Roma, 6 novembre 2025 – Un gruppo di scienziati da tutto il mondo, con diversi ricercatori italiani all’estero, ha pubblicato su Nature una serie di studi che gettano nuova luce sullo sviluppo del cervello dei mammiferi. Hanno messo a punto una mappa dettagliata di come nascono e si sviluppano le cellule cerebrali. Il lavoro, parte della Brain Initiative Cell Atlas Network, promette di rivoluzionare la nostra comprensione di disturbi come autismo, schizofrenia e sclerosi multipla.
Atlante del cervello: una nuova svolta nella ricerca
Al centro di questi studi c’è la possibilità di seguire, passo dopo passo, la formazione del cervello, dall’attivazione dei geni fino alla comparsa delle prime molecole. “Questi lavori ci danno un modello dettagliato di come nascono e maturano nel tempo i diversi tipi di cellule cerebrali”, spiega Hongkui Zeng, dell’Allen Institute for Brain Science e della Scuola di Medicina dell’Università di Washington. Zeng, uno dei coordinatori, sottolinea quanto sia importante capire quando e dove si attivano i geni chiave per scoprire le cause profonde dei disturbi neurologici.
“Possiamo cominciare a capire come le interruzioni in questo processo portino a condizioni come autismo o schizofrenia”, aggiunge Zeng. “È una conoscenza fondamentale che apre la strada a diagnosi più precise e terapie mirate”. Un messaggio che trova consenso tra gli altri scienziati coinvolti, molti dei quali italiani che lavorano in laboratori tra Stati Uniti ed Europa.
Oltre un milione di cellule sotto la lente: il ruolo dei neuroni “freno”
Uno degli studi più importanti ha analizzato i dati di oltre 1,2 milioni di cellule cerebrali, concentrandosi su un gruppo particolare: i neuroni che fanno da “freno” all’attività cerebrale. Queste cellule sono fondamentali per regolare movimento, memoria ed emozioni, e gli scienziati le hanno seguite nel loro viaggio dentro il cervello. Hanno ricostruito l’albero genealogico più completo mai fatto di questi neuroni, scoprendo che molti viaggiano per lunghe distanze prima di stabilirsi.
Non solo. Alcuni di questi neuroni continuano a svilupparsi anche dopo la nascita, soprattutto nelle zone legate all’apprendimento e alle emozioni. Un risultato che mette in discussione molte convinzioni precedenti. “Abbiamo visto che lo sviluppo non si ferma con la nascita”, racconta uno degli autori italiani dello studio. “In alcune aree chiave, i neuroni maturano durante momenti cruciali dell’infanzia”.
La corteccia visiva e il peso delle esperienze dopo la nascita
Un altro filone della ricerca si è concentrato sulla corteccia visiva dei topi, monitorando più di 770mila cellule dal primo sviluppo fino all’età adulta. Gli scienziati hanno scoperto che la formazione della corteccia non si conclude prima della nascita, come si pensava. Anzi, nuovi neuroni si formano in momenti decisivi, ad esempio quando gli occhi si aprono per la prima volta o quando il cervello inizia a elaborare le immagini.
Questi risultati fanno capire che le esperienze vissute dopo la nascita possono influenzare molto di più lo sviluppo del cervello di quanto si immaginasse. Secondo i ricercatori, alcuni disturbi dello sviluppo potrebbero ancora essere trattati in questi periodi critici, quando il cervello sta ancora costruendo i suoi circuiti fondamentali.
Mappa genetica e nuove strade per la cura
Altri articoli pubblicati nello stesso numero di Nature hanno presentato una mappa precisa dell’espressione genica di milioni di neuroni nella corteccia cerebrale. Gli scienziati sono riusciti a identificare combinazioni specifiche di cellule, vere e proprie “firme molecolari” delle diverse aree del cervello. Un risultato che potrebbe aiutare a distinguere con più precisione quali zone sono coinvolte nelle varie malattie.
Non solo. È emerso che alcuni programmi genetici attivi durante lo sviluppo possono riaccendersi più avanti nella vita, ad esempio in caso di infiammazione, quando le cellule immunitarie attaccano i nervi. Un dettaglio che apre nuove possibilità per capire e trattare malattie come la sclerosi multipla.
Verso diagnosi precoci e cure su misura
Secondo gli autori, capire da dove nascono i disturbi neurologici potrebbe permettere di fermare sul nascere la catena di eventi che porta alla malattia. L’obiettivo è mettere a punto strumenti diagnostici più precisi e terapie sempre più personalizzate. “Solo così potremo davvero cambiare il corso di queste patologie”, confida uno dei ricercatori italiani.
Per ora, il lavoro pubblicato su Nature è un passo concreto verso una conoscenza più profonda del cervello umano e delle sue fragilità. Un atlante che, per la prima volta, permette agli scienziati di orientarsi tra milioni di cellule e geni con una precisione mai vista prima.
