Vincenzo Lanni: la verità sull’accoltellatore di piazza Gae Aulenti e il suo oscuro passato

Vincenzo Lanni: la verità sull'accoltellatore di piazza Gae Aulenti e il suo oscuro passato

Vincenzo Lanni: la verità sull'accoltellatore di piazza Gae Aulenti e il suo oscuro passato

Matteo Rigamonti

Novembre 4, 2025

Milano, 4 novembre 2025 – Vincenzo Lanni, 59 anni, è stato identificato come l’uomo che ha accoltellato Anna Laura Valsecchi ieri mattina in piazza Gae Aulenti, a Milano. Un volto già noto alle forze dell’ordine: dieci anni fa, nel 2015, aveva ferito gravemente due anziani nella provincia di Bergamo. All’epoca, davanti agli investigatori, confessò senza mezzi termini: «Volevo uccidere perché sono un fallito». Ora quel passato torna a galla, con inquietanti parallelismi e molti dubbi sulle precauzioni prese nel frattempo.

Il passato oscuro di Lanni: gli accoltellamenti del 2015

Il nome di Vincenzo Lanni era già emerso nelle indagini del 21 agosto 2015. Quella mattina, verso le 7, a Villa di Serio un uomo di 82 anni venne colpito all’addome davanti a un bar. L’aggressore scappò subito. Poche ore più tardi, ad Alzano Lombardo, un altro anziano di 80 anni fu ferito con un coltello da cucina nel sottopassaggio del parco Montecchio. Entrambi sopravvissero, ma le ferite erano serie. Per ore, i carabinieri si sono messi sulle tracce del responsabile, cercando di ricostruire quel misterioso “giallo”.

Solo dopo un’indagine serrata, con l’aiuto delle telecamere di sorveglianza – che avevano ripreso un uomo con una borsa di tela verde – gli investigatori risalirono a Lanni. Un dettaglio che torna anche nel caso di Milano: la stessa borsa verde è stata notata dagli agenti nelle immagini in piazza Gae Aulenti.

Dietro il gesto: il profilo di un uomo in crisi

Quando venne fermato nel 2015, Lanni spiegò il perché di quei gesti. «Ero insoddisfatto, mi sentivo un fallito», avrebbe detto durante gli interrogatori, come riportato dal Corriere di Bergamo. Senza lavoro, senza famiglia e senza speranze: così si descriveva. «O mi ammazzo o ammazzo qualcuno», confessò ai carabinieri. Il suicidio lo aveva scartato: «perché sono un vigliacco». Scelse come vittime donne e anziani – «più facili da colpire», disse.

Dopo aver ferito i due pensionati, raccontò di essersi spostato nella parte alta di Bergamo, a La Rocca, in cerca di un’altra vittima. Solo la presenza di altre persone lo aveva fermato. Un piano lucido, nonostante tutto, che aveva lasciato senza parole gli investigatori.

Una vita segnata dalla solitudine e dagli scacchi

Bergamasco di origine, Lanni era da tempo seguito dai servizi psichiatrici. Non aveva moglie né compagna, né amici stretti. L’unico legame familiare rimasto è una sorella gemella – che lo ha riconosciuto anche questa volta dalle immagini diffuse dai carabinieri. È stata lei a fornire agli inquirenti il nome che ha chiuso il cerchio sull’aggressione in piazza Gae Aulenti.

Appassionato di scacchi e di romanzi gialli, con un passato da programmatore informatico interrotto nel 2012 dopo aver perso il lavoro, negli ultimi tempi si era rifugiato in una comunità di recupero nel Varesotto. Da lì era stato allontanato poco prima dell’aggressione: le ragioni sono ancora al vaglio degli inquirenti.

La condanna e la semi infermità mentale riconosciuta

Per gli episodi del 2015, Lanni fu processato e condannato il 19 maggio 2016 dal giudice Tino Palestra a otto anni di carcere e tre anni in una struttura psichiatrica. Gli venne riconosciuta la semi infermità mentale: secondo le perizie, soffriva di un disturbo schizoide della personalità e la sua capacità di intendere e volere era «grandemente scemata». Durante il processo disse chiaramente: «Non ero in me». Agli anziani feriti scrisse anche una lettera di scuse.

La Procura aveva chiesto una pena più dura; la difesa, con l’avvocata Cinzia Pezzotta, puntò invece al minimo. La sentenza tenne conto proprio delle sue condizioni psichiche.

La violenza torna a colpire: cosa è andato storto?

Dopo la scarcerazione e il periodo passato in comunità, Lanni è tornato a vivere ai margini. Nelle ultime ore è stato trovato in un albergo di Milano, dove si era nascosto dopo aver accoltellato Anna Laura Valsecchi. Gli investigatori stanno ricostruendo i suoi movimenti e verificando se nei mesi scorsi siano sfuggiti segnali importanti.

Resta aperto il nodo più difficile: come è stato possibile che un uomo con un passato così grave sia tornato a fare del male? Una domanda che scuote la città e chi dovrebbe vigilare su chi rischia di diventare pericolo per sé e per gli altri.