Milano, 10 giugno 2024 – Con l’inizio della stagione del riscaldamento e la prospettiva di dire addio alle caldaie a gas entro il 2029, come stabilito dalla Commissione europea, le famiglie italiane si preparano a mesi di consumi energetici sotto la lente. I depositi nazionali sono quasi pieni: l’Italia ha raggiunto il 95% della capacità di stoccaggio, dicono i dati ufficiali. Eppure, la preoccupazione per le bollette del gas resta alta. Negli ultimi due anni, infatti, i rincari hanno spinto molti a cambiare abitudini e a guardare con interesse a soluzioni alternative come le pompe di calore.
Riscaldamento: regole diverse da Nord a Sud
Le date per accendere i termosifoni non sono uguali in tutta Italia. Il Paese è diviso in zone climatiche, ognuna con le sue regole. Chi vive nelle zone più fredde può accendere il riscaldamento senza limiti, altrove invece ci sono finestre di accensione ben precise. Ma i sindaci possono intervenire con ordinanze ad hoc. A Roma, per esempio, il sindaco Roberto Gualtieri ha deciso di far partire la stagione del riscaldamento il 15 novembre, anche se la città rientra nella fascia climatica D, che permette l’accensione già dal primo novembre. Una scelta che punta a contenere i consumi e a rispondere alle richieste dei cittadini.
Come risparmiare sul riscaldamento
Per dare una mano alle famiglie colpite dal caro-energia, Enea – l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie e l’energia – ha messo a punto due strumenti: una app per tenere sotto controllo i consumi e un vademecum pratico. “Con l’app si può capire in pochi minuti se conviene sostituire la vecchia caldaia con una pompa di calore elettrica, senza dover cambiare l’impianto idraulico o i radiatori”, spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio Enea Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano.
Secondo Calabrese, il risparmio può essere significativo: “Si va da circa 150 euro all’anno per chi cambia una caldaia a metano in una città come Padova, fino a 433 euro per chi ha una caldaia a GPL a Catania”. La differenza dipende dal tipo di combustibile e dalla zona climatica.
Pompe di calore: più di un semplice riscaldamento
Le pompe di calore non servono solo per scaldare d’inverno. Offrono anche raffrescamento d’estate e acqua calda sanitaria. Un recente studio Istat ha registrato un aumento dell’8% nell’uso di queste tecnologie rispetto al 2021, con il Nord-Ovest in testa. Ma l’Italia resta un mosaico: il 43,5% delle famiglie usa un mix di sistemi – tra caldaie tradizionali, pompe di calore e stufe – scegliendo ogni volta la soluzione più adatta.
Efficienza e manutenzione: i consigli di Enea
Tra i consigli di Enea spicca la sostituzione del vecchio impianto con una pompa di calore ad alta efficienza, da abbinare a cronotermostati e sensori intelligenti. “Un tecnico esperto può valutare lo stato dell’impianto e dell’isolamento termico e aiutare a tagliare i consumi anche del 40%”, si legge nel vademecum. Regolare la temperatura dell’acqua nei radiatori in base al clima esterno può far risparmiare fino al 25% ogni 10 gradi in meno.
Usare contatori intelligenti aiuta a scovare sprechi o problemi. E non va dimenticata la manutenzione: un impianto pulito e ben regolato consuma meno e inquina meno. Chi trascura la manutenzione rischia sanzioni fino a 500 euro.
Zone climatiche e tempi di accensione
La legge stabilisce anche quante ore al giorno si può tenere acceso il riscaldamento, a seconda della zona climatica. In alcune aree di montagna non ci sono limiti, altrove si va da 6 a 14 ore al giorno. “Tenere d’occhio la temperatura e rispettare gli orari è fondamentale per evitare sprechi”, avverte Enea.
Il futuro senza gas è alle porte
La strada tracciata da Bruxelles prevede l’addio graduale alle caldaie a gas entro il 2029, spingendo verso soluzioni più efficienti e sostenibili. Le famiglie italiane si trovano davanti a scelte importanti: investire subito in nuove tecnologie o aspettare altri incentivi? Intanto, la stagione del riscaldamento è ormai partita, tra vecchie abitudini e nuove consapevolezze.
