Fdi inasprisce le regole: sfratto immediato per chi salta due rate di affitto

Fdi inasprisce le regole: sfratto immediato per chi salta due rate di affitto

Fdi inasprisce le regole: sfratto immediato per chi salta due rate di affitto

Matteo Rigamonti

Novembre 2, 2025

Roma, 4 giugno 2024 – Una proposta di legge firmata da Paolo Marcheschi, senatore di Fratelli d’Italia, è stata depositata al Senato con l’obiettivo di snellire le procedure di sfratto per le case in affitto quando l’inquilino non paga da almeno due mesi di fila. Il testo, diviso in cinque punti, punta a velocizzare il rilascio degli immobili e a tagliare i contenziosi civili, introducendo una nuova procedura amministrativa. Le associazioni degli inquilini hanno già mostrato forte opposizione, parlando di un altro duro colpo ai diritti di chi si trova in difficoltà abitativa.

Nasce l’Autorità per far rispettare gli sfratti

Il fulcro della proposta, all’articolo 1, è la creazione di una Autorità per l’esecuzione degli sfratti, che dipenderà dal ministero della Giustizia. Questa nuova struttura gestirà una procedura speciale, alternativa a quella attuale prevista dal codice di procedura civile. In pratica, se l’inquilino non paga due mensilità di seguito e il proprietario lo segnala, l’inquilino avrà 15 giorni per saldare il debito. Se non lo fa, il proprietario può rivolgersi direttamente all’Autorità, che controllerà i documenti e, entro una settimana, emetterà l’ordine per liberare l’immobile.

Sfratti più veloci, ma con possibilità di ricorso

Secondo la proposta, una volta emesso il provvedimento, lo sfratto dovrà essere eseguito entro 30 giorni, con una possibile proroga fino a 90. L’inquilino potrà fare ricorso entro sette giorni dalla notifica, ma solo in casi ben definiti dalla legge. “Vogliamo tagliare i tempi lunghi e incerti delle attuali procedure civili”, ha spiegato Marcheschi davanti a Palazzo Madama. Importante precisazione: questa nuova via amministrativa affiancherebbe quella giudiziaria già in uso, lasciando aperta la scelta.

Tutele per chi è in difficoltà economica

La proposta tiene conto anche di chi si trova in difficoltà economica temporanea. In questi casi, sono previste sospensioni o rinvii della procedura. È stato istituito un Fondo nazionale per l’emergenza abitativa, pensato per dare un aiuto economico temporaneo agli inquilini con Isee sotto i 12 mila euro, quando la morosità è causata da licenziamento per crisi aziendale, malattia grave o separazione legale. Inoltre, se in casa vivono minori, anziani non autosufficienti o persone con disabilità, l’Autorità dovrà avvisare i servizi sociali entro cinque giorni dalla prima segnalazione del proprietario. I servizi potranno così chiedere di rinviare lo sfratto fino a 90 giorni e cercare una soluzione temporanea, anche con l’aiuto del terzo settore o del Comune.

Multe per chi dichiara il falso

Non mancano le pene per i proprietari che dovessero mentire sulla morosità dell’inquilino o usare la procedura per scopi speculativi. In questi casi, sono previste multe da 5.000 a 20.000 euro e l’esclusione temporanea dai benefici fiscali o dalle agevolazioni pubbliche sulla casa. “Abbiamo voluto mettere delle garanzie per evitare abusi”, ha sottolineato Marcheschi durante la presentazione.

Gli inquilini: “Un altro attacco ai diritti”

Le associazioni degli inquilini non hanno perso tempo a reagire. L’Unione Inquilini, con la segretaria nazionale Silvia Paoluzzi, ha parlato di “un altro colpo ai diritti di chi vive in precarietà abitativa”. Paoluzzi ha ricordato come, dopo il Ddl Sicurezza approvato mesi fa, il governo Meloni intervenga ancora con misure che accelerano gli sfratti, peggiorando una crisi sociale già grave. L’associazione minaccia mobilitazioni nei prossimi giorni.

Il dibattito si accende, ma resta il nodo della crisi abitativa

Il testo ora è all’esame del Senato e si prevede un confronto duro tra maggioranza e opposizioni. Sullo sfondo c’è la questione della crisi abitativa nelle grandi città italiane: secondo il ministero dell’Interno, nel 2023 sono stati emessi oltre 50 mila sfratti, un aumento rispetto all’anno precedente. Solo allora si capirà se questa nuova procedura riuscirà davvero a tagliare i tempi senza togliere protezioni sociali. Intanto, le posizioni restano lontane e il tema continua a far discutere.