Roma, 10 giugno 2024 – Un video sui social, un fucile in mano e una minaccia diretta al sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. È la reazione di Silvio Hilic, noto online come Silvio Silvietto, dopo la demolizione della sua villa abusiva a Rocca Cencia, alla periferia est della Capitale. L’intervento del Comune, avvenuto pochi giorni fa, fa parte di un’azione contro gli immobili legati al clan sinti Komarov-Hilicic, ritenuto vicino ai Casamonica. Nel video, Hilic – vestito di scuro, con un cappellino rosso e un fucile d’assalto in mano – dice chiaro e tondo: «Mi hai buttato giù casa, ora tocca a te».
Minacce sui social dopo la demolizione della villa abusiva
Il video dura pochi secondi, ma il messaggio non lascia dubbi. «Questo è per te, sindaco, e per la tua famiglia. Lo Stato non mi fa paura», scrive Hilic su Facebook e Instagram. Non è un episodio isolato: secondo la polizia, il giovane – già conosciuto con vari soprannomi – è cresciuto proprio in quella villa di via Arzachena. Una casa occupata da più di vent’anni, finita spesso nel mirino per abusivismo edilizio e legami con attività illecite. La Procura di Tivoli ha aperto un fascicolo per minacce aggravate e detenzione illegale di armi.
Tre giorni prima del video, all’alba, le forze dell’ordine avevano sgomberato e demolito due villette nella stessa zona. Durante l’operazione – riferiscono dalla Questura – sono state identificate 33 persone legate alle famiglie Komarov e Hilicic. Tra statue dorate, palme di plastica e arredi in stile rococò, emerge un quadro di una realtà difficile da scalfire. Dopo lo sgombero, sui social sono spuntati numerosi post di protesta, fino al messaggio minaccioso di Hilic.
Reazioni politiche e istituzionali
La vicenda ha subito acceso il dibattito politico. Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha espresso «vicinanza al sindaco e alla sua famiglia», sottolineando che «le istituzioni non si fanno intimidire». Anche l’assessore al Patrimonio del Comune, Tobia Zevi, ha definito il gesto «vile», assicurando che «non scalfisce la determinazione delle istituzioni». Il presidente del VI Municipio, Nicola Franco, ha ricordato che «quei clan hanno spadroneggiato per anni, ma ora lo Stato reagisce unito».
Nel quartiere di Rocca Cencia la tensione è ancora alta. I residenti raccontano di aver visto le ruspe arrivare poco dopo le 7 del mattino. «Non era mai successo prima», dice una donna che abita vicino alle villette demolite. Tra paura e sollievo, qualcuno commenta: «Era ora che qualcuno intervenisse».
La risposta di Gualtieri
In serata è arrivata la replica ufficiale del sindaco. Roberto Gualtieri ha confermato la linea dura contro le infiltrazioni criminali: «Le minacce non cambiano di una virgola il nostro impegno contro le mafie. Continueremo a restituire ai cittadini gli spazi occupati dalla criminalità e a rendere Roma più sicura e giusta», si legge nella nota diffusa dal Campidoglio.
Fonti vicine al sindaco riferiscono che la sua sicurezza è stata rafforzata nelle ultime ore. La Prefettura segue con attenzione l’evolversi della situazione. «Non ci fermeremo davanti alle intimidazioni», ha detto un funzionario del Comune.
Chi è Silvio Hilic e cosa c’è dietro le indagini
Silvio Hilic, 28 anni secondo i documenti in mano alla polizia, è considerato una figura di rilievo tra i giovani legati ai clan sinti nell’est di Roma. Il suo nome è comparso più volte in indagini per reati legati all’abusivismo edilizio e alla gestione illegale di immobili. La villa sgomberata era stata costruita senza permessi e già sotto ordine di demolizione.
Gli investigatori spiegano che l’operazione è solo il primo passo di un piano più ampio contro le occupazioni abusive nelle periferie romane. «Non ci saranno zone franche», assicura un inquirente.
La Procura di Tivoli continua a indagare sulle minacce rivolte a Gualtieri e sull’arma mostrata nel video. Per ora nessun arresto, ma gli accertamenti proseguono. Nel frattempo, la città osserva da vicino: la battaglia tra legalità e criminalità organizzata si gioca anche su questi gesti, tra social network e strade di periferia.
