Roma, 10 giugno 2024 – Agostino Ghiglia, membro del collegio del Garante della Privacy, ha lanciato un appello chiaro: vuole confrontarsi faccia a faccia con Sigfrido Ranucci, il volto di Report, dopo la polemica scoppiata per la sanzione inflitta alla trasmissione Rai. Intervistato da La Stampa, Ghiglia ha ribadito la sua richiesta di un “contraddittorio in diretta”, sottolineando il suo diritto di raccontare la propria versione. Tutto ruota attorno a una visita di Ghiglia nella sede di Fratelli d’Italia, poco prima della decisione sulla multa a Report, episodio che ha scatenato dubbi e acceso il dibattito pubblico.
Ghiglia sfida Ranucci: “Voglio un confronto in diretta, non può tirarsi indietro”
“Insisto con Ranucci: voglio un confronto in diretta. Non può continuare a rifiutare, anche io ho diritto a spiegarmi”, ha detto Ghiglia, pronto a mettere in chiaro le ragioni della sanzione. Secondo lui, la trasmissione ha diffuso una telefonata privata senza che ci fosse “l’urgenza indispensabile” per farlo. “A Report si sentono intoccabili. Ma noi non li abbiamo mai messi su quel piedistallo”, ha aggiunto, chiarendo di essere rimasto sorpreso dalla reazione della redazione Rai.
Durante l’intervista, Ghiglia ha usato un’immagine forte: “Mi sento da solo contro ‘la Bestia’ di Ranucci”, riferendosi ironicamente alla macchina social di Salvini. “Le chiedo di riportare bene il senso della frase”, ha detto al giornalista, lasciando intravedere la tensione che si è creata attorno alla vicenda, sia a livello personale sia istituzionale.
Nessuno dalla politica: “Solo funzionari e colleghi mi hanno sostenuto”
Un aspetto che Ghiglia non nasconde è la mancanza di sostegno dalla politica. “Nessuno mi ha chiamato, nemmeno dalla sinistra”, ha confidato. “Invece sono arrivati messaggi da avvocati, funzionari e colleghi dell’ufficio”. Un silenzio che, per lui, è la prova più chiara di quanto sia distante dalla politica attiva. “Un messaggino me lo sarei aspettato”, ha ammesso, lasciando trasparire una certa delusione.
L’incontro con Arianna Meloni e i tempi della sanzione
Riguardo al presunto incontro con Arianna Meloni nella sede di Fratelli d’Italia, Ghiglia ha spiegato così: “L’ho incontrata per caso, abbiamo parlato dei bambini. Ci conosciamo da trent’anni”. Ha raccontato di essere passato da Italo Bocchino per motivi legati alla presentazione di un libro e di essersi fermato con Meloni solo pochi minuti. “Il reclamo ha impiegato 375 giorni a essere definito, non c’è stata nessuna corsia preferenziale”, ha precisato, scartando ogni accusa di favoritismi.
Le intercettazioni e il ruolo nella sanzione
Ghiglia è tornato anche sulle intercettazioni emerse in un’inchiesta su una Asl, dove una manager avrebbe promesso di intervenire per una multa a suo favore. “Carla Fasson è la moglie di mio cugino. Non mi ha mai chiamato per chiedere nulla o parlare di quella storia”, ha chiarito. Ha aggiunto che il relatore della sanzione era il presidente del collegio e che lui stesso non ricorda nemmeno se ha preso parte al voto finale.
Rapporti con Fratelli d’Italia e la mail di Sangiuliano
Sul suo passato politico, Ghiglia ha detto: “Non ho più alcun rapporto con Fratelli d’Italia. Il mio ruolo nel collegio del Garante mi impone una forte indipendenza”. Però ha ammesso che se dovesse incontrare qualcuno con cui ha condiviso esperienze politiche, non si tirerebbe indietro dal saluto.
Un episodio a parte riguarda una mail ricevuta dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. “Forse non siamo stati abbastanza freddi”, ha commentato Ghiglia, riferendosi a quel messaggio amichevole. “Lui poteva evitare di scrivermi, io potevo non rispondere. Nulla di più”.
Pedinamenti e querele in arrivo
Ghiglia ha denunciato anche di essere stato seguito da giornalisti: “Sono stato pedinato come una maldestra pantera rosa, ed è una cosa gravissima”. Si è chiesto come la redazione fosse già a conoscenza della sanzione due giorni prima dell’annuncio ufficiale.
Poi l’annuncio: “Sto valutando con i miei avvocati se procedere con querele, perché rischio di dover pagare due legali: il mio e, con il mio canone, anche quello di Report”. E ha ribadito l’appello a Ranucci: “Insisto: voglio un confronto in diretta. Anche io ho diritto a un contraddittorio”.
La vicenda è tutt’altro che chiusa. Intanto, il dibattito sulla trasparenza delle istituzioni e sul ruolo dell’informazione pubblica resta al centro dell’attenzione nel panorama politico e mediatico italiano.
