Milano, 4 novembre 2025 – Il prezzo del gas naturale ha chiuso oggi in deciso rialzo: il future Ttf scambiato ad Amsterdam è salito del 2,55%, chiudendo a 32,4 euro al megawattora. Un segnale chiaro, dicono gli operatori, delle tensioni geopolitiche ancora vive e delle incertezze sulla domanda europea nei mesi a venire.
Il balzo del Ttf e le tensioni in Europa
La giornata è partita con un andamento in crescita. Già dalle prime ore del mattino, il future Ttf – il principale punto di riferimento per il gas in Europa – si muoveva intorno ai 31,6 euro al MWh. Poi, nel pomeriggio, dopo le 15, è arrivata l’accelerata che ha portato il prezzo a chiudere a 32,4 euro. Gli esperti di Refinitiv spiegano che la volatilità è stata spinta da notizie arrivate dall’area del Mar Baltico e dai timori di possibili interruzioni nelle forniture.
“Il mercato è molto nervoso di fronte a qualsiasi segnale di tensione geopolitica”, spiega Marco Ferri, strategist energetico di Banca IMI. “Basta una dichiarazione o un rallentamento nei flussi per scatenare gli acquisti”. Questo clima di incertezza si riflette anche nelle mosse delle utility europee, che cercano di mettere in sicurezza gli stoccaggi in vista dell’inverno.
Domanda, scorte e cosa aspettarsi per l’inverno
Il dato di oggi arriva in un momento delicato per l’energia in Europa. Gli stoccaggi di gas nei principali centri europei restano alti: secondo Gas Infrastructure Europe, la media supera l’89% della capacità. Ma le previsioni meteo per novembre e dicembre sono tutt’altro che certe. “Se farà più freddo del previsto, la domanda potrebbe salire rapidamente”, avverte Elena Rossi, analista di Nomisma Energia.
A complicare il quadro c’è anche la situazione internazionale. Le tensioni tra Russia e Ucraina continuano a influenzare le rotte di approvvigionamento verso l’Europa centrale. E poi c’è la concorrenza dei Paesi asiatici sul gas liquefatto (LNG), che mantiene alta la pressione sui prezzi spot. “Non si può escludere una corsa agli acquisti dell’ultimo minuto”, ammette Rossi.
Reazioni in Borsa e conseguenze per le famiglie
La risposta dei mercati è arrivata subito: le principali utility europee hanno visto oscillazioni nei titoli già dalla mattina. A Piazza Affari, Eni ha chiuso in rialzo dello 0,7%, mentre Snam ha guadagnato lo 0,5%. “Gli investitori seguono con attenzione ogni mossa dei prezzi del gas”, racconta un trader milanese contattato nel pomeriggio. “Ogni variazione cambia le aspettative sui margini delle aziende energetiche”.
Per i consumatori, l’effetto non si vede subito, ma potrebbe farsi sentire nei prossimi mesi. Le associazioni come Altroconsumo hanno già chiesto al governo di tenere d’occhio i prezzi e di valutare interventi di sostegno in caso di aumenti prolungati. “Non possiamo permetterci un’altra ondata di rincari sulle bollette”, ha detto il presidente, Federico Cavallo.
Cosa ci riserva il futuro
Guardando avanti, gli operatori restano cauti. Il prezzo attuale – 32,4 euro al MWh – è ancora lontano dai picchi del 2022, quando il Ttf superò i 300 euro. Ma la volatilità resta alta e gli esperti invitano alla prudenza. “La situazione è ancora molto incerta”, conclude Ferri. “Solo un ritorno alla normalità nelle forniture e una domanda stabile potranno calmare i mercati”.
Nel frattempo, tra speranze e paure, il settore energetico europeo continua a guardare ad Amsterdam: è lì che si decide il prezzo del gas che arriverà nelle case e nelle aziende italiane nei mesi più freddi dell’anno.
