Kiev avanza verso Dobropillia: una nuova fase nel conflitto del Donetsk

Kiev avanza verso Dobropillia: una nuova fase nel conflitto del Donetsk

Kiev avanza verso Dobropillia: una nuova fase nel conflitto del Donetsk

Matteo Rigamonti

Novembre 3, 2025

Kiev, 3 novembre 2025 – Le forze ucraine hanno fatto un nuovo passo avanti vicino a Dobropillia, nell’est del Paese. A darne notizia è stato oggi il capo di stato maggiore Oleksandr Syrsky: sono stati ripresi 188 chilometri quadrati che prima erano in mano russa, oltre ad altri 250 chilometri quadrati che fino a pochi giorni fa non erano controllati da nessuno dei due schieramenti. La comunicazione è arrivata questa mattina, mentre Syrsky si trovava proprio nella zona di Donetsk, teatro degli scontri più duri delle ultime settimane.

Spingere su Dobropillia per alleggerire Pokrovsk

Secondo Reuters, Syrsky ha spiegato che l’azione militare punta a “aumentare la pressione nell’area di Dobropillia”. L’obiettivo, anche se non detto esplicitamente, è chiaro: far spostare le forze russe, costringendole a ridurre la presenza su Pokrovsk, città chiave a circa 40 chilometri di distanza. “Le nostre truppe avanzano, metro dopo metro”, ha detto Syrsky ai giornalisti sul posto, sottolineando quanto sia importante questa riconquista per difendere il Donbass.

Negli ultimi giorni la regione orientale è tornata al centro dell’attenzione mondiale. I combattimenti si sono fatti più accesi soprattutto lungo la linea che divide le aree controllate da Kiev da quelle occupate dai russi. Dobropillia, che prima della guerra contava circa 30mila abitanti, è un punto strategico. Chi tiene questa zona può influenzare i collegamenti tra nord e sud del fronte.

Territori contesi e situazione sul campo

La notizia dei 188 chilometri quadrati riconquistati è stata accolta con prudenza dagli osservatori internazionali. Gran parte di queste aree sono rurali o piccoli villaggi, spesso ormai vuoti perché la popolazione è fuggita per i bombardamenti. Ma il dato più interessante riguarda i 250 chilometri quadrati “terra di nessuno”, zone abbandonate dai russi e non ancora stabilmente occupate dagli ucraini.

Fonti militari di Kiev spiegano che questa mossa serve anche a rafforzare le linee difensive in vista dell’inverno. “Non possiamo lasciare spazi scoperti”, ha detto un ufficiale del comando di Donetsk. Con il freddo che si avvicina e le piogge autunnali, i movimenti dei mezzi pesanti sono già rallentati, rendendo ogni avanzata più complicata.

Mosca tace, la popolazione soffre

Dalla Russia per ora nessuna conferma ufficiale sulle perdite. Il ministero della Difesa parla solo di “intensi combattimenti” nella zona di Donetsk, senza entrare nei dettagli. Alcuni analisti militari occidentali osservano che la pressione ucraina su Dobropillia potrebbe spingere Mosca a rivedere le difese intorno a Pokrovsk, nodo fondamentale per i rifornimenti al fronte sud.

Nel frattempo, la popolazione civile continua a soffrire. Nei villaggi liberati, racconta la Croce Rossa ucraina, mancano acqua potabile ed elettricità. “Stiamo cercando di portare aiuti al più presto possibile”, dice un volontario impegnato nei soccorsi. In alcune zone, chi viveva lì è tornato solo per poche ore, giusto il tempo di prendere documenti e oggetti personali.

Il segnale dall’estero e cosa resta da fare

La notizia dell’avanzata ucraina ha fatto rapidamente il giro dei media europei e americani. Gli Stati Uniti hanno ribadito il sostegno a Kiev: “Continueremo a fornire aiuti militari e umanitari”, ha detto ieri sera il portavoce del Dipartimento di Stato. Sul fronte diplomatico però, la situazione resta bloccata. Nessun passo avanti nei colloqui tra Mosca e Kiev.

In questo quadro incerto, la riconquista di Dobropillia è più di un fatto militare: è un segnale politico. “Ogni chilometro liberato è una speranza per chi vive sotto occupazione”, racconta un residente della zona raggiunto al telefono. Ma la guerra, come ricordano gli ufficiali ucraini, non rallenta. E l’inverno ormai alle porte rischia di rendere tutto ancora più difficile.