno”. Il nodo è proprio la tracciabilità dei soldi. “L’assegno resta, puoi dire che è un regalo. I contanti li puoi far sparire senza lasciare tracce…”, aggiunge lei, sottolineando i limiti imposti dalla legge sui pagamenti in contanti.
Secondo gli investigatori, queste conversazioni si inseriscono in un quadro più ampio fatto di movimenti di denaro non giustificati, biglietti nascosti e dialoghi che lasciano intendere un tentativo di aggirare i controlli bancari. Le cifre al centro dell’attenzione si aggirano tra i 20 e i 30mila euro, che Venditti avrebbe ricevuto direttamente, per un totale stimato di circa 60mila euro.
Il rapporto teso con il procuratore Venditti
Durante le intercettazioni, Giuseppe Sempio parla anche di Mario Venditti, allora procuratore aggiunto di Pavia. “Non mi piaceva sto Venditti”, confida alla moglie, riferendosi all’interrogatorio del 2017. Daniela Ferrari lo difende: “Dice che sia un antimafia di quelli bravi”. Ma Sempio resta scettico: “Sarà un antimafia, però due anni fermo…”. Poco dopo, ammette però: “Però se ha fatto le domande dalla nostra parte…”. Gli inquirenti vedono in questo passaggio un possibile legame con il fatto che la famiglia Sempio conoscesse in anticipo le domande che sarebbero state rivolte ad Andrea durante l’interrogatorio del 10 febbraio 2017.
Dichiarazioni che non chiariscono
A complicare la posizione di Giuseppe Sempio ci sono anche le sue risposte durante l’interrogatorio del 26 settembre scorso. Alla domanda sui soldi, ha detto: “Pagavamo in contanti, gli avvocati ogni volta che c’erano novità ci chiamavano e ci dicevano di portare, per la volta successiva, due o tremila euro”. Ha aggiunto di non essere esperto e di essersi affidato agli avvocati Massimo Lovati, Federico Soldani e Simone Grassi. Tuttavia, su altri punti chiave – come le risposte anticipate o la gestione del denaro – ha spesso risposto con un “non so” o “non saprei dire”, lasciando parecchi dubbi aperti.
Le mosse della procura nei prossimi giorni
Nei prossimi giorni la procura di Brescia dovrebbe sentire i tre ex avvocati della famiglia Sempio e l’ex sostituto procuratore generale Laura Barbaini. Secondo quanto ricostruito, Barbaini avrebbe inviato a Venditti due documenti su carta intestata, datati 17 e 23 gennaio 2017, mai protocollati ufficialmente. In quei documenti ci sarebbero indicazioni e suggerimenti sul fascicolo che Venditti stava seguendo contro Andrea Sempio. Due mesi dopo, il gip Fabio Lambertucci ha archiviato il caso.
La vicenda è ancora molto complessa. Gli inquirenti cercano di capire se davvero ci sia stato un passaggio illecito di soldi per influenzare le indagini sul caso Garlasco. Al momento, tra intercettazioni, versioni contrastanti e documenti mai ufficializzati, il quadro resta tutto da decifrare.
 
 