Il rivoluzionario Sentinel-1D: il nuovo occhio europeo per monitorare la Terra

Il rivoluzionario Sentinel-1D: il nuovo occhio europeo per monitorare la Terra

Il rivoluzionario Sentinel-1D: il nuovo occhio europeo per monitorare la Terra

Giada Liguori

Ottobre 31, 2025

Parigi, 2 novembre 2024 – Il conto alla rovescia è partito. Il prossimo 4 novembre, alle 22.02 ora italiana, dalla base spaziale europea di Kourou, in Guyana francese, decollerà il nuovo satellite Sentinel-1D. Il suo compito? Rafforzare la sorveglianza europea sulla Terra. A spingerlo in orbita sarà un razzo Ariane 6, un momento decisivo per il programma Copernicus – la più grande iniziativa europea dedicata all’osservazione del nostro pianeta, promossa dalla Commissione europea e dall’Agenzia Spaziale Europea (ESA).

Sentinel-1D, un occhio sempre aperto sul pianeta

Sentinel-1D arriva con una tecnologia di punta: un radar ad apertura sintetica che può scattare immagini della Terra in qualsiasi condizione, di giorno e di notte, senza badare al tempo. Un vantaggio non da poco, dicono gli ingegneri di Thales Alenia Space, che ha guidato un consorzio di oltre 60 aziende nella sua costruzione. “Poter monitorare il pianeta senza pause, senza farsi fermare da nuvole o oscurità, è un salto in avanti enorme per chi si occupa di emergenze e ricerca scientifica”, spiega Mauro Facchini, responsabile per Copernicus alla Commissione europea.

Dalla deforestazione alle catastrofi: dove serve Sentinel-1D

Le immagini di Sentinel-1D serviranno a tenere d’occhio i movimenti del suolo, il cambiamento dei ghiacci polari, la deforestazione, le fuoriuscite di petrolio in mare e gli eventi climatici estremi come uragani e alluvioni. Il satellite orbiterà a circa 700 chilometri sopra la Terra, su un’orbita polare, garantendo una copertura globale e dati aggiornati velocemente. “Questi strumenti sono ormai indispensabili per prevenire disastri naturali e per monitorare l’ambiente”, ha ricordato Facchini durante una conferenza stampa a Bruxelles.

Addio a Sentinel-1A, benvenuto Sentinel-1D

Con l’arrivo di Sentinel-1D, il programma Copernicus si prepara a salutare uno dei suoi pionieri: il satellite Sentinel-1A, in servizio dal 2014, che dopo undici anni andrà in pensione. In questo tempo, Sentinel-1A ha fornito dati preziosi su frane, alluvioni e cambiamenti climatici, supportando missioni di soccorso e studi scientifici. “Abbiamo imparato tanto da Sentinel-1A, ma ora è tempo di fare un passo avanti”, commenta un tecnico ESA presente a Kourou. Il nuovo satellite eredita la stessa missione, ma con strumenti aggiornati e una capacità di trasmissione dati più alta.

Copernicus, un colosso europeo che non si ferma

Oggi il programma Copernicus conta ben 11 satelliti operativi e produce una mole impressionante di dati: circa 25mila miliardi di byte ogni giorno, secondo la Commissione europea. Questi dati sono messi a disposizione gratuitamente di ricercatori, enti pubblici e aziende, aiutando a sviluppare soluzioni in agricoltura, sicurezza civile e gestione delle risorse naturali. “L’Europa resta un punto di riferimento mondiale nell’osservazione della Terra”, sottolinea Facchini, ricordando come il modello Copernicus sia preso ad esempio anche da altre agenzie spaziali.

Prossimi lanci: la corsa continua

La marcia europea verso lo spazio non si ferma qui. Dopo Sentinel-1D, nei prossimi mesi sono previsti altri otto lanci. Il prossimo è fissato per il 17 novembre con il satellite Sentinel-6B, che rinforzerà ulteriormente la costellazione Copernicus. “Stiamo lavorando per offrire una copertura più capillare e dati ancora più precisi”, spiega un portavoce ESA raggiunto al telefono nel pomeriggio.

L’industria spaziale europea, tra innovazione e lavoro di squadra

Dietro ogni lancio c’è un complesso sistema industriale: oltre a Thales Alenia Space, sono coinvolte aziende come Airbus Defence and Space, Leonardo e tante piccole e medie imprese specializzate. La collaborazione tra pubblico e privato è uno dei segreti del successo europeo nello spazio. “Solo così possiamo competere con giganti come Stati Uniti e Cina”, confida un dirigente ESA durante una visita negli stabilimenti torinesi.

Il conto alla rovescia a Kourou scorre veloce. I tecnici controllano ogni dettaglio – dai pannelli solari ai sistemi di comunicazione – mentre l’Europa si prepara a guardare la Terra con occhi sempre più attenti e tecnologicamente all’avanguardia.