Salmonella in Europa: allerta per i pomodorini siciliani e consigli per la sicurezza alimentare

Salmonella in Europa: allerta per i pomodorini siciliani e consigli per la sicurezza alimentare

Salmonella in Europa: allerta per i pomodorini siciliani e consigli per la sicurezza alimentare

Matteo Rigamonti

Novembre 1, 2025

Roma, 15 giugno 2025 – Un’epidemia di salmonella ha colpito 437 persone in 17 Paesi europei e nordamericani tra il 2023 e il 2025. A rivelarlo è uno studio congiunto di Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie) ed Efsa (Autorità europea per la sicurezza alimentare). Nel mirino dell’inchiesta ci sono i pomodorini siciliani, ritenuti dagli esperti la principale fonte del batterio “Salmonella Strathcona”. In quasi tutti i casi si è riscontrato un legame con viaggi o soggiorni in Italia. Le autorità sanitarie, intanto, invitano alla prudenza e al rispetto delle norme igieniche.

Pomodorini siciliani e acque contaminate: cosa emerge dall’indagine europea

I dati raccolti da Ecdc ed Efsa mostrano che l’Italia è il Paese con il maggior numero di casi: 123, seguita da Germania (113), Austria (76) e Regno Unito (73). Fuori dall’Europa, si segnalano infezioni in Canada (10) e Stati Uniti (24). Gli esperti sottolineano come i casi siano quasi raddoppiati rispetto ai due anni precedenti. A unire i diversi focolai è un elemento chiaro: i pomodorini provenienti dalla Sicilia, individuati come fonte di infezione sia nell’epidemia del 2023 in Austria sia in quella del 2024 in Italia.

Le indagini si sono concentrate sulle acque d’irrigazione contaminate, problema già segnalato anche dal ministero della Salute italiano. In una nota, l’Ecdc spiega: “I pomodori rimangono il principale veicolo alimentare in varie indagini per questa epidemia multinazionale prolungata”. E aggiunge: “Nel 2025, nuove indagini in Austria hanno confermato i pomodorini siciliani come fonte dell’infezione”. Un episodio simile era già stato registrato in Danimarca nel 2011.

Le autorità italiane: “Niente allarmismi, i numeri sono bassi”

Il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha chiesto di non farsi prendere dal panico. “Se guardiamo i casi in tutta Europa negli ultimi due anni, in percentuale sono davvero pochi”, ha detto. Lollobrigida ha poi ricordato l’impegno del ministero della Salute, guidato da Orazio Schillaci, nella sorveglianza sanitaria: “Ci pensano gli esperti, e lo faranno meglio di me”.

Nel 2024 il ministero aveva già preso precauzioni, inviando una circolare ai grandi distributori per avvertire i clienti sui rischi legati al consumo di verdura non lavata. Nel documento si segnalava anche l’uso di acque non sempre pulite per irrigare i pomodori in Sicilia, problema aggravato dalla siccità e dai cambiamenti climatici che colpiscono la regione.

Il Consorzio di tutela: “Nessuna segnalazione dai produttori”

Dal fronte produttori, il presidente del Consorzio di tutela Igp del pomodoro di Pachino, Sebastiano Fortunato, ha respinto ogni accusa. “Tra i nostri associati non è arrivata nessuna segnalazione di Salmonella. Se ci fosse un problema così serio, lo sapremmo di sicuro, visto che mangiamo il nostro pomodoro ogni giorno”, ha spiegato Fortunato. Il presidente ha anche messo in dubbio l’imparzialità delle indagini europee: “Sembra che gli attacchi al pomodoro italiano stiano aumentando, quasi come se ci fosse una strategia per danneggiare un prodotto che il mondo ci invidia”.

Cosa consigliano gli esperti: lavare sempre frutta e verdura

L’Ecdc ricorda che non bisogna abbassare la guardia. “I consumatori devono seguire le norme igieniche in casa: lavarsi le mani, sciacquare bene frutta e verdura e stare attenti a non contaminare gli alimenti tra loro”, si legge nel rapporto. Le autorità raccomandano di tenere separati cibi crudi e cotti e prestare particolare attenzione ai prodotti freschi come i pomodorini.

Mentre le indagini proseguono e le autorità italiane cercano di tranquillizzare produttori e consumatori, resta alta la vigilanza sulla filiera agricola siciliana. Solo un controllo costante e la collaborazione tra enti europei e italiani potranno fare chiarezza sulle cause dell’epidemia e garantire la sicurezza del cibo sulle nostre tavole.