Parigi, 6 giugno 2024 – Una nuova sonda ecografica messa a punto dall’Istituto di fisica per la medicina di Parigi (Inserm) promette di cambiare radicalmente il modo di diagnosticare le malattie vascolari. Il dispositivo, presentato oggi su Nature Communications, riesce a mappare il flusso sanguigno di un intero organo in 4D: cioè nelle tre dimensioni dello spazio più il tempo. I primi test, fatti su cuore, rene e fegato di animali con organi simili a quelli umani, mostrano immagini con una chiarezza mai vista prima.
Dentro gli organi, a vedere ogni piccolo vaso
Nel laboratorio di Parigi, i ricercatori hanno provato la nuova sonda ecografica su organi animali, riuscendo a vedere la microcircolazione anche nei vasi più piccoli, sotto i 100 micrometri. Un dettaglio che finora era sfuggito agli strumenti classici. Nel caso del fegato, la tecnologia ha permesso di distinguere le tre reti sanguigne principali – arteriosa, venosa e portale – grazie alle loro caratteristiche uniche nel flusso. “La novità sta nel fatto che queste immagini ci fanno vedere i vasi di un organo intero, anche quelli piccolissimi”, spiega Clément Papadacci, che ha coordinato lo studio. “Una risoluzione 4D senza precedenti, con la possibilità di osservare un organo grande e come cambia il flusso nel tempo”.
Dai test sugli animali ai primi passi sull’uomo
Finora si è lavorato solo su modelli animali, ma è solo il primo passo. Gli scienziati dell’Inserm stanno già preparando i primi esperimenti clinici sull’uomo, puntando a migliorare la diagnosi delle malattie legate alla circolazione. “La sonda può essere collegata a apparecchiature portatili”, aggiunge Papadacci, “così potrebbe entrare nella pratica medica quotidiana”. Un aspetto importante: la portabilità potrebbe far sì che la tecnologia venga usata anche in ospedali con meno risorse o in situazioni d’emergenza.
Diagnosi più precise, monitoraggio migliore
Secondo i ricercatori, questa nuova tecnologia non invasiva potrebbe diventare uno strumento chiave per capire meglio come scorre il sangue nei vasi, dai più grandi fino alle arteriole più piccole. In pratica, permetterebbe ai medici di vedere in tempo reale il flusso sanguigno dentro un organo e scovare blocchi o anomalie, anche nei vasi più sottili. “Potrebbe migliorare la diagnosi dei problemi nel microcircolo e aiutare a controllare i trattamenti per le malattie dei piccoli vasi”, sottolinea Papadacci. Problemi spesso difficili da riconoscere e diagnosticare.
Un futuro che si fa strada per la medicina vascolare
La pubblicazione su una rivista di prestigio come Nature Communications conferma l’interesse internazionale per questa novità. I prossimi mesi saranno decisivi: solo con i dati clinici sull’uomo si capirà davvero quanto questa sonda potrà cambiare la pratica quotidiana. Nel frattempo, all’Inserm si respira un cauto ottimismo. “Siamo solo all’inizio”, ammette uno dei ricercatori, “ma le potenzialità sono chiare”. Se i risultati si confermeranno anche sugli esseri umani, la diagnosi delle malattie vascolari potrebbe fare un salto di qualità. E con essa, forse, anche il modo in cui si affrontano molte malattie croniche.
Per ora resta la curiosità – e una concreta attesa – tra medici e pazienti: una sonda capace di mostrare il sangue che scorre dentro gli organi, in quattro dimensioni, non si era mai vista prima.
 
 