Tragedia alla Torre dei Conti: il mistero del cedimento e la morte dell’operaio Octay Stroici

Tragedia alla Torre dei Conti: il mistero del cedimento e la morte dell'operaio Octay Stroici

Tragedia alla Torre dei Conti: il mistero del cedimento e la morte dell'operaio Octay Stroici

Matteo Rigamonti

Novembre 5, 2025

Roma, 5 novembre 2025 – Octay Stroici, operaio romeno di 66 anni, è morto la scorsa notte all’ospedale Umberto I, dopo essere rimasto sepolto per più di undici ore sotto le macerie del crollo alla Torre dei Conti, nel cuore dei Fori Imperiali. L’uomo era stato estratto dai soccorritori poco prima della mezzanotte, ma le sue condizioni erano subito apparse gravissime. La Procura di Roma ha aperto un’indagine per capire cosa abbia causato il cedimento, sospettando un errore durante i lavori preliminari.

Torre dei Conti, doppio crollo in poche ore

I vigili del fuoco, insieme agli operai presenti, hanno ricostruito una giornata drammatica: la Torre dei Conti è crollata due volte, prima alle 11.20 e poi alle 12.50. Stroici, impegnato nei lavori di adeguamento della struttura, è rimasto intrappolato in una strettoia di ferro e cemento, bloccato da detriti e travi. “Fate in fretta, non riesco a muovermi, sto per cedere, aiutatemi”, avrebbe detto ai soccorritori mentre passava le ore sotto le macerie. La moglie Mariana e la figlia Alina hanno aspettato notizie fuori dal cantiere fino a notte fonda.

Indagini in corso: possibile errore umano dietro il cedimento

La Procura di Roma, guidata dal pm Mario Dovinola e dall’aggiunto Antonino Dimaio, ha aperto un fascicolo per omicidio colposo. Si indaga su un possibile “scollegamento” del solaio, ovvero la rimozione delle puntellature che reggevano il soffitto per poter sostituire e adeguare l’ascensore interno e costruirne uno esterno. Una fonte del cantiere ha spiegato che “il solaio è stato scollegato per permettere i lavori sull’ascensore e sulla futura sala conferenze”. I carabinieri hanno consegnato una prima informativa alla Procura nella serata di ieri.

Il cantiere e i ritardi: un progetto da quasi sette milioni di euro

I lavori alla Torre dei Conti fanno parte di 335 progetti del piano “Roma Caput Mundi”, finanziati con un decreto del governo Draghi il 24 giugno 2022. In tutto sono stati stanziati 6,9 milioni di euro. Il cantiere è partito solo a giugno 2025, con tre anni di ritardo rispetto ai tempi previsti. Le ditte coinvolte sono Edilerica srl e Picalarga Srl. I primi interventi hanno riguardato la rimozione dell’amianto e i lavori preliminari. Una relazione tecnica del Campidoglio segnalava “una diffusa disgregazione degli elementi costruttivi” e la crescita di piante spontanee che avevano peggiorato il deterioramento delle mura.

La testimonianza degli operai: paura e panico sotto le macerie

“Abbiamo sentito un forte boato, poi il crollo. La polvere ci ha coperto tutto per minuti, non si vedeva niente”, hanno raccontato due operai sopravvissuti ai carabinieri. Un altro lavoratore, Gaetano La Manna, 64 anni, è stato ricoverato all’ospedale San Giovanni con un trauma cranico, ma non è in pericolo di vita. I soccorritori hanno usato una pompa Elephant per aspirare i detriti e raggiungere Stroici, ma le operazioni sono state rallentate da un secondo cedimento interno.

Stato della Torre: chiusa e in condizioni precarie

La Torre dei Conti è chiusa al pubblico dal 2007. Una determina del 22 maggio scorso evidenziava l’urgenza di completare la progettazione per rispettare le scadenze europee e iniziare i lavori in tempo. L’obiettivo era trasformare la Torre in un polo museale entro il 2026. Le relazioni tecniche parlavano di “estesi fenomeni di distacco” delle murature esterne e della presenza di piante le cui radici avevano aggravato il deterioramento. All’interno si segnalavano crolli di controsoffitti moderni, infissi rovinati e infiltrazioni d’acqua mai risolte, nonostante interventi parziali nel 2019.

Sicurezza nei cantieri: il monitoraggio fermo e le polemiche

Agostino Calcagno, segretario regionale della Feneal Uil, ha ricordato che “il tavolo sul monitoraggio nei cantieri giubilari si è fermato prima dell’estate”. Un fatto che ora pesa sulle indagini e sulle responsabilità di chi doveva controllare. La morte di Octay Stroici riapre il dibattito sulla sicurezza nei cantieri pubblici e sulla gestione delle opere in vista del Giubileo.

La famiglia dell’operaio aspetta risposte. “A Octay mancava solo un anno alla pensione”, ha detto la moglie Mariana ai cronisti fuori dall’ospedale. “Poteva smettere, ma ha continuato a lavorare”. Ora spetterà alla magistratura capire se quella scelta è stata tradita da una serie di errori evitabili.