Parma, 4 novembre 2025 – Chiara Petrolini, 22 anni, è tornata oggi davanti alla Corte d’Assise di Parma per rispondere dell’accusa di aver ucciso e seppellito i suoi due figli neonati tra maggio 2023 e agosto 2024. Secondo la perizia del medico legale Valentina Bugelli, sentita in aula, almeno uno dei due bambini sarebbe nato vivo e avrebbe respirato prima di morire. Un dettaglio che pesa molto sul processo, mentre la città segue ogni sviluppo con grande attenzione.
Il secondo neonato è nato vivo: la perizia che cambia tutto
La dottoressa Bugelli, chiamata dalla Procura, ha illustrato i risultati degli esami sul corpo del secondo neonato, il primo ritrovato nell’estate scorsa. “Il piccolo ha respirato più volte dopo il parto,” ha spiegato la specialista. “Tra il taglio del cordone ombelicale e la morte sono passati almeno quattro o cinque minuti, forse anche sette.” Il cordone, ha detto, presentava un “taglio netto da strumento tagliente”, probabilmente forbici. Ma quel tagliente non è mai stato trovato dagli investigatori.
La Procura ipotizza che proprio quel taglio improvviso e non assistito abbia provocato una rapida emorragia fatale. “Il bambino è morto dissanguato,” ha aggiunto Bugelli, “dopo essere venuto al mondo completamente solo.” Un quadro che lascia poco spazio ai dubbi sulla dinamica dei fatti, almeno per il secondo parto.
Il primo parto: una morte avvolta nell’incertezza
Molto più complicato il racconto sulla morte del primogenito, nato nel maggio 2023 e trovato solo qualche settimana prima del fratellino. “Con resti scheletrici non potremo mai stabilire con certezza la causa della morte,” ha ammesso la dottoressa Bugelli davanti ai giudici. Però ha sottolineato che anche quel parto è avvenuto “in totale autonomia” e senza segni di complicazioni ostetriche.
La perizia parla di una morte “endouterina” che in queste condizioni è “estremamente rara: una possibilità su un milione.” Questo spinge gli inquirenti a pensare che anche il primo neonato fosse nato vivo. Ma la mancanza di tessuti molli e prove certe lascia aperti molti dubbi, che solo il processo potrà sciogliere.
La perizia psichiatrica: nessuna malattia mentale
Sul banco dei testimoni è salito anche Mario Amore, consulente psichiatrico della Procura di Parma. Il suo giudizio è chiaro: “Chiara Petrolini non ha disturbi psichiatrici documentabili. Non ci sono malattie mentali organiche né disturbi della personalità.” Secondo Amore, la giovane “ha piena capacità di intendere e di volere.”
Ma qualcosa emerge dai colloqui con l’imputata. “C’è una povertà interiore ed emotiva,” ha spiegato lo psichiatra, “una certa ambivalenza, una scarsa empatia.” Un quadro che si è accentuato durante le gravidanze, ma che – secondo i consulenti – non basta a spiegare fino in fondo i gesti contestati.
Il profilo psicologico: solitudine e segreti
Domenico Berardi, altro consulente dell’accusa, ha aggiunto un particolare che ha colpito l’aula. “Petrolini è diventata spregiudicata con le gravidanze: non ha detto nulla ai genitori, ha partorito da sola. Sembra quasi guidata da un meccanismo freddo, che segue un suo disegno difficile da capire, ma con una certa continuità.” Un atteggiamento che – secondo Berardi – non si spiega con una malattia psichiatrica, ma piuttosto con una chiusura emotiva profonda.
In aula si sente la tensione. I genitori di Chiara, seduti tra il pubblico, ascoltano in silenzio. Gli avvocati della difesa prendono appunti senza sosta. La Corte si prende qualche giorno per valutare le nuove perizie.
Un processo che scuote Parma
Il caso di Chiara Petrolini continua a scuotere Parma e tutta la provincia. Le indagini hanno messo insieme una storia di solitudine, silenzi e gesti estremi. Nessun disturbo mentale certificato, ma una “povertà emotiva” che, secondo gli esperti, ha pesato sulle sue scelte.
La prossima udienza è fissata per la settimana prossima. La città aspetta risposte definitive su una vicenda che ha lasciato sgomenti tanti cittadini. Nel frattempo, restano le parole dei consulenti e le domande ancora aperte sulla sorte dei due neonati sepolti in silenzio.
