Mosca, 9 giugno – Nella notte tra sabato e domenica, le forze di difesa aerea russe hanno intercettato e abbattuto 98 droni ucraini in varie regioni del Paese. A darne notizia è stato il Ministero della Difesa di Mosca, ripreso dall’agenzia Tass, che ha sottolineato come gli attacchi si siano concentrati soprattutto lungo il confine e nei dintorni della capitale. L’operazione, secondo le autorità militari, si è svolta tra le 22 e le prime ore dell’alba, coinvolgendo sistemi antiaerei attivi in almeno otto regioni.
Una notte di fuoco: le zone colpite
Il Ministero della Difesa russo ha fatto sapere che 45 droni sono stati abbattuti nella regione di Belgorod, proprio al confine con l’Ucraina, dove già nelle scorse settimane si erano registrati attacchi simili. Altri 12 droni sono stati neutralizzati sopra la regione di Samara, mentre nella regione di Mosca ne sono stati intercettati 11, sei dei quali diretti verso la capitale. Le regioni di Voronezh e Rostov hanno registrato ciascuna dieci abbattimenti, quattro droni sono caduti sopra la regione di Tula. Infine, due droni sono stati distrutti nelle regioni di Lipetsk e Ryazan, uno rispettivamente nelle regioni di Kursk e Kaluga.
Fonti locali raccontano che le sirene antiaeree hanno suonato in diverse città tra le 23 e le 2 del mattino. Qualcuno ha visto “luci nel cielo” e sentito forti esplosioni. “Abbiamo sentito almeno tre boati, sembravano proprio vicini”, ha detto un residente di Belgorod contattato telefonicamente.
Difesa aerea sotto pressione ma efficace
La portavoce del Ministero della Difesa, citata da Tass, ha spiegato che “tutti i droni sono stati abbattuti in volo prima che potessero colpire obiettivi sensibili”. Non sono stati segnalati danni importanti a edifici civili o militari, né vittime tra la popolazione. Alcune strade però sono state chiuse temporaneamente per i rilievi delle forze dell’ordine.
Il sistema di difesa aerea russo, già messo alla prova da mesi di attacchi con droni e missili, ha dovuto reagire in fretta a una delle offensive più pesanti degli ultimi tempi. “La pressione resta alta, ma la risposta è stata efficace”, ha detto un funzionario della sicurezza russa che ha preferito restare anonimo.
Droni, tra escalation e messaggi politici
Negli ultimi mesi l’uso dei droni ucraini per colpire il territorio russo si è fatto più frequente. Secondo esperti militari indipendenti, l’obiettivo di colpire regioni lontane dal fronte – come Mosca o Samara – è mettere sotto stress la difesa russa e lanciare un segnale politico. “Non è solo questione di danni materiali”, ha spiegato Pavel Felgenhauer, esperto di sicurezza intervistato dalla radio Echo. “C’è anche un effetto psicologico: dimostrare che nessun posto è davvero al sicuro”.
Le autorità ucraine non hanno commentato ufficialmente gli attacchi della notte. Nei giorni scorsi, però, il presidente Volodymyr Zelensky aveva ribadito che “la guerra non riguarda solo il Donbass”, lasciando intendere che Kiev vuole mantenere alta la pressione anche oltre confine.
Tra paura e precauzioni nelle regioni colpite
Dopo gli attacchi, sui social russi sono apparse foto di detriti metallici caduti nei campi e nei cortili delle case. Nella periferia di Voronezh, la polizia ha invitato la popolazione a non toccare i resti dei droni abbattuti. “Abbiamo visto pezzi sparsi vicino alla scuola”, racconta una madre della zona.
Le autorità locali hanno intensificato i controlli agli ingressi delle città e aumentato la presenza delle pattuglie nei quartieri più esposti. A Mosca, il traffico aereo è stato fermato tra l’1 e le 3 del mattino per precauzione, secondo quanto riportato dall’aeroporto Sheremetyevo.
Il conflitto si sposta nei cieli russi
La tensione resta alta lungo tutto il confine occidentale della Russia. Gli esperti avvertono che gli attacchi con droni potrebbero aumentare nelle prossime settimane, soprattutto con l’arrivo dell’estate e l’intensificarsi delle operazioni militari in Ucraina. “La guerra dei droni è ormai parte integrante del conflitto”, spiega un analista del Center for Naval Analyses di Washington.
Al momento non si registrano vittime né danni gravi a infrastrutture strategiche. Ma la notte appena passata – con quasi cento droni abbattuti – conferma che il conflitto sta sempre più spesso entrando nei cieli russi.
