Milano, 6 giugno 2024 – Un falso agente di viaggi è stato condannato ieri dalla VI sezione del Tribunale di Milano a 2 anni e 3 mesi di carcere, oltre al pagamento di un risarcimento di 40 mila euro alle parti civili. L’uomo è stato riconosciuto colpevole di aver truffato quattro clienti, tra cui una coppia in viaggio di nozze. Già noto alle forze dell’ordine, vanta un lungo curriculum di reati: otto condanne accumulate e pene che superano i dieci anni. Eppure, nonostante tutto, il truffatore è ancora a piede libero.
Un passato segnato da reati continui
Durante il processo è emerso che il presunto agente – un uomo di mezza età dell’hinterland milanese, il cui nome è coperto per privacy – incassava soldi in anticipo per biglietti aerei e prenotazioni alberghiere mai realmente comprati. Tra le vittime, proprio quella giovane coppia che si era affidata a lui per la luna di miele. “Ci siamo fidati, sembrava tutto in regola. Solo dopo abbiamo capito di essere stati truffati”, ha raccontato la donna in aula.
Le indagini hanno ricostruito una lunga serie di precedenti penali. La prima condanna risale al 2015 per calunnia, seguita nel 2018 da un’accusa di insolvenza fraudolenta. Nel 2021 è stato condannato per indebito uso di carte di credito, nel 2022 per la prima truffa accertata. Nel 2023 sono arrivati altri due provvedimenti: uno per omessa dichiarazione dei redditi, l’altro per falso. C’è poi un’altra truffa che lo ha portato in tribunale lo scorso anno, in attesa di essere iscritta nel casellario.
Il paradosso: condanne accumulate, ma nessun carcere
Nonostante le pene accumulate – oltre 10 anni e 2 mesi secondo la cancelleria – il falso agente non è in carcere. Una situazione che ha lasciato basiti sia le vittime sia i magistrati. “È difficile capire come possa essere ancora libero con questo passato”, ha detto uno degli avvocati delle parti offese. La spiegazione va cercata nei meccanismi della giustizia italiana: tra ricorsi, sospensioni e tempi lunghi per le notifiche, l’esecuzione delle condanne può tardare anche molto.
Il caso era già finito sotto i riflettori grazie a Striscia la Notizia, che aveva raccolto le testimonianze di chi è stato ingannato. Ieri la vicenda è tornata al centro dell’attenzione dopo la sentenza del tribunale di Milano, rilanciata anche dal Corriere della Sera.
Le vittime chiedono risposte, la giustizia resta lenta
Alcune delle vittime, che hanno preferito non comparire in aula, hanno espresso tutta la loro frustrazione per la lentezza della giustizia. “Abbiamo perso soldi e fiducia”, ha detto uno dei clienti truffati. “Non capisco come possa continuare a farla franca”. Il giudice ha riconosciuto il danno morale subito dalle parti civili, stabilendo un risarcimento totale di 40 mila euro.
Secondo gli investigatori, il truffatore usava sempre lo stesso metodo: prometteva viaggi a prezzi convenienti, chiedeva anticipi in contanti o bonifico e poi spariva. Solo dopo molte denunce le autorità sono riuscite a mettere insieme tutti i pezzi della sua attività criminale.
Un caso che fa riflettere sul sistema giudiziario
Questa vicenda riapre la discussione sulla capacità della giustizia di far rispettare davvero le condanne. “Serve un cambiamento serio per evitare che certi soggetti restino impuniti”, ha commentato un magistrato milanese fuori dall’aula. Per ora, però, il falso agente resta libero: una presenza che inquieta chi è stato truffato e chi teme di poter essere il prossimo.
In attesa che la giustizia faccia il suo corso – tra notifiche, ricorsi e possibili arresti – resta una domanda che pesa: quanto dovranno aspettare le vittime prima di vedere applicata davvero una sentenza? E soprattutto: quanti altri rischiano di cadere nella rete del falso agente?
