Scoperte sorprendenti: batteri ‘impossibili’ nell’Artico e il loro impatto sul clima

Scoperte sorprendenti: batteri 'impossibili' nell'Artico e il loro impatto sul clima

Scoperte sorprendenti: batteri 'impossibili' nell'Artico e il loro impatto sul clima

Giada Liguori

Ottobre 31, 2025

Copenaghen, 12 giugno 2024 – Sotto i ghiacci dell’Artico, in condizioni che fino a poco tempo fa sembravano impossibili, vivono batteri capaci di fissare l’azoto gassoso presente nell’acqua, rendendolo disponibile per le alghe. Questa scoperta, pubblicata sulla rivista Communications Earth & Environment da un gruppo di biologi dell’Università di Copenhagen, potrebbe rivoluzionare il modo in cui pensiamo alla catena alimentare marina e al bilancio del carbonio nell’Artico. Secondo gli studiosi, lo scioglimento dei ghiacci causato dal riscaldamento globale potrebbe favorire la diffusione di questi microrganismi, con effetti ancora tutti da capire.

Batteri sotto il ghiaccio: una sorpresa inattesa

Fino ad ora, si credeva che la fissazione dell’azoto non potesse avvenire sotto il ghiaccio marino. Le condizioni estreme – temperature bassissime, luce quasi assente e scarsità di nutrienti – sembravano escludere la presenza di organismi in grado di compiere questo processo. Ma le analisi fatte su campioni presi nell’Oceano Artico centrale e nell’Artico eurasiatico raccontano un’altra storia. “Pensavamo fosse impossibile, invece ci siamo sbagliati”, ha ammesso Lisa W. von Friesen, prima autrice dello studio ed ex dottoranda presso il Dipartimento di biologia dell’Università di Copenhagen.

I ricercatori hanno trovato una comunità di microbi diazotrofi non-cianobatteri, che fissano l’azoto ma non fanno fotosintesi. Questi microrganismi si trovano soprattutto ai margini del ghiaccio, dove le condizioni sono meno rigide rispetto al centro della banchisa.

Cosa cambia per la catena alimentare e il clima

La presenza di questi batteri fa pensare che la quantità di azoto disponibile nell’Oceano Artico sia stata finora sottovalutata. “Potrebbe esserci più azoto di quanto si immaginasse, e quindi anche la produzione di alghe potrebbe essere maggiore”, spiega von Friesen. L’azoto è un nutriente chiave per le alghe, che stanno alla base della catena alimentare marina artica. Più azoto vuol dire più alghe, e quindi più cibo per gli animali che si trovano ai livelli superiori della catena.

Lasse Riemann, professore e coordinatore dello studio, sottolinea come questa scoperta possa influire anche sul bilancio globale del carbonio: “Se le alghe crescono di più, l’Oceano Artico potrà assorbire più CO2, perché più biomassa significa più carbonio legato”. Però Riemann mette in guardia: “I sistemi naturali sono molto complessi. Non possiamo ancora dire se l’effetto finale sarà positivo per il clima. Ci potrebbero essere altri fattori che spingono nella direzione opposta”.

Scioglimento dei ghiacci: cosa ci aspetta

Il riscaldamento globale sta cambiando velocemente l’Artico. Negli ultimi anni, la superficie dei ghiacci marini si sta riducendo a un ritmo mai visto prima. Questo potrebbe aiutare i batteri fissatori di azoto a diffondersi, soprattutto lungo i margini del ghiaccio, dove l’ambiente è meno ostile.

Gli autori dello studio sottolineano che la fissazione dell’azoto va inserita nei modelli che cercano di prevedere il futuro dell’Oceano Artico. “Dobbiamo aggiornare le nostre previsioni”, dice Riemann. “Solo così potremo capire davvero cosa succederà nei prossimi decenni con il declino del ghiaccio”.

Un nuovo pezzo nel mosaico artico

Scoprire questi batteri sotto i ghiacci artici apre nuove strade alla ricerca. Non solo mette in discussione alcune certezze, ma mostra che l’ecosistema artico è più attivo e resistente di quanto si pensasse. Resta però un punto da chiarire: quale sarà l’impatto complessivo di questi microrganismi sul clima globale e sulla vita marina? Una cosa è certa: l’Artico continua a sorprendere, anche sotto la sua superficie ghiacciata.