Vienna, 2 giugno 2024 – L’Opec+ si prepara a un nuovo, contenuto aumento della produzione di petrolio, il terzo di fila, dicono due delegati che parteciperanno all’incontro online di domani. L’innalzamento, anticipato da fonti vicine al dossier e riportato da Bloomberg, dovrebbe aggirarsi intorno ai 130mila barili al giorno. L’obiettivo del cartello – che comprende paesi come Algeria, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kazakistan, Oman e Russia – è arrivare a una produzione totale di 1,66 milioni di barili al giorno.
Opec+ punta a un altro piccolo aumento
La riunione di domani si terrà in video conferenza, spiegano fonti interne. Un segnale di prudenza da parte dei produttori, che vogliono muoversi con cautela in questo momento delicato. “La situazione è ancora incerta”, ha detto un delegato saudita, “ma l’idea è quella di fare aggiustamenti graduali e misurati”. Il nuovo aumento di 130mila barili segue quelli di settembre e ottobre, entrambi intorno ai 137mila barili.
Il quadro internazionale resta complicato: la domanda è debole e ci sono tensioni geopolitiche che pesano sulle scelte. Poche settimane fa l’Arabia Saudita ha ribadito l’importanza di “mantenere la stabilità del mercato”, sottolineando come le decisioni dell’Opec+ siano “un bilanciamento delicato tra esigenze interne e dinamiche mondiali”.
Mercati fermi, prezzi sotto controllo
Nonostante l’attesa per la nuova decisione, i mercati hanno reagito con calma nell’ultima settimana. Il petrolio Wti ha chiuso venerdì poco sotto i 61 dollari al barile (60,98 dollari, con un lieve +0,68%), mentre il Brent, riferimento per il greggio europeo, si è fermato a 64,77 dollari (+0,62%). Numeri che mostrano una fase di calma dopo mesi di forti oscillazioni.
Per alcuni analisti di Londra, il mercato “ha già messo in conto” questi piccoli aumenti. “Non prevediamo scossoni”, spiega un trader della City, “finché l’Opec+ manterrà questa politica di passi piccoli e controllati”. Restano però occhi puntati su Russia ed Emirati Arabi Uniti, tra i membri più influenti del gruppo.
Le strategie per i prossimi mesi
Il tetto di 1,66 milioni di barili al giorno è un compromesso tra chi dipende molto dalle esportazioni e chi vuole evitare un eccesso di offerta. In passato, decisioni più nette avevano fatto salire i prezzi e acceso tensioni interne. Ora il clima sembra più calmo. “Sappiamo che ogni passo deve essere ben valutato”, confida un funzionario iracheno.
Resta però qualche incognita. La domanda mondiale di petrolio, frenata dai dubbi sull’economia in Europa e Asia, non dà segnali di ripresa forte. E le tensioni geopolitiche – dalla guerra in Ucraina ai rapporti difficili tra Stati Uniti e Iran – sono un rischio da non sottovalutare.
Cosa pensano gli operatori italiani
Tra gli operatori italiani del settore energetico domina un atteggiamento di attesa. “Seguiamo con attenzione le mosse dell’Opec+”, dice un portavoce di Eni contattato da alanews.it. “Il mercato per ora è ben fornito e i prezzi sono sotto controllo”. Anche le associazioni dei consumatori guardano con interesse ai prezzi alla pompa: secondo i dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, nelle ultime settimane il costo medio della benzina è rimasto stabile intorno a 1,85 euro al litro.
Solo domani, al termine della riunione, arriveranno le conferme ufficiali sulle nuove quote di produzione. Ma già oggi è chiaro: il cartello vuole andare piano, per non mettere a rischio un equilibrio ancora fragile.
