La testimonianza toccante di una vedova: «Dopo l’aggressione, mio marito ha smesso di vivere»

La testimonianza toccante di una vedova: «Dopo l'aggressione, mio marito ha smesso di vivere»

La testimonianza toccante di una vedova: «Dopo l'aggressione, mio marito ha smesso di vivere»

Matteo Rigamonti

Novembre 5, 2025

Milano, 5 novembre 2025 – Ieri mattina, in piazza Gae Aulenti, è tornato a colpire Vincenzo Lanni, risvegliando un dolore mai del tutto passato per Kadijia, 74 anni, vedova di Luigi Novelli. Lanni, già noto alle forze dell’ordine per aggressioni simili nel 2015, ha accoltellato alle spalle Anna Laura Valsecchi, un gesto che ha riportato a galla il trauma vissuto dalla famiglia Novelli. “Quando ho visto cosa era successo a quella donna, ho subito pensato che poteva essere ancora lui”, ha raccontato Kadijia nella sua casa di Alzano Lombardo, vicino a Bergamo.

L’aggressione che ha cambiato tutto

Era il 20 agosto 2015 quando Luigi Novelli, allora 75 anni, fu colpito alle spalle da un lungo coltello da cucina. Poche ore prima, lo stesso Lanni aveva già ferito un altro anziano, Antonio Castelletti. Il modo di agire era lo stesso: un attacco improvviso, in pieno giorno, senza alcun preavviso. “Mio marito all’inizio non capiva cosa fosse successo”, racconta Kadijia. “Ha sentito un dolore alla schiena, ma pensava fosse solo un dolore dell’età. Ha camminato fino alla biblioteca, poi è crollato”. Solo grazie alla presenza di un medico tra i presenti si è evitato il peggio: “Gli aveva tamponato la ferita, aveva perso molto sangue. La lama era rimasta conficcata, l’hanno tolta solo dopo, alla clinica Gavazzeni”.

La ferita che non si è mai chiusa

Anche se la lama non aveva colpito organi vitali e Luigi era stato dimesso dopo due mesi, qualcosa dentro di lui si era spezzato. “Da allora non è più uscito di casa”, spiega la moglie. “Aveva paura, una sofferenza costante. E temeva di incontrare di nuovo quell’uomo, anche se sapeva che era in carcere”. Solo più tardi scoprì che Lanni frequentava la stessa biblioteca: “Era quello che stava sempre seduto lì vicino, in silenzio, senza parlare con nessuno”, raccontano i bibliotecari.

La depressione ha preso il sopravvento. Due anni dopo l’aggressione, Luigi è morto. “È andato via piano piano”, ricorda Kadijia. “Nei tre anni successivi non uscivo quasi più di casa. Per me era più il dolore che la paura”. Una vita stravolta per sempre da un gesto improvviso e violento.

Il processo e il tentativo fallito di reinserimento

Dopo le aggressioni del 2015, Vincenzo Lanni è stato condannato a otto anni di carcere e tre in una struttura psichiatrica. Durante il processo gli è stato diagnosticato un disturbo schizoide della personalità, ma la condanna non è stata evitata. Finita la pena, Lanni è stato affidato a un programma di reinserimento nella comunità 4Exodus.

Nei giorni scorsi, però, è stato allontanato per cattiva condotta. La comunità gli aveva consigliato di rivolgersi ai servizi specializzati e si era offerta di accompagnarlo. Ma durante il trasferimento, Lanni ha deciso di allontanarsi da solo: “Ha esercitato un diritto che gli spettava, essendo un uomo libero”, hanno spiegato dalla comunità.

La rabbia della vedova e il nodo della sicurezza

Kadijia non ha dubbi: “Una persona così è malata, non si può lasciare libera di girare”. Le sue parole raccontano la frustrazione di chi ha subito un torto e teme che possa ripetersi. Questa storia riapre il dibattito su come gestire chi rappresenta un pericolo per la società, anche dopo aver scontato la pena, e su quali garanzie si possano offrire ai cittadini.

Intanto, Anna Laura Valsecchi resta ricoverata all’ospedale Niguarda: le sue condizioni sono stabili, ma la paura resta tra chi vive in zona. Ieri mattina, poco dopo le 9, piazza Gae Aulenti è stata teatro di un’aggressione che, come sottolineano gli investigatori, avrebbe potuto avere conseguenze molto più gravi.

La storia di Luigi Novelli e della sua famiglia si intreccia così con i fatti di oggi. Un filo che lega passato e presente, tra dolore privato e domande aperte sulla sicurezza di tutti.