New York, 7 giugno 2024 – Ieri sera a New York il prezzo del petrolio ha chiuso in leggero rialzo, salendo dello 0,48% a 60,86 dollari al barile. Un piccolo aumento, ma molto atteso dagli operatori, che da settimane seguono con attenzione i movimenti del mercato energetico, alle prese con una domanda in ripresa e tensioni geopolitiche ancora irrisolte.
Petrolio in rialzo: cosa sta succedendo
Secondo gli esperti di Wall Street, dietro questo aumento ci sono diversi fattori. La domanda mondiale di petrolio sembra rafforzarsi, soprattutto negli Stati Uniti e in Asia. Al tempo stesso, restano vive le preoccupazioni sulle forniture. L’OPEC+ ha infatti confermato pochi giorni fa che continuerà a mantenere i tagli alla produzione almeno fino all’autunno. “Il mercato si muove su un filo sottile”, ha detto un trader poco dopo la chiusura delle contrattazioni. “Ogni notizia su possibili interruzioni o variazioni nella produzione si riflette subito nei prezzi”.
Domanda e offerta: il peso degli Stati Uniti
Negli ultimi mesi, gli Stati Uniti hanno alzato la produzione interna, toccando livelli che non si vedevano dal 2019. Secondo i dati dell’Energy Information Administration (EIA), la scorsa settimana le scorte di greggio sono scese di circa 2 milioni di barili. Per molti, questo è un segnale chiaro di una ripresa dei consumi interni. “L’estate porta sempre a un aumento della domanda di carburanti”, spiega John Evans, analista di PVM Oil Associates. “E quest’anno non è diverso”.
Tensioni geopolitiche: lo Stretto di Hormuz sotto controllo
Non mancano i timori per le tensioni in Medio Oriente, che potrebbero impattare sulle vie di approvvigionamento. In particolare, la situazione nello Stretto di Hormuz, punto attraverso cui passa circa il 20% del petrolio mondiale, resta sotto stretta osservazione. “Ogni escalation potrebbe far schizzare i prezzi in tempi rapidi”, ha ammesso un funzionario del Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, contattato nel tardo pomeriggio.
Mercati finanziari: reazioni a Wall Street
A Wall Street, il leggero rialzo del petrolio è stato accolto con una punta di ottimismo dagli investitori. Il settore energetico ha fatto leggermente meglio rispetto ad altri comparti dell’indice S&P 500. Ma c’è chi invita a non abbassare la guardia. “Il mercato resta molto volatile”, avverte Lisa Thompson, portfolio manager di BlackRock. “Basta poco per far cambiare direzione: un dato economico negativo o una dichiarazione a sorpresa dell’OPEC possono ribaltare tutto in poche ore”.
Cosa aspettarsi nelle prossime settimane
Ora tutti gli occhi sono puntati sulle prossime riunioni dell’OPEC+ e sui dati sulla crescita globale. Secondo le previsioni di Bloomberg, il prezzo del petrolio potrebbe oscillare tra i 60 e i 65 dollari al barile nel breve periodo. Molto dipenderà dall’andamento della domanda cinese e dalle scelte delle grandi economie occidentali riguardo alle riserve strategiche.
Impatto sull’economia reale
Anche il piccolo aumento del petrolio si fa sentire alla pompa. In alcune città americane, come Houston e Los Angeles, il prezzo della benzina è salito di qualche centesimo nelle ultime 48 ore. Un automobilista texano, fermo a una stazione di servizio lungo la Interstate 10, ha commentato: “Quando il prezzo sale, qui lo sentiamo subito”. Secondo l’American Automobile Association (AAA), il costo medio nazionale si attesta ora a 3,12 dollari al gallone.
Un mercato fragile, ma ancora in piedi
In sintesi, la chiusura in rialzo del petrolio a New York mostra un equilibrio ancora molto delicato tra domanda e offerta, condizionato da fattori economici e geopolitici. Gli operatori restano cauti. “Siamo abituati a questi alti e bassi”, confida un broker di Fifth Avenue. “Ma basta una notizia inattesa per cambiare tutto”. Per ora, il mercato tiene, ma la partita è tutt’altro che chiusa.
