Boulder, 6 novembre 2025 – Il ghiacciaio Hektoria, nella penisola antartica, si è ridotto di quasi metà in appena due mesi, tra fine 2022 e inizio 2023. È il ritiro più veloce mai registrato negli ultimi anni. A segnalarlo è uno studio pubblicato su Nature Geoscience da un team dell’Università del Colorado – Boulder. La scoperta apre nuovi interrogativi sulla tenuta dei ghiacciai in Antartide e sulle possibili conseguenze per l’innalzamento del livello del mare.
Otto chilometri in due mesi: un arretramento senza precedenti
Lo studio, basato su immagini satellitari, foto aeree e misurazioni altimetriche raccolte tra febbraio 2022 e agosto 2023, mostra che il ghiacciaio Hektoria si è ritirato di almeno otto chilometri in soli due mesi. Un ritmo quasi dieci volte più veloce di qualsiasi altro ghiacciaio terrestre, cioè ancorato al suolo e non galleggiante. Il momento più critico è stato tra novembre e dicembre 2022, quando la fronte del ghiacciaio si è spostata indietro di circa 0,8 chilometri al giorno. “Il ritiro di Hektoria ci ha davvero sorpreso”, ha ammesso Ted Scambos, coordinatore dello studio. “Un fenomeno così rapido cambia le carte in tavola su cosa possiamo aspettarci da altri ghiacciai più grandi del continente”.
Cosa ha spinto il ghiacciaio a ritirarsi così in fretta?
Gli scienziati hanno messo in relazione il ritiro record con una serie di terremoti avvenuti nella stessa zona nello stesso periodo. Le onde sismiche, spiegano, corrispondono al distacco di iceberg da un ghiacciaio terrestre. A favorire tutto ciò sarebbe la forma particolare del fondale: il ghiacciaio poggia su una superficie rocciosa piatta, proprio nel punto in cui passa da terraferma a galleggiante. Con il ghiaccio che si assottiglia, l’oceano ha spinto più facilmente la massa glaciale, facilitando il distacco di pezzi di ghiaccio. “Se condizioni simili si presentassero in altre zone”, ha aggiunto Scambos, “potremmo vedere un’accelerazione importante nell’innalzamento del livello del mare dall’Antartide”.
Un campanello d’allarme per altri ghiacciai
Il caso di Hektoria preoccupa gli esperti perché potrebbe essere un segnale per altri grandi ghiacciai antartici. Finora, eventi simili erano stati osservati solo su ghiacciai galleggianti o in zone con grandi variazioni climatiche. Qui, invece, si parla di un ghiacciaio ancorato al suolo. “Questo episodio ci costringe a rivedere quanto velocemente i ghiacciai possono reagire ai cambiamenti ambientali”, ha spiegato uno degli autori durante una conferenza stampa a Boulder. Il timore è che fenomeni così rapidi possano coinvolgere masse glaciali più estese, con effetti diretti sull’innalzamento dei mari e sulle comunità costiere.
Occhi puntati sul futuro: monitoraggio e nuove sfide
Il gruppo dell’Università del Colorado – Boulder continuerà a seguire la zona con satelliti e sensori sismici. Vogliono capire se questo fenomeno sia un caso isolato o se potrebbe accadere altrove. “Ci servono dati più precisi”, ha sottolineato Scambos, “per capire quanto sia diffuso questo comportamento nei ghiacciai terrestri”. Nel frattempo, la comunità scientifica resta in allerta: il caso Hektoria potrebbe essere solo il primo segnale di una nuova fase nell’evoluzione dei ghiacci antartici.
Per ora, resta un dato chiaro: il ghiacciaio Hektoria ha fissato un nuovo limite nella storia dei cambiamenti climatici polari. E la domanda che si fanno in tanti, tra laboratori e centri di ricerca, è se e quando altri ghiacciai seguiranno la stessa sorte.
