Campi Flegrei: svelato il mistero della faglia che scatena i terremoti

Campi Flegrei: svelato il mistero della faglia che scatena i terremoti

Campi Flegrei: svelato il mistero della faglia che scatena i terremoti

Matteo Rigamonti

Novembre 3, 2025

Napoli, 3 novembre 2025 – Nei Campi Flegrei, tra Pozzuoli e Bagnoli, i terremoti hanno cambiato volto dal 2023: la sismicità, un tempo diffusa su tutta la caldera, si è spostata in una zona più ristretta, con scosse più frequenti e più forti. A rivelarlo è uno studio pubblicato su Communications Earth & Environment, frutto della collaborazione tra l’Università Roma Tre e l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv). Per i ricercatori, questa nuova concentrazione potrebbe indicare la nascita di una nuova faglia o la riattivazione di una già esistente, con possibili rischi per chi vive in zona.

Terremoti nei Campi Flegrei: la sismicità si concentra tra Pozzuoli e Bagnoli

Negli ultimi due anni i sismografi hanno registrato non solo più scosse, ma anche più intense, soprattutto nella parte centrale della caldera. Se prima i terremoti si spargevano su un’area più vasta, oggi si concentrano soprattutto tra Pozzuoli e Bagnoli, quartieri densamente popolati dell’area metropolitana di Napoli. “La crosta terrestre si sta comportando in modo diverso rispetto al passato”, spiega Guido Giordano, professore all’Università Roma Tre e coordinatore della ricerca. “Questo cambiamento è importante, non solo per potenziare il monitoraggio, ma anche per capire qual è la magnitudo massima che possiamo aspettarci”.

I dati mostrano come si sia passati da una sismicità diffusa a una più localizzata, segno che sotto terra potrebbe essersi aperta una nuova faglia o che una vecchia si è rimessa in moto. Una situazione che preoccupa chi abita in zona e spinge gli esperti a intensificare il controllo e la prevenzione.

Dati e monitoraggio: come nascono le nuove scoperte

Lo studio pubblicato su Communications Earth & Environment si inserisce in un filone di ricerche che negli ultimi anni hanno messo in luce i cambiamenti tra frequenza dei terremoti e sollevamento del terreno nei Campi Flegrei. “Abbiamo lavorato su una grande mole di dati di alta qualità, analizzati con metodi nuovi”, racconta Francesca Bianco, dirigente di ricerca dell’Ingv e coautrice dello studio. “Il legame tra monitoraggio e ricerca scientifica è fondamentale per scoprire cosa sta succedendo”.

I ricercatori hanno usato reti di sismografi molto sensibili, installate negli ultimi anni proprio per seguire da vicino questa evoluzione. Così hanno potuto mappare con precisione non solo dove avvengono le scosse, ma anche come cambiano profondità e intensità nel tempo. Un lavoro che, dicono gli studiosi, richiede aggiornamenti continui e collaborazione tra diversi enti.

Sicurezza e futuro: cosa cambia per chi vive nei Campi Flegrei

Il cambiamento nella sismicità non è solo un dato tecnico: tocca la vita di migliaia di persone che abitano lì. Se davvero si sta formando una nuova faglia o si è riattivata una vecchia, serve rivedere i piani di emergenza e le strategie per prevenire i rischi. “Solo così potremo capire davvero quanto è alto il pericolo”, ammette Giordano, che invita a non abbassare la guardia.

Le autorità locali seguono con attenzione la situazione. Nei quartieri coinvolti, specialmente a Pozzuoli, le scosse si sentono sempre più spesso anche tra la gente. Molti raccontano di tremori nelle prime ore del mattino o nel tardo pomeriggio, e alcuni segnalano piccoli danni a muri e mobili. La Protezione Civile ha intensificato le campagne di informazione, invitando i cittadini a seguire le indicazioni ufficiali.

La ricerca va avanti: nuove sfide per i prossimi mesi

L’indagine dell’Università Roma Tre e dell’Ingv è un passo importante per capire cosa sta succedendo nei Campi Flegrei, ma molte domande restano aperte. Gli scienziati continueranno a monitorare la zona, cercando segnali che possano anticipare nuovi cambiamenti. “Non possiamo escludere sviluppi inaspettati”, dice Bianco, “ma oggi abbiamo strumenti migliori per capire cosa succede sotto i nostri piedi”.

La popolazione aspetta risposte chiare. Intanto, la scienza prova a fare luce su uno dei fenomeni più complessi e delicati del nostro territorio.