Media, i tre corpi non appartengono a ostaggi israeliani: la verità svelata

Media, i tre corpi non appartengono a ostaggi israeliani: la verità svelata

Media, i tre corpi non appartengono a ostaggi israeliani: la verità svelata

Matteo Rigamonti

Novembre 1, 2025

Tel Aviv, 8 giugno 2024 – I resti di tre persone consegnati da Hamas a Israele nelle ultime ore, tramite la mediazione della Croce Rossa Internazionale, non appartengono a cittadini israeliani presi in ostaggio. A confermarlo sono state le autorità israeliane nella notte, dopo una serie di accertamenti all’Istituto di Medicina Legale Abu Kabir. La notizia è stata data dal Times of Israel e dal Jerusalem Post, che riportano fonti ufficiali impegnate nell’identificazione.

La Croce Rossa al centro della restituzione

La consegna è avvenuta tra venerdì e sabato, in una zona non specificata lungo il confine tra la Striscia di Gaza e Israele. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa (CICR) ha fatto sapere di aver agito come “intermediario neutrale”, su richiesta e con l’ok di entrambe le parti. “Questa sera abbiamo assistito alla restituzione dei resti di tre corpi alle autorità israeliane. Spetta ora a loro procedere con le identificazioni”, recita la nota del CICR diffusa poco dopo le 22.

Le Forze di Difesa Israeliane (IDF) hanno preso in consegna i resti, trasferendoli subito all’istituto forense di Tel Aviv. Hamas, secondo i media locali, non ha fornito dettagli sull’identità o la provenienza dei corpi. Una scelta che, spiegano fonti diplomatiche israeliane, rende più difficile il lavoro degli esperti.

Test del DNA: nessun ostaggio israeliano tra i resti consegnati

I risultati delle analisi genetiche sono arrivati sabato mattina. Gli specialisti dell’Istituto Abu Kabir, principale centro forense del Paese, hanno escluso che i resti appartengano a ostaggi israeliani ancora dispersi o uccisi nei mesi scorsi. “I test del DNA non corrispondono ai profili degli ostaggi noti”, ha spiegato una fonte interna all’istituto al Jerusalem Post.

La notizia è stata comunicata alle famiglie degli ostaggi ancora in mano a Hamas, che nelle ultime settimane chiedevano aggiornamenti sulle trattative per la liberazione e la restituzione dei corpi. “Siamo sollevati che non si tratti dei nostri cari, ma il dolore resta”, ha detto una parente di uno degli ostaggi al quotidiano Haaretz.

I corpi di Cooper e Baruch restituiti pochi giorni fa

Giovedì sera, sempre attraverso la Croce Rossa, Hamas aveva riconsegnato i corpi di Amiram Cooper e Sahar Baruch, due ostaggi israeliani uccisi durante la prigionia a Gaza. In quel caso l’identificazione è stata veloce, grazie ai dati biometrici già in possesso delle autorità israeliane. La restituzione aveva provocato forti emozioni tra i familiari e acceso il dibattito pubblico sulla sorte degli altri ostaggi.

Secondo dati ufficiali del governo israeliano, sarebbero almeno 120 le persone ancora prigioniere di Hamas o di altri gruppi armati palestinesi nella Striscia. Le trattative per il rilascio vanno avanti a fasi alterne, con la mediazione di Egitto, Qatar e Stati Uniti.

Un quadro ancora confuso sulle vittime

La consegna di resti parziali, senza indicazioni certe, aumenta l’incertezza sul numero reale delle vittime e sul destino degli scomparsi. “Non sappiamo chi siano queste persone – ha ammesso un funzionario della sicurezza israeliana – ma continueremo a lavorare per dare un nome e una storia a ogni corpo restituito”.

Intanto la tensione rimane alta al confine tra Israele e Gaza. Le famiglie degli ostaggi chiedono risposte chiare e veloci. Il governo israeliano ribadisce il suo impegno a riportare a casa tutti i cittadini ancora dispersi o prigionieri.

L’identificazione prosegue. La Croce Rossa conferma la disponibilità a facilitare altre restituzioni nei prossimi giorni, se richiesto. Per ora, però, nessun nuovo passaggio ufficiale è stato annunciato.