Mosca, 1 novembre 2023 – L’indice Pmi manifatturiero della Russia ha segnato un nuovo passo indietro a ottobre, scendendo a 48 punti dai 48,2 di settembre. Il dato, diffuso stamattina da S&P Global, è il più basso da luglio e racconta un settore industriale in crescente difficoltà. Dietro a questo calo c’è soprattutto la diminuzione degli ordini e della produzione. Molte aziende, per contenere i costi, hanno tagliato drasticamente le scorte.
Pmi in calo: cosa sta succedendo davvero
L’indice Pmi – che misura lo stato di salute del settore manifatturiero – segnala una contrazione quando scende sotto il valore di 50. A ottobre la Russia si è fermata a 48 punti, leggermente sotto i 48,2 di settembre ma comunque il livello più basso degli ultimi tre mesi.
Secondo S&P Global, il motivo principale è la debolezza degli ordini, sia interni sia dall’estero. “Abbiamo visto un rallentamento sia nella domanda interna che in quella estera”, ha detto un portavoce dell’istituto. Di fronte a questa situazione, le aziende hanno tagliato la produzione e ridotto le scorte per contenere i costi.
Fabbriche in difficoltà: meno ordini, meno scorte
La riduzione degli ordini ha avuto un impatto immediato sulle strategie aziendali. Molte fabbriche hanno svuotato i magazzini e sospeso gli acquisti di materie prime. “Non aveva senso tenere scorte alte con una domanda così bassa”, ha spiegato il direttore di una media azienda metalmeccanica di Nizhny Novgorod.
Questa scelta aiuta a risparmiare nel breve periodo, ma potrebbe complicare una ripresa veloce se la domanda dovesse risalire. “Stiamo andando a vista”, ha ammesso un responsabile della produzione in uno stabilimento chimico vicino a San Pietroburgo.
Un settore sotto pressione
Il calo dell’indice Pmi manifatturiero non è un fatto isolato. Da mesi, il settore industriale russo mostra segnali di stanchezza, complici sanzioni e tensioni geopolitiche. Gli esperti avvertono che la situazione potrebbe peggiorare se la domanda globale non dovesse dare segnali di ripresa.
“Le previsioni restano prudenti”, ha detto un economista del Centro Studi per l’Economia Russa. “Il manifatturiero soffre ancora per le difficoltà ad accedere ai mercati esteri e per l’aumento dei costi delle materie prime”. In questo scenario, alcune aziende puntano sull’automazione, altre cercano nuovi sbocchi in Asia e Medio Oriente.
Tra cautela e speranza: le mosse delle imprese
Nonostante il clima incerto, c’è chi prova a guardare avanti. “Stiamo investendo in tecnologie più efficienti per abbattere i consumi energetici”, ha raccontato il titolare di una fabbrica tessile negli Urali. Altri aspettano invece un sostegno concreto dal governo: “Servono incentivi per sostenere la produzione e facilitare l’export”, ha detto un rappresentante dell’associazione industriale russa.
Le prime stime vedono una possibile stabilizzazione solo nella seconda metà del prossimo anno, se la domanda internazionale tornerà a crescere. Nel frattempo, ogni variazione dell’indice Pmi viene seguita con grande attenzione da aziende e investitori.
In sintesi, il calo di ottobre conferma le difficoltà del manifatturiero russo. Le imprese procedono con prudenza, tra tagli alle scorte e strategie di difesa, in attesa che il quadro economico offra nuove possibilità di crescita.
