Garlasco: la difesa di Venditti gioca la carta del tempo sui device sequestrati, il mistero si infittisce

Garlasco: la difesa di Venditti gioca la carta del tempo sui device sequestrati, il mistero si infittisce

Garlasco: la difesa di Venditti gioca la carta del tempo sui device sequestrati, il mistero si infittisce

Matteo Rigamonti

Novembre 4, 2025

Pavia, 4 novembre 2025 – Nel vortice di uno dei casi più controversi della cronaca italiana, il caso Garlasco torna sotto i riflettori con un nuovo capitolo: gli undici dispositivi sequestrati all’ex procuratore capo di Pavia, Mario Venditti. Lunedì pomeriggio, al tribunale di Brescia, la difesa ha chiesto un incidente probatorio che per ora blocca ogni analisi su computer, hard disk e telefoni. Un passo che potrebbe tenere nascosto il contenuto di quei device, al centro dello scontro tra accusa e difesa.

Mario Venditti, il protagonista finito sotto accusa

Il nome di Mario Venditti, ora in pensione, è spuntato soltanto da poco nell’indagine sull’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco, nel 2007. Secondo gli investigatori, Venditti avrebbe preso soldi da Giuseppe Sempio, padre di Andrea (indagato già nel 2017 e di nuovo oggi), per aiutare a chiudere il caso contro il figlio. Così la procura di Brescia ha iscritto anche Giuseppe Sempio tra gli indagati, con l’accusa di corruzione in atti giudiziari.

Un’inchiesta già segnata da continui colpi di scena si arricchisce di un nuovo filone che coinvolge direttamente chi per anni ha guidato la procura di Pavia. “Non ho mai preso decisioni da solo su intercettazioni o contratti di noleggio”, ha detto Venditti davanti al Tribunale del Riesame, ribadendo la sua innocenza.

Il “sistema Pavia” e la posta in gioco sui dispositivi

Parallelamente al caso Garlasco, Venditti è finito nel mirino dell’inchiesta Clean 2, che indaga sul cosiddetto “sistema Pavia”. Con il pm milanese Pietro Paolo Mazza, è accusato di corruzione e peculato. Secondo gli inquirenti, tra il 2014 e il 2021 avrebbe orchestrato una rete di favori tra magistrati, polizia giudiziaria e imprenditori. Se fosse vero, sarebbe un colpo duro per la credibilità della giustizia a Pavia.

Anche qui, i file contenuti nei dispositivi sequestrati a Venditti sono fondamentali. Gli investigatori credono che possano rivelare rapporti e scambi tra i protagonisti dell’indagine.

Il braccio di ferro sui device

Il sequestro degli undici device, avvenuto qualche mese fa, è diventato un vero campo di battaglia. Il primo sequestro era stato annullato dal Tribunale del Riesame per errori formali, senza entrare nel merito. Poi ne è stato disposto un altro, ma la difesa non ha perso tempo. L’avvocato Domenico Aiello, che difende Venditti, ha chiesto un incidente probatorio per bloccare l’analisi prevista per il 3 novembre pomeriggio.

“Non vogliamo che vengano fatti accertamenti e copie senza la presenza di un giudice imparziale”, ha detto Aiello ai giornalisti fuori dall’aula. La richiesta, arrivata all’ultimo minuto, ha costretto il collegio a rinviare la decisione. L’udienza è durata circa due ore, chiudendosi con la promessa di valutare le richieste nei prossimi giorni.

Mosse della difesa e tempi incerti

Chi segue il caso da vicino vede nella mossa della difesa un modo per guadagnare tempo e rallentare le verifiche sui dispositivi. Una strategia lecita in tribunale, ma che rischia di far slittare ancora la scoperta di cosa contengano quei file.

“È tutta una messinscena alimentata dal chiacchiericcio mediatico”, ha detto Aiello, definendo Venditti una “vittima sacrificale” di uno “show giudiziario” che dura da quasi vent’anni. Parole che risuonano nei corridoi del tribunale, mentre fuori il caso continua a far discutere.

Il nodo resta aperto

Resta da vedere quale sarà il destino degli undici device e delle informazioni chiave che potrebbero custodire. Solo dopo la decisione del collegio si capirà se gli inquirenti potranno finalmente accedere ai dati o se la battaglia legale andrà avanti senza fine.

Intanto, il caso Garlasco si conferma come uno dei capitoli più intricati della giustizia italiana recente: tra nuovi indagati, tattiche difensive e continui colpi di scena, la verità sembra ancora lontana.