Il Comitato Vassalli per il Sì: da Signorile a Chicchitto, un nuovo inizio per la politica locale

Il Comitato Vassalli per il Sì: da Signorile a Chicchitto, un nuovo inizio per la politica locale

Il Comitato Vassalli per il Sì: da Signorile a Chicchitto, un nuovo inizio per la politica locale

Matteo Rigamonti

Novembre 2, 2025

Roma, 13 giugno 2024 – Claudio Signorile, Salvo Andò e Fabrizio Cicchitto, volti noti del socialismo italiano, hanno dato vita oggi al Comitato Giuliano Vassalli per il SÌ. L’obiettivo è uno solo: sostenere la riforma della giustizia in vista del prossimo referendum che si terrà nelle settimane a venire. “Non è una sfida tra maggioranza e opposizione – hanno detto i promotori in una nota diffusa questa mattina – né un attacco alla Costituzione. Questa riforma serve soprattutto ai cittadini”.

Vassalli e il nuovo volto della giustizia italiana

Il nome del comitato non è stato scelto a caso. Giuliano Vassalli, giurista e ministro della Giustizia negli anni Ottanta, fu l’uomo che cambiò il processo penale in Italia, passando da un sistema inquisitorio a uno accusatorio. Era il 1988 quando il Parlamento approvò la riforma che rivoluzionò la giustizia: da quel momento, l’accusa è gestita dai pubblici ministeri, la difesa dagli avvocati, e il giudice resta neutrale e imparziale. “Quella fu una vittoria per la cultura garantista – ricordano Signorile, Andò e Cicchitto – e oggi vogliamo portare avanti quel cammino”.

Per i promotori, la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente non è una battaglia di parte, ma un passaggio naturale, un passo che segue proprio quella riforma Vassalli. “Non è un’idea della destra – hanno sottolineato – ma una richiesta di chi crede in una giustizia davvero imparziale”.

Un appello che va oltre gli schieramenti: la giustizia deve essere giusta

Il comitato si rivolge a tutti: socialisti, liberali, democratici, riformisti, laici e cattolici. L’invito è chiaro: unirsi per difendere “una giustizia giusta”. L’idea è superare le divisioni politiche e mettere insieme un fronte ampio. “Non vogliamo che il dibattito si trasformi in uno scontro ideologico – ha spiegato Fabrizio Cicchitto in una telefonata con alanews.it –. Il punto è tornare a parlare di contenuti, di cosa serve davvero ai cittadini”.

La separazione delle carriere, tema centrale del referendum, viene vista come una garanzia per tutti: “Solo con un giudice veramente terzo – ha aggiunto Salvo Andò – si possono assicurare processi equi e trasparenti”.

Giustizia sotto i riflettori: il dibattito si fa acceso

Il Comitato Giuliano Vassalli per il SÌ nasce in un momento in cui la riforma della giustizia è al centro di un acceso dibattito che spacca Parlamento e opinione pubblica. Da una parte, la maggioranza spinge per un cambiamento profondo; dall’altra, le opposizioni temono per l’indipendenza della magistratura. In questo quadro, la posizione dei promotori cerca di mettere insieme le parti su basi diverse.

“Non vogliamo alimentare polemiche – ha chiarito Claudio Signorile – ma proporre qualcosa di costruttivo per il futuro del Paese”. A conferma, i dati del Ministero della Giustizia mostrano che i processi in Italia sono tra i più lunghi d’Europa: ci vogliono oltre 900 giorni, in media, per una sentenza definitiva nei procedimenti penali. Un dato che, secondo il comitato, rende urgente un intervento.

Verso il referendum: la campagna si fa sul territorio

Il referendum sulla giustizia è un momento chiave per il sistema istituzionale italiano. Nei prossimi giorni, il comitato organizzerà incontri e iniziative in diverse città: Milano, Napoli, Palermo. L’obiettivo è coinvolgere cittadini e associazioni, spiegare cosa cambia con la riforma e ascoltare dubbi e domande.

“Vogliamo parlare con tutti – ha detto Cicchitto – anche con chi è ancora incerto. Solo così si costruisce davvero consenso su un tema così delicato”. La campagna per il SÌ punterà su incontri nei circoli culturali, nelle università, insomma, sul territorio.

Guardare avanti: una riforma per migliorare la giustizia

Per chi ha dato vita al Comitato Giuliano Vassalli per il SÌ, questa è una scelta che guarda al futuro. “Non è una battaglia contro qualcuno – ha concluso Andò – ma una proposta per rendere migliore la giustizia in Italia”. Nei prossimi giorni, hanno annunciato, saranno resi pubblici documenti e approfondimenti per spiegare ogni aspetto della riforma.

Il confronto resta aperto. Ma tra le tante parole, emerge una volontà chiara: mettere al centro le esigenze dei cittadini. Processi più veloci, giudici imparziali, garanzie reali per tutti. Solo così, forse, si potrà davvero parlare di una giustizia “giusta”.