Stop ai messaggi green ingannevoli: il Cdm approva il decreto decisivo

Stop ai messaggi green ingannevoli: il Cdm approva il decreto decisivo

Stop ai messaggi green ingannevoli: il Cdm approva il decreto decisivo

Matteo Rigamonti

Novembre 5, 2025

Roma, 5 novembre 2025 – Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera oggi, su proposta del ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, a un nuovo decreto legislativo che recepisce la direttiva europea sulla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde”. La riunione a Palazzo Chigi nel primo pomeriggio ha visto approvare un provvedimento pensato per rafforzare le tutele contro le pratiche commerciali scorrette legate alla sostenibilità ambientale e sociale. Al centro dell’attenzione ci sono i cosiddetti green claims ingannevoli. L’obiettivo è chiaro: fornire ai consumatori informazioni più trasparenti e verificabili, proteggendo al tempo stesso le imprese italiane che lavorano con correttezza.

Greenwashing nel mirino: stop alle false promesse sul Made in Italy

“Con questo decreto mettiamo nel mirino il fenomeno del greenwashing per difendere il vero Made in Italy sostenibile e dare valore a chi fa le cose in modo onesto e responsabile”, ha spiegato il ministro Urso al termine del Consiglio. Il testo aggiorna il Codice del consumo, ampliando la lista delle pratiche commerciali vietate. Saranno considerate scorrette – e punibili – tutte le affermazioni ambientali vaghe o senza prove, come presentare prodotti “neutri” o “a impatto zero” senza dati concreti.

Il tema è caldo soprattutto nei settori della moda e del tessile, dove spesso la sostenibilità viene usata come leva di marketing. “Vogliamo tutelare i consumatori, così potranno fare acquisti più consapevoli, e difendere le imprese italiane da chi gioca sporco, falsando la concorrenza”, ha aggiunto Urso, sottolineando come la trasparenza sia ormai una richiesta diffusa tra la gente.

Definizioni chiare e nuove etichette per i prodotti

Il decreto introduce una serie di definizioni precise: da “asserzione ambientale” a “marchio di sostenibilità”, passando per “durabilità” e “riparabilità” dei beni. Parole che fino a oggi venivano interpretate in modo diverso e spesso confuso. L’intento è rendere più chiara la comunicazione sulle caratteristiche ambientali dei prodotti, aiutando i consumatori a riconoscere subito quelli che sono davvero sostenibili.

Tra le novità, anche nuove regole per rendere più trasparenti le informazioni rivolte ai consumatori. Le norme varranno anche per i contratti fatti online, dove – secondo le associazioni dei consumatori – si concentrano molte pratiche scorrette. In particolare, sarà introdotto un avviso uniforme sulla garanzia legale e una etichetta armonizzata che segnalerà subito la durabilità dei prodotti, sia sugli scaffali fisici sia nei negozi digitali.

Sanzioni e controlli affidati all’Antitrust

Chi non rispetterà le nuove regole sarà sotto la lente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (Antitrust). L’ente potrà applicare le sanzioni già previste per le pratiche commerciali scorrette, con multe che, secondo fonti del ministero, potranno arrivare a diverse decine di migliaia di euro nei casi più gravi. Un messaggio chiaro alle aziende: chi comunica in modo ingannevole si espone a conseguenze serie.

Le prime stime del ministero indicano che il decreto peserà soprattutto sulle aziende dei settori più a rischio greenwashing. Moda, tessile, ma anche elettronica ed elettrodomestici: comparti dove la sostenibilità spesso viene usata come argomento di vendita senza controlli adeguati.

Consumatori più protetti e mercato più giusto

Le associazioni dei consumatori hanno accolto con favore il decreto. “Ci voleva un intervento che facesse chiarezza nella confusione delle dichiarazioni ambientali”, ha commentato Massimiliano Dona dell’Unione Nazionale Consumatori. Anche alcune imprese della moda hanno espresso apprezzamento: “Solo così si tutela chi investe davvero nella sostenibilità”, ha detto un portavoce di Sistema Moda Italia.

Il decreto entrerà in vigore nelle prossime settimane, dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Per il governo è un passo avanti nella lotta al greenwashing e nella valorizzazione del vero Made in Italy. Solo allora, forse, i consumatori potranno muoversi con più sicurezza tra scaffali e siti web, scegliendo prodotti davvero rispettosi dell’ambiente.