Roma, 3 novembre 2025 – Lo spread tra Btp e Bund ha chiuso oggi a 74,3 punti base, il livello più basso dal dicembre 2010. Un dato che, secondo gli operatori di mercato, riflette una fase di relativa calma sui mercati obbligazionari europei e una ritrovata fiducia degli investitori nel debito italiano. Il rendimento del Btp decennale si è fermato al 3,4%, restando comunque sotto quello dell’Oat francese, che ha chiuso al 3,44%.
Spread Btp-Bund: minimo da quasi 15 anni
Con i suoi 74,3 punti base, lo spread torna ai livelli di un’epoca in cui la crisi del debito sovrano europeo non aveva ancora sconvolto i mercati. Da allora, questo indicatore è sempre stato un termometro della fiducia – o della preoccupazione – degli investitori sulla solidità dei conti pubblici italiani. Oggi, il differenziale si è stabilizzato a valori che mancavano da quasi quindici anni. “È un segnale di stabilità che il mercato riconosce all’Italia in questa fase”, ha spiegato un analista di una banca d’investimento a Piazza Affari, poco dopo la chiusura delle contrattazioni.
Rendimento Btp sotto quello francese: un segnale raro
Non solo spread: anche il rendimento del Btp decennale, il titolo di riferimento del debito italiano, si è mantenuto contenuto. Il tasso si è fermato al 3,4%, leggermente sotto quello dell’Oat francese (3,44%). Un dettaglio che non è passato inosservato tra gli addetti ai lavori. “È raro vedere il decennale italiano rendere meno di quello francese”, ha commentato un gestore obbligazionario di una società milanese. “Questo mostra sia una domanda forte per i titoli italiani sia alcune tensioni specifiche sul debito francese”.
Mercati in attesa delle mosse della BCE
La giornata di oggi si inserisce in un clima di attesa per le prossime decisioni della Banca Centrale Europea. Gli operatori seguono con attenzione le possibili mosse sui tassi d’interesse e le indicazioni che potrebbero arrivare da Francoforte. “Il mercato si aspetta una pausa da parte della BCE”, ha spiegato un economista romano, “e questo aiuta a mantenere bassi i rendimenti dei titoli periferici”. Solo pochi mesi fa, lo spread tra Btp e Bund superava i 150 punti base; oggi la situazione è molto diversa.
Fattori interni e l’impatto dello scenario internazionale
Secondo vari osservatori, il calo dello spread dipende anche da fattori interni. La recente approvazione della legge di bilancio e le rassicurazioni arrivate dal Ministero dell’Economia hanno contribuito a tranquillizzare gli investitori. “Il Tesoro ha gestito bene le ultime aste”, ha sottolineato un trader romano, “e questo ha rafforzato la fiducia”. Sullo sfondo restano però le incognite del quadro internazionale: la situazione in Medio Oriente e le tensioni commerciali tra Stati Uniti e Cina continuano a influenzare i mercati globali.
Reazioni sul mercato e prospettive
A Piazza Affari, la notizia del nuovo minimo dello spread è stata accolta con un cauto ottimismo. Alcuni operatori hanno sottolineato come il clima sia cambiato rispetto agli anni più difficili della crisi del debito. “C’è più fiducia nell’Italia”, ha ammesso un consulente finanziario davanti alla sede della Borsa, “ma resta fondamentale non abbassare la guardia: basta poco per far tornare l’incertezza”. Anche dal Ministero dell’Economia è arrivato un messaggio di prudenza: “I fondamentali restano solidi, ma bisogna continuare a mantenere la disciplina di bilancio”.
Uno scenario da seguire con attenzione
In sintesi, la chiusura dello spread a 74,3 punti base è un segnale positivo per l’Italia e per i mercati europei. Ma gli esperti avvertono che la situazione può cambiare rapidamente. Gli occhi degli investitori restano puntati sulle prossime mosse della BCE e sull’evoluzione del quadro economico internazionale. Per ora, però, il differenziale tra Btp e Bund racconta una storia di stabilità ritrovata – almeno per oggi.
 