Firenze, 2 novembre 2024 – La Cgil lancia un appello forte alle sue rappresentanze per discutere la Legge di bilancio e rilanciare la mobilitazione. Venerdì 7 novembre, alle 9:30, al Mandela Forum di Firenze, si terrà l’assemblea nazionale delle delegate e dei delegati dal titolo “Democrazia al lavoro”. All’incontro, aperto anche a pensionate e pensionati, chiuderà i lavori il segretario generale Maurizio Landini. L’obiettivo è chiaro: “Cambiare una Legge di bilancio ingiusta”, come sottolinea la nota diffusa dal sindacato.
Firenze al centro della mobilitazione contro la Legge di bilancio
La scelta di Firenze non è casuale. Da settimane la città è animata da presidi e incontri con i lavoratori, soprattutto nei settori della sanità e della scuola. La Cgil, che negli ultimi giorni ha guidato manifestazioni in tutta Italia, vuole dare continuità a una mobilitazione che, dicono i vertici, non si è mai fermata. “La Legge di bilancio che si sta discutendo in Parlamento non dà risposte ai problemi che portiamo avanti da tempo”, recita il comunicato. I temi sul tavolo restano gli stessi: salari, sanità pubblica, giustizia fiscale, istruzione, pensioni, precarietà, politiche industriali e del terziario.
Salari, sanità e contratti: le richieste della Cgil
Al Mandela Forum sono attese centinaia di delegate e delegati da tutta Italia. L’assemblea servirà a discutere e decidere le prossime mosse per rafforzare la piattaforma sindacale. Tra le priorità della Cgil c’è il rinnovo dei contratti nazionali di lavoro e la richiesta di cambiare le politiche del Governo su lavoro e welfare. “Non possiamo accettare una manovra che lascia indietro lavoratori e pensionati”, confida un dirigente toscano. Il clima tra i rappresentanti resta teso. “Se non arrivano risposte concrete, siamo pronti a nuove forme di protesta”, avverte una delegata del settore scuola.
Un confronto difficile con il Governo
Il dialogo con il Governo Meloni resta complicato. In Parlamento la discussione sulla Legge di bilancio procede tra emendamenti e trattative serrate. La Cgil accusa l’esecutivo di non aver ascoltato le richieste arrivate nei mesi scorsi: “Abbiamo chiesto più risorse per la sanità pubblica e per i rinnovi contrattuali, ma finora sono arrivate solo promesse”, ha detto Landini in un’intervista recente. Un altro punto caldo è la questione fiscale: il sindacato chiede una riforma che alleggerisca la pressione sui redditi medio-bassi e combatta l’evasione.
Assemblee nei luoghi di lavoro, la base al centro
L’appuntamento del 7 novembre fa parte di un percorso più ampio. Nelle ultime settimane la Cgil ha organizzato incontri in fabbriche, scuole e ospedali per raccogliere proposte e segnali di malcontento. “Solo ascoltando chi vive ogni giorno le difficoltà possiamo costruire una piattaforma credibile”, spiega una rappresentante dei metalmeccanici. Per un giorno, il Mandela Forum si trasformerà nel cuore della discussione nazionale sul lavoro.
Cosa può succedere dopo l’assemblea
Non è escluso che dall’incontro escano nuove forme di mobilitazione. Scioperi? Manifestazioni? “Decideremo insieme, in base a quanto ci arriverà dai territori”, chiarisce un membro della segreteria nazionale. Tra i delegati cresce la sensazione che la stagione delle proteste andrà avanti almeno fino all’approvazione definitiva della manovra. “Non ci fermiamo finché non vediamo cambiamenti veri”, ha ribadito Landini pochi giorni fa.
Firenze, simbolo di una protesta che non si ferma
La scelta del Mandela Forum, ampio spazio nel quartiere di Campo di Marte, piazza Berlinguer, non è solo una questione di logistica. Firenze è una città simbolo per il sindacato: qui, negli anni scorsi, sono partite alcune delle mobilitazioni più partecipate del centro Italia. L’appuntamento del 7 novembre segna uno snodo importante nella strategia della Cgil contro la Legge di bilancio e le politiche del Governo.
In attesa dell’assemblea, tra i lavoratori si respira un clima fatto di attesa ma anche di determinazione. “Non chiediamo privilegi – chiude una delegata del settore pubblico – ma il diritto a un lavoro dignitoso e a servizi pubblici che funzionino davvero”.
