Roma, 3 novembre 2025 – Questa mattina, alla Camera dei Deputati, maggioranza e opposizione hanno avviato due diverse raccolte di firme per chiedere un referendum confermativo sulla riforma della giustizia che introduce la separazione delle carriere tra magistratura giudicante e requirente. L’annuncio è arrivato poco dopo le 9 dal vicepresidente di Montecitorio, Giorgio Mulè.
Referendum, maggioranza e opposizione corrono su binari diversi
L’atmosfera in Aula era tesa, ma si lavorava. Da una parte, il centrodestra ha anticipato i tempi: la richiesta formale di referendum è stata presentata già il 31 ottobre da Galeazzo Bignami (FdI), Riccardo Molinari (Lega), Paolo Barelli (FI) e Maurizio Lupi (Noi Moderati). Subito dopo, la maggioranza ha indicato tre delegati – Sara Kelany, Enrico Costa e Simonetta Matone – che dovranno depositare la richiesta alla cancelleria della Corte di Cassazione, come previsto.
Sul fronte opposto, il centrosinistra ha fatto partire la propria raccolta in parallelo. La richiesta è stata firmata da Simona Bonafè (Pd), Carmela Auriemma (M5S) e Marco Grimaldi (Avs). Anche loro hanno scelto tre delegati: Chiara Braga, Riccardo Ricciardi e Luana Zanella, con il compito di depositare la richiesta in Cassazione una volta raggiunto il quorum, fissato a un quinto dei deputati.
Raccolta firme, come funziona e tempi da rispettare
La raccolta firme è partita oggi. I deputati potranno firmare la richiesta dal lunedì al venerdì, dalle 9.30 alle 19, nell’Aula delle Giunte (Servizio Prerogative e Immunità, secondo piano del Palazzo dei gruppi parlamentari). Un dettaglio importante: i fogli con le firme saranno consegnati ai delegati solo se richiesti, e solo dopo aver raggiunto il numero minimo stabilito dalla legge.
Secondo gli uffici di Montecitorio, serve almeno un quinto dei deputati, cioè 80 firme, per poter depositare la richiesta in Cassazione e far partire l’iter per il referendum confermativo sulla riforma della giustizia.
Separazione delle carriere, il cuore del dibattito politico
La questione della separazione delle carriere tra giudici e pubblici ministeri è tornata al centro del confronto dopo l’approvazione della riforma voluta dal governo Meloni. La maggioranza sostiene che la misura serve a garantire più imparzialità e trasparenza nella giustizia. “È una riforma attesa da anni, serve a rafforzare la fiducia dei cittadini nella giustizia”, ha detto nei giorni scorsi Enrico Costa.
Le opposizioni, invece, chiedono che siano i cittadini a decidere. “Una modifica così importante non può essere decisa solo dal Parlamento”, ha sottolineato Simona Bonafè. Il centrosinistra teme che la separazione possa indebolire l’autonomia della magistratura e alterare gli equilibri costituzionali.
Prossimi passi, l’iter verso il voto
Se si raggiungerà il quorum – secondo le previsioni, entro due settimane – la Corte di Cassazione dovrà verificare la regolarità della richiesta. Solo dopo questo passaggio si potrà indire il referendum confermativo, probabilmente in primavera 2026.
Nel frattempo, a Montecitorio si respira un’aria di attesa. Alcuni deputati, intercettati mentre firmavano, hanno confidato che la raccolta firme potrebbe diventare un test importante per i rapporti tra maggioranza e opposizione nei prossimi mesi. “Non è solo una questione tecnica”, ha ammesso un parlamentare esperto, “ma anche politica”.
Insomma, il dibattito sulla giustizia esce dalle Aule parlamentari e si sposta sulle firme dei deputati. E, presto, forse, arriverà anche alle urne dei cittadini.
 