Roma, 5 novembre 2025 – Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture, ha preso la parola oggi in Consiglio dei Ministri per aggiornare i colleghi sulla situazione del Ponte sullo Stretto di Messina, dopo l’intervento della Corte dei Conti. L’informativa, molto attesa a Palazzo Chigi, arriva in un momento delicato per il progetto. La magistratura contabile ha infatti chiesto chiarimenti su alcuni aspetti legati alle procedure e ai costi dell’opera. Salvini ha ribadito la volontà del governo di “far partire i lavori al più presto”, ma ha anche evidenziato che bisogna prima aspettare le motivazioni ufficiali della Corte per rispondere nel merito.
Corte dei Conti blocca o semplice verifica?
Il nodo principale, spiegano fonti ministeriali, riguarda la richiesta della Corte dei Conti di approfondire le procedure adottate per rilanciare il Ponte sullo Stretto. Per Salvini, però, non si tratta di un via libera negato o di uno stop. “È solo un controllo di legalità”, ha detto chiaramente durante la riunione. “Attendiamo le motivazioni della Corte per poter rispondere con precisione”. Nel pomeriggio, il ministero delle Infrastrutture ha confermato la linea: nessun blocco, ma massima attenzione alle osservazioni degli organi di controllo.
Il governo spinge, l’opposizione frena
Il dossier Ponte sullo Stretto resta una priorità per l’esecutivo Meloni. Salvini, che da mesi spinge per avviare i cantieri entro la fine del 2025, ha ribadito anche oggi che “l’obiettivo non cambia”. Fonti vicine al ministro raccontano un clima teso ma determinato: “Non si torna indietro”, avrebbe detto Salvini ai colleghi. Ma le opposizioni non lasciano passare inosservate le difficoltà. Il deputato Pd Antonio Nicita, siciliano, ha commentato: “Il governo promette tempi rapidi, ma ancora mancano tanti passaggi tecnici e autorizzativi”.
Il progetto e le sfide ancora aperte
Tecnicamente, il progetto del Ponte sullo Stretto è tornato alla ribalta dopo anni di fermo. Il decreto legge approvato nella primavera 2023 ha riattivato la società Stretto di Messina Spa e stanziato i primi fondi per la progettazione esecutiva. Ma, spiegano dal ministero, restano ancora nodi importanti da sciogliere: la valutazione d’impatto ambientale, i pareri delle Regioni coinvolte (Sicilia e Calabria) e le verifiche sui costi totali dell’opera. Secondo i dati della struttura commissariale, il costo stimato supera i 13 miliardi di euro, con almeno sette anni previsti per portare a termine i lavori.
La Corte dei Conti e l’attesa del governo
La Corte dei Conti non ha ancora reso note le motivazioni che hanno spinto a chiedere chiarimenti. “Solo dopo potremo rispondere punto per punto”, ha spiegato Salvini. Nel frattempo, il ministero delle Infrastrutture sta preparando una relazione aggiornata da inviare sia alla Corte sia al Parlamento. Fonti governative sottolineano che “trasparenza e legalità restano priorità”, ma ribadiscono che “non ci sono ostacoli per far partire i lavori”. La partita resta aperta: si deciderà tutto nelle prossime settimane, in base a come l’esecutivo risponderà alle osservazioni degli organi di controllo.
Tra opinioni contrastanti e futuro incerto
Intanto, il dibattito sul Ponte sullo Stretto continua a far discutere. Da una parte, imprenditori e sindacati chiedono tempi certi e garanzie per l’occupazione; dall’altra, ambientalisti e comitati locali sollevano dubbi sull’impatto dell’opera. “Non basta annunciare l’inizio dei lavori – ha detto il presidente di Legambiente Sicilia, Gianfranco Zanna – servono risposte serie su ambiente e sicurezza”. Il governo, dal canto suo, cerca di rassicurare tutti: “Sarà un’opera trasparente e controllata in ogni fase”, dicono dal ministero.
La prossima settimana potrebbe essere decisiva: sono attese le motivazioni della Corte dei Conti e una nuova riunione tecnica tra ministero e società Stretto di Messina Spa. Solo allora si capirà se il cronoprogramma fissato da Salvini sarà rispettato o se serviranno nuovi aggiustamenti.
