Sicilia: la sorprendente ripresa economica post-Covid

Sicilia: la sorprendente ripresa economica post-Covid

Sicilia: la sorprendente ripresa economica post-Covid

Matteo Rigamonti

Novembre 1, 2025

Palermo, 3 giugno 2024 – La Sicilia si conferma la regione italiana con la crescita economica più forte dal 2019 al 2025, davanti a tutte le altre zone del Paese. A dirlo sono i dati della Cgia di Mestre. In un periodo segnato dalla pandemia e dalle sue conseguenze, l’isola ha visto il proprio Pil reale salire del 10,9%, spinta soprattutto da costruzioni, turismo e industria. Gli esperti spiegano che questo risultato è frutto anche dell’effetto combinato di Superbonus, ZES Unica e degli investimenti legati al PNRR.

Sicilia in testa: cresce più di tutte le altre regioni

Tra il 2019 e il 2025, il Pil reale italiano è cresciuto del 6,4%, poco sopra la media dei Paesi dell’Area Euro ferma al 6,2%. Solo la Spagna ha fatto meglio, con un +10%. Francia e Germania arrancano rispettivamente al 5% e allo 0,2%. Ma è la Sicilia a guidare la classifica interna. “Abbiamo sfruttato una serie di misure che hanno dato nuovo impulso ai settori chiave”, ha detto un funzionario regionale durante una conferenza a Palermo.

Dietro la Sicilia si piazzano la Lombardia (+9%), la Puglia (+8,9%), l’Abruzzo (+8,1%) e la Campania (+7,7%). Il Mezzogiorno nel suo complesso cresce dell’8,1%, più del Nordovest (+7,2%), del Nordest (+5%) e del Centro (+3,8%).

Siracusa e Milano: le province che corrono di più

A livello provinciale spicca il dato di Siracusa, dove il Pil reale è schizzato del 44,7% in sei anni, un balzo senza paragoni in Italia. Seguono Caltanissetta (+13,5%), Milano (+12,9%), Taranto (+12,6%) e Teramo (+12,1%). “Il nostro territorio ha saputo attirare investimenti e valorizzare le risorse locali”, ha commentato il sindaco di Siracusa in una nota diffusa ieri sera.

Non tutte le province però sono riuscite a recuperare le perdite causate dalla pandemia. In otto aree, tra cui Genova (-2,2%), Frosinone (-2,6%) e Firenze (-2,9%), il Pil resta sotto i livelli pre-Covid. Ma secondo Prometeia proprio Firenze dovrebbe segnare nel 2025 la crescita più alta (+1%). Seguono Venezia (+0,9%), Siracusa, Modena, Brescia, Varese, Parma e Bergamo (tutte +0,8%). In alcune province come Gorizia, Siena e Imperia la crescita rispetto al 2024 dovrebbe essere nulla.

Ricchezza pro capite: i divari restano enormi

Se nel complesso i numeri sono positivi, le differenze nella ricchezza pro capite restano molto forti. Nel 2025 il Pil per abitante nel Nordovest toccherà i 46.817 euro, mentre nel Mezzogiorno si fermerà a 25.637 euro. A livello provinciale domina la Città Metropolitana di Milano, con un Pil pro capite di 75.127 euro, quasi tre volte quello di Napoli (25.823 euro). Seguono Bolzano (62.717 euro), Bologna (51.422 euro), Roma (50.560 euro) e Aosta (49.387 euro). La prima realtà del Sud è Cagliari (36.869 euro), che si piazza quarta a livello nazionale.

Sul fondo della classifica ci sono le province di Sud Sardegna (20.972 euro), Barletta-Andria-Trani (20.865 euro) e Cosenza (20.636 euro). “Il divario resta ampio e rappresenta una delle sfide più grandi per il Paese”, ha ammesso un economista della Cgia.

Guardando avanti: investimenti e disparità da colmare

Per il futuro, nessuna provincia dovrebbe segnare una crescita negativa del Pil nel 2025. Ma gli analisti avvertono: le differenze territoriali restano profonde e sollevano dubbi sulla capacità del Paese di colmare i gap tra Nord e Sud. Solo allora si potrà parlare davvero di convergenza economica.

Intanto la Sicilia festeggia un primato che mancava da tempo. Ma la strada per ridurre il divario con il resto d’Italia è ancora lunga.