Scopri il magico effetto specchio del deserto di sale boliviano: guarda il video!

Scopri il magico effetto specchio del deserto di sale boliviano: guarda il video!

Scopri il magico effetto specchio del deserto di sale boliviano: guarda il video!

Matteo Rigamonti

Novembre 1, 2025

La Paz, 14 giugno 2024 – Il clima e le piogge sono i veri protagonisti dietro il famoso effetto specchio del Salar de Uyuni in Bolivia. A confermarlo è uno studio internazionale pubblicato su Communication Earth & Environment, che per la prima volta ha messo insieme i dati satellitari del programma europeo Copernicus e le misurazioni dirette sul posto, mai fatte prima proprio nel cuore di questa vasta distesa salata. L’Italia ha contribuito con l’Istituto di biofisica e l’Istituto di scienze polari del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr).

Il segreto dello specchio più grande del mondo

Tra dicembre e marzo, durante la stagione delle piogge, il Salar de Uyuni si trasforma in una gigantesca lastra riflettente. Un velo d’acqua, spesso solo pochi centimetri, ricopre il sale, creando un effetto che ogni anno attira migliaia di turisti e fotografi. “Quando il deserto si riempie d’acqua, sembra un oceano calmo e immobile. È così perfetto da sembrare finto”, racconta Francesco De Biasio, ricercatore del Cnr-Isp e parte del team internazionale. Non a caso, il Salar è spesso chiamato “l’ottava meraviglia naturale del mondo”.

Ma dietro questa immagine semplice si nasconde qualcosa di più complesso. I radar satellitari mostrano una superficie liscia, senza nemmeno un’increspatura. Eppure, i venti che soffiano sull’altopiano boliviano dovrebbero muovere l’acqua e disturbare quella riflessione. “Ci siamo chiesti come fosse possibile”, ammette De Biasio.

Una spedizione a tempo con i satelliti

Per capirci qualcosa, a gennaio 2023 è partita una spedizione scientifica proprio al centro del Salar, proprio mentre passavano i satelliti Copernicus. Una sfida non da poco: nessuno aveva mai misurato direttamente quella zona durante la stagione delle piogge. La salinità altissima dell’acqua – oltre 300 grammi per litro – era un rischio per veicoli e strumenti elettronici.

Il gruppo è arrivato all’alba, con temperature intorno ai 7 gradi e vento a raffiche. “Le condizioni erano molto diverse da quanto previsto”, racconta De Biasio. Secondo le previsioni, l’acqua doveva essere alta circa 30 centimetri. Invece, le misurazioni hanno mostrato appena 1,8 centimetri: troppo poco per far formare onde degne di nota.

I fiocchi di sale che calmano le acque

Nonostante la calma, gli strumenti hanno registrato una corrente leggera in superficie, che cambiava a seconda del vento. Ma c’è un dettaglio in più: sulla superficie galleggiavano minuscoli fiocchi di sale. “Questi cristalli potrebbero agire come tensioattivi naturali”, spiega De Biasio. In pratica, smorzano le piccole onde, mantenendo la superficie liscia e perfetta per l’effetto specchio.

Un elemento nuovo che apre la strada a ulteriori studi: nessuno aveva mai osservato prima questi aggregati salini legati alla riflessione della luce e ai segnali radar.

Specchio e clima: un legame fragile

Durante l’anno, i segnali radar riflessi dal Salar cambiano molto. Questo significa che le condizioni del deserto – e il suo effetto specchio – variano con le piogge e le oscillazioni del clima. “Abbiamo visto differenze nette da una stagione all’altra”, sottolinea De Biasio. Il fenomeno non è fisso: dipende da una serie di fattori ambientali e meteorologici.

Secondo gli autori dello studio, questi dati possono aiutare a capire meglio non solo il Salar de Uyuni, ma anche altri ambienti salini soggetti ai cambiamenti climatici. Un esempio di come ricerca sul campo e tecnologia satellitare possano lavorare insieme per svelare i misteri della natura.

Intanto, in Bolivia, il Salar continua a riflettere il cielo – almeno finché pioggia e vento lo lasciano fare.