Roma, 2 giugno 2024 – L’Opec+ ha deciso oggi un nuovo, seppur modesto, aumento della produzione di petrolio: parliamo di 137.000 barili al giorno. L’operazione coinvolge otto Paesi produttori e, stando a quanto comunicato, entrerà in vigore da dicembre 2025. È il terzo rialzo consecutivo, dopo quelli di settembre e ottobre dello scorso anno, già ampiamente anticipato dai mercati.
Opec+ spinge ancora: terzo aumento in fila
L’Opec+, che riunisce Algeria, Iraq, Kuwait, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Kazakistan, Oman e Russia, punta così a raggiungere una produzione complessiva di 1,66 milioni di barili al giorno. La decisione è arrivata a fine mattinata, durante una riunione a porte chiuse. “Considerando un quadro economico globale stabile e i solidi segnali del mercato, come le scorte di petrolio ancora basse”, si legge nella nota ufficiale, “gli otto Paesi hanno deciso di alzare la produzione di 137 mila barili al giorno, dopo gli aggiustamenti volontari per 1,65 milioni di barili annunciati ad aprile 2023”.
Il comunicato è chiaro: l’aumento scatterà da dicembre 2025 e non sono previsti altri incrementi almeno fino a marzo 2026. Secondo fonti vicine ai negoziati, la scelta vuole mantenere un equilibrio tra domanda e offerta in un momento ancora segnato da incertezze geopolitiche e oscillazioni dei prezzi.
Mercati preparati, effetti sui prezzi limitati
Gli esperti avevano già messo in conto questa mossa dell’Opec+. “Il mercato l’aveva già incorporata nelle attese”, spiega Marco Ferri, analista energetico di una banca d’investimento europea. Questa mattina i prezzi del petrolio sono rimasti stabili: il Brent viaggia intorno ai 77 dollari al barile alle 11.30, mentre il WTI si aggira poco sopra i 73 dollari.
A Londra, tra gli operatori della City, l’aumento è visto come un segnale di fiducia sulla ripresa della domanda globale. Ma non mancano i dubbi. “La situazione resta incerta – confida un broker specializzato sul mercato asiatico – e molto dipenderà da come si evolveranno le tensioni in Medio Oriente e la crescita economica cinese nei prossimi mesi”.
Perché aumentare la produzione? Scorte basse e domanda in crescita
Dietro l’aumento c’è soprattutto il dato sulle scorte mondiali di petrolio, giudicate “basse” dagli stessi membri dell’Opec+. Già nei mesi scorsi erano stati fatti due aumenti da 137 mila barili al giorno, a settembre e ottobre 2023. All’epoca, la mossa era stata accolta con favore dai Paesi importatori, preoccupati per possibili rincari alla pompa.
Ora, il quadro sembra più stabile. “I fondamentali del mercato sono solidi”, si legge ancora nel comunicato. Ma la prudenza non manca: l’Opec+ ha deciso di fermarsi con gli aumenti per i primi tre mesi del 2026. Una scelta che fa pensare a un monitoraggio attento della domanda globale prima di muoversi di nuovo.
Cosa dicono all’estero e cosa aspettarsi
A livello internazionale, la mossa dell’Opec+ non ha colto di sorpresa. Negli Stati Uniti, il Dipartimento dell’Energia ha evitato commenti diretti, limitandosi a sottolineare l’importanza di “mercati energetici stabili e trasparenti”. In Europa, la Commissione Ue tiene d’occhio i prezzi e le forniture: “Stiamo monitorando la situazione”, ha detto un portavoce da Bruxelles nel primo pomeriggio.
Resta da vedere quale sarà l’impatto sulle economie che importano petrolio e sui consumatori. Per ora, i distributori italiani non segnalano variazioni significative nei prezzi alla pompa. Solo nei prossimi mesi, avvicinandosi alla data dell’aumento, si potranno capire meglio le conseguenze concrete di questa scelta dell’Opec+ sul mercato globale dell’energia.
