Petrolio in ripresa: wti raggiunge i 59,82 dollari al barile

Petrolio in ripresa: wti raggiunge i 59,82 dollari al barile

Petrolio in ripresa: wti raggiunge i 59,82 dollari al barile

Matteo Rigamonti

Novembre 6, 2025

Milano, 6 novembre 2025 – La giornata si è aperta con un leggero rialzo del prezzo del petrolio sui mercati internazionali. Il WTI viene scambiato a 59,82 dollari al barile, in crescita dello 0,30%, mentre il Brent sale a 63,72 dollari, con un aumento dello 0,33%. Dietro questo movimento, secondo gli operatori, ci sono le tensioni geopolitiche e le attese per le prossime mosse dell’OPEC+.

Prezzi in rialzo: i numeri di questa mattina

Questa mattina il mercato delle materie prime ha registrato un aumento contenuto, ma non trascurabile. Il WTI, punto di riferimento per gli Stati Uniti, ha toccato quota 59,82 dollari alle 9.30 ora italiana. Nel frattempo, il Brent, che fa da benchmark in Europa e a livello globale, si è posizionato a 63,72 dollari. Gli scambi sono stati vivaci, con volumi in linea con la media recente. “Il mercato segue con attenzione le mosse dei grandi produttori”, ha spiegato un analista di una banca d’affari di Londra.

Dietro al rialzo: geopolitica e OPEC+ tengono banco

Molti osservatori collegano questo leggero aumento alle tensioni in alcune zone chiave per la produzione e alle aspettative sulle riunioni dell’OPEC+ in programma a Vienna. “Si aspetta con ansia la decisione che verrà presa nei prossimi giorni”, racconta un trader italiano esperto del settore energetico. Le ultime dichiarazioni di rappresentanti sauditi e russi hanno fatto pensare a una possibile proroga dei tagli alla produzione, anche se per ora non ci sono conferme ufficiali.

Domanda e scorte: il quadro resta incerto

Nonostante il rialzo, la situazione generale resta incerta. La domanda globale di greggio dà segnali contrastanti: la ripresa dell’industria in Asia sostiene i consumi, ma la crescita più lenta in Europa e Stati Uniti frena le aspettative. I dati dell’Energy Information Administration americana, diffusi ieri, mostrano un aumento di circa 2 milioni di barili nelle scorte di petrolio negli Stati Uniti nell’ultima settimana. Per alcuni analisti, questo potrebbe frenare ulteriori aumenti nel breve periodo.

Mercati e consumatori: reazioni contenute

I mercati finanziari hanno reagito con prudenza. Le principali borse europee hanno aperto senza grandi scossoni, mentre il settore energetico ha mostrato solo piccoli movimenti. “Gli investitori restano cauti”, commenta un gestore milanese contattato subito dopo l’apertura. Per gli italiani, almeno per il momento, i prezzi alla pompa non dovrebbero cambiare. Secondo gli ultimi dati del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, la benzina self service si mantiene intorno a 1,85 euro al litro, mentre il gasolio resta poco sotto 1,80 euro.

Che cosa aspettarsi nelle prossime settimane

Gli operatori guardano alle settimane che verranno con una certa prudenza. Le previsioni degli analisti sono divise: alcuni prevedono nuovi rialzi se dovessero aumentare le tensioni geopolitiche o se i tagli alla produzione si facessero più severi; altri pensano che la situazione attuale, con domanda e offerta in equilibrio, possa tenere i prezzi stabili ancora per un po’. “Tutto dipenderà dalle decisioni dell’OPEC+ e dall’andamento dell’economia mondiale”, spiega un esperto del settore.

In sintesi, la giornata è partita con un segnale di stabilità per il petrolio, anche se le incognite non mancano. Tutti gli occhi sono puntati su Vienna e sulle prossime mosse dei grandi produttori. Nel frattempo, i prezzi alla pompa in Italia restano fermi, almeno per ora.