Sfratti e case popolari: la grave deriva che il governo deve affrontare

Sfratti e case popolari: la grave deriva che il governo deve affrontare

Sfratti e case popolari: la grave deriva che il governo deve affrontare

Matteo Rigamonti

Novembre 2, 2025

Roma, 6 giugno 2024 – È bastata la proposta di creare una “Autorità per l’esecuzione degli sfratti” collegata direttamente al Ministero della Giustizia per scatenare un acceso dibattito politico. L’iniziativa, lanciata da Fratelli d’Italia con la promessa di semplificare le procedure di sfratto, ha subito raccolto le critiche delle opposizioni. Tra le più decise, quella dell’eurodeputata Ilaria Salis, che ha espresso forti dubbi sul provvedimento.

Accentramento dei poteri, una mossa pericolosa

Per Salis, l’idea di una nuova autorità sotto il controllo diretto del governo è “un ulteriore passo verso l’accentramento del potere esecutivo”, a scapito dell’indipendenza degli altri organi dello Stato. “Si colpisce chi sta peggio”, ha detto chiaramente, mettendo in guardia dal rischio che questa misura finisca per penalizzare le fasce più deboli della popolazione. Un tema caldo, che già nei mesi scorsi aveva acceso tensioni, e che torna ora al centro della politica, mentre la crisi abitativa resta un problema irrisolto in molte città italiane.

Magistratura e separazione dei poteri: un equilibrio da difendere

Nel suo intervento, Salis ha ricordato che “in uno Stato di diritto spetta alla magistratura applicare le leggi ai singoli casi”. Un compito che “non può e non deve essere preso in carico dal governo o da organi a esso subordinati”. Il rischio, ha sottolineato, è quello di mettere a rischio la separazione e l’equilibrio tra i poteri, pilastri della nostra Costituzione. “Stiamo andando verso una deriva pericolosa”, ha avvertito, invitando il Parlamento a fermare il provvedimento “prima che sia troppo tardi”.

Governo: serve snellire, ma l’opposizione non molla

Il governo insiste sulla necessità di snellire le procedure e garantire tempi certi per gli sfratti. Fonti vicine a Fratelli d’Italia spiegano che l’obiettivo è “difendere i proprietari e ristabilire la legalità”, soprattutto dove gli immobili sono occupati senza titolo. Ma l’opposizione non ci sta. “Il vero problema è la mancanza di investimenti nell’edilizia pubblica”, ribadisce Salis, chiedendo al governo di offrire “soluzioni concrete a chi non può più permettersi una casa”.

Emergenza abitativa: numeri che pesano

Gli ultimi dati del Ministero dell’Interno parlano chiaro: nel 2023 sono stati emessi oltre 50mila sfratti in Italia, con un picco nelle grandi città come Roma, Milano e Napoli. Di questi, circa il 90% riguarda famiglie in difficoltà economiche, costrette a lasciare la casa per morosità incolpevole, spesso dopo aver perso il lavoro. Le associazioni per il diritto alla casa parlano di una “emergenza sociale silenziosa”, aggravata dall’aumento dei prezzi e dalla scarsità di alloggi popolari.

Cosa succederà ora?

La proposta di legge arriverà presto in commissione Giustizia alla Camera. Fuori dal Parlamento, il dibattito è già acceso. Nel pomeriggio, in piazza Santi Apostoli, un gruppo di attivisti ha manifestato contro la nuova autorità, con striscioni come “Casa per tutti, non sfratti facili”. L’atmosfera resta tesa. Solo quando il testo arriverà in Aula si capirà se la maggioranza andrà avanti così o se si aprirà uno spiraglio per modifiche.

Le richieste delle associazioni

Le principali organizzazioni del settore – come Unione Inquilini e Sunia – chiedono un piano straordinario per l’edilizia pubblica e una moratoria sugli sfratti per chi è in difficoltà. “Serve un approccio strutturale”, spiega Walter De Cesaris, segretario nazionale dell’Unione Inquilini. Per lui, “creare una nuova autorità rischia solo di aumentare la tensione sociale senza risolvere il problema alla radice”.

Il confronto tra governo e opposizioni è appena cominciato. Sullo sfondo, restano i numeri dell’emergenza abitativa e le storie, spesso invisibili, di chi rischia di perdere la casa.