Il mistero del clochard anonimo a Milano: gli abitanti chiedono di conoscerlo

Il mistero del clochard anonimo a Milano: gli abitanti chiedono di conoscerlo

Il mistero del clochard anonimo a Milano: gli abitanti chiedono di conoscerlo

Matteo Rigamonti

Novembre 1, 2025

Milano, 31 ottobre – Un uomo senza nome è stato trovato morto tre giorni fa su un marciapiede di Niguarda, quartiere a nord di Milano che ospita uno dei più grandi ospedali del Nord Italia. Nessun documento, nessun parente, nessuna storia. Il corpo di un senza fissa dimora, probabilmente di origine africana, è stato notato da un’infermiera dell’ospedale che, passando, lo ha visto immobile e ha chiamato i soccorsi. Ancora oggi, 31 ottobre, la sua identità è un mistero. Eppure, in quella mattina qualunque, la sua morte ha scosso il quartiere.

Una morte senza nome che fa rumore

«Una persona morta che nessuno conosceva, com’è possibile?», si chiede Mirko Mazzali, assessore del Municipio 9, parlando con l’AGI. L’appello è chiaro e diretto: qualcuno parli, racconti chi era quell’uomo, da dove veniva, perché si trovava lì. Nel gruppo social del quartiere e tra i passanti di via Ornato – dove il corpo è stato trovato poco dopo le 8 del mattino – c’è chi ha chiesto una preghiera e chi ha ammesso di non averlo mai visto. Savina Perchinelli, attiva nell’assistenza ai più fragili, sottolinea: «Ci sono tante persone a rischio, soprattutto con l’inverno che arriva, a causa dell’emergenza abitativa». Un problema che a Milano pesa sempre di più.

Milano e la crisi della casa: una bomba a orologeria

La mancanza di una casa a Milano non è una sorpresa. I dati del Comune parlano chiaro: più di 3.000 persone vivono in strada o in condizioni precarie. L’edilizia sociale non riesce a tenere il passo con la domanda e, come ricorda Perchinelli, «casi come questo rischiano di diventare la norma». Solo pochi giorni fa, un uomo di 71 anni si è tolto la vita a Sesto San Giovanni dopo aver ricevuto lo sfratto. «Sarebbe importante – aggiunge Mazzali – che qualcuno che lo conosceva o magari lo aveva aiutato si facesse avanti e raccontasse qualcosa. Perché una morte senza nome pesa il doppio».

Cosa è successo davvero?

L’uomo non aveva documenti. Polizia locale e 118 confermano che si trattava di una persona di origine africana, sconosciuta nel quartiere. Nessun segno di violenza. I primi accertamenti parlano di un malore improvviso, forse dopo aver vomitato. La causa della morte è stata definita “naturale”. Ma tra chi vive a Niguarda resta il sospetto che la vera causa sia stata l’indifferenza. «Non lo conosceva nessuno», racconta un commerciante. «Passava spesso di qui, ma non chiedeva mai niente».

Ricordare per non dimenticare

Nel quartiere si sente un senso di colpa diffuso. Qualcuno ha lasciato un fiore sul marciapiede dove è stato trovato il corpo. Altri hanno acceso una candela la sera stessa. «Non possiamo permettere che una persona muoia così, senza che nessuno sappia chi fosse», confida una residente. Il Municipio 9 sta pensando a una breve commemorazione pubblica nei prossimi giorni. «Solo per ricordare che dietro ogni storia c’è una persona», spiega Mazzali.

Milano si interroga sulla solitudine

La storia di questo clochard senza nome riporta al centro il tema della solitudine in città e della fragilità sociale. A Milano, secondo le associazioni che aiutano i senza dimora, sono almeno 13 le persone morte in strada dall’inizio dell’anno. La maggior parte senza un’identità certa. «Serve un impegno di tutti per non lasciare nessuno indietro», dice Perchinelli. Solo così – forse – queste storie potranno avere un volto e non finire nel silenzio.

Milano, ancora una volta, si ritrova a fare i conti con chi vive ai margini. E con una domanda semplice ma dolorosa: quanto vale davvero una vita senza nome?