Roma, 5 novembre 2025 – Nei primi nove mesi del 2025, le entrate tributarie erariali hanno superato i 426,9 miliardi di euro, con un aumento di 8,4 miliardi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A diffondere il dato è stato oggi il Dipartimento Finanze del Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef), attraverso il consueto bollettino mensile. La crescita si attesta intorno al 2% su base annua, un segnale che, secondo gli esperti, riflette sia la tenuta dei consumi sia l’effetto delle ultime misure fiscali.
Imposte dirette e indirette: chi tira e chi frena
Entrando nel dettaglio, le imposte dirette – che comprendono soprattutto Irpef e Ires – hanno raggiunto i 242 miliardi di euro, con un aumento di appena 807 milioni rispetto ai primi nove mesi del 2024. Un incremento molto contenuto, dello 0,3%, che, secondo fonti del Mef, “rispecchia la stabilità dei redditi dichiarati e una crescita moderata dell’occupazione nel primo semestre”.
Diversa invece la storia delle imposte indirette, che arrivano a quota 185 miliardi. Qui la crescita è più evidente: +7,6 miliardi, pari a un +4,3%. Dal Dipartimento Finanze spiegano che “il risultato è legato soprattutto alla buona performance dell’Iva e delle accise sui carburanti”, trainate da consumi in ripresa e prezzi dell’energia ancora alti.
Tra ottimismo e prudenza: le reazioni ai numeri
Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha commentato i numeri sottolineando che “la crescita delle entrate conferma la solidità della ripresa in corso”. Tria ha aggiunto che “il governo continuerà a seguire da vicino l’andamento delle entrate per assicurare il rispetto degli obiettivi di bilancio”.
Più cauti gli osservatori indipendenti. Il centro studi Prometeia fa notare che “l’aumento delle imposte indirette è in parte dovuto a un’inflazione ancora sostenuta”, mentre “la crescita delle imposte dirette resta debole e mostra una crescita limitata dei redditi reali”. Un quadro che invita a non abbassare la guardia, soprattutto in vista della prossima legge di Bilancio.
Consumi, inflazione e misure: cosa ha mosso le entrate
A influire sulle entrate tributarie sono stati diversi fattori. Da una parte, la ripresa dei consumi – soprattutto nel commercio e nel turismo – ha sostenuto il gettito Iva. Dall’altra, i prezzi dei carburanti hanno mantenuto alto il livello delle accise. Nel frattempo, alcune misure introdotte nel 2024 – come la revisione degli scaglioni Irpef e gli incentivi alle imprese – hanno avuto effetti diversi sulle imposte dirette e indirette.
Il bollettino del Mef sottolinea anche che “l’andamento delle entrate è influenzato dalla tempistica dei versamenti e dalle modifiche normative degli ultimi mesi”. In particolare, il posticipo di alcune scadenze fiscali ha inciso sulla distribuzione mensile del gettito.
Cosa aspettarsi da qui a fine anno
Guardando avanti, gli analisti prevedono una sostanziale continuità nella crescita delle entrate. Molto però dipenderà da come andrà l’economia nei prossimi mesi e dalle scelte che il governo farà con la legge di Bilancio. L’obiettivo è mantenere questo trend positivo per avere margini di manovra su spesa sociale e investimenti.
“Seguiamo con attenzione i prossimi dati”, ha detto una fonte del Mef contattata da alanews.it. “Solo allora potremo capire davvero l’impatto delle misure adottate e valutare eventuali correzioni”.
In attesa dei dati definitivi sull’intero 2025, il quadro tracciato dal Dipartimento Finanze offre un buon punto di partenza per capire come si muove la finanza pubblica italiana in questa fase delicata. Un equilibrio ancora fragile, tra la spinta alla crescita e i vincoli di bilancio che non si allentano.
