Tè lunare: la sorprendente possibilità di coltivare piante sulla Luna ma non su Marte

Tè lunare: la sorprendente possibilità di coltivare piante sulla Luna ma non su Marte

Tè lunare: la sorprendente possibilità di coltivare piante sulla Luna ma non su Marte

Matteo Rigamonti

Novembre 6, 2025

Londra, 6 novembre 2025 – Coltivare tè sulla Luna potrebbe diventare realtà molto prima di quanto immaginassimo. Lo rivela uno studio dell’Università del Kent, presentato oggi a Bratislava durante il primo workshop europeo sull’agricoltura spaziale. La pianta di Camellia sinensis è riuscita a crescere nel suolo lunare simulato, mentre nel terreno marziano ha fatto appena in tempo a mettere radici. Un risultato che apre scenari concreti per l’autosufficienza alimentare degli astronauti e, chissà, per una tazza di tè con vista sul Mare della Tranquillità.

Tè sulla Luna: il test che ha stupito gli scienziati

Il team britannico guidato da Nigel Mason e Sara Lopez-Gomollon ha messo alla prova alcune piantine di tè in terreni artificiali fatti apposta per somigliare al suolo della Luna e di Marte. L’ambiente intorno – temperatura, umidità, luce – è stato controllato con precisione per ricreare condizioni extraterrestri. Nel frattempo, altre piante crescevano nel terreno naturale del Devon, in Inghilterra, come confronto.

Dopo qualche settimana, il responso è stato chiaro. Le piantine nel suolo lunare simulato hanno attecchito bene, sviluppando radici robuste e foglie verdi, proprio come quelle cresciute sulla Terra. Nel terreno marziano, invece, la crescita si è bloccata quasi subito: nessuna radicazione, nessun progresso.

“Un passo avanti per l’agricoltura nello spazio”

I risultati sono davvero incoraggianti”, ha detto Sara Lopez-Gomollon a Bratislava. “Dimostrano che il tè può crescere in terreni lunari. Ora dobbiamo capire meglio come la pianta si adatta a queste condizioni e se possiamo farla crescere ancora meglio, magari estendendo la ricerca ad altre colture”.

Il team non nasconde l’entusiasmo. “Non si tratta solo di mandare astronauti sulla Luna”, ha aggiunto Lopez-Gomollon. “Stiamo iniziando a pensare a come rendere quel posto abitabile. Questo tipo di ricerche è fondamentale per missioni spaziali che durano a lungo”.

Perché sulla Luna sì e su Marte no

La differenza tra i due terreni simulati è evidente. Il suolo lunare, pur povero di nutrienti organici, ha una struttura che lascia spazio alle radici di svilupparsi e di assorbire acqua. Quello marziano, al contrario, è ricco di sali e sostanze tossiche come i perclorati, che impediscono alle piante terrestri di crescere. “Non è solo questione di nutrienti”, spiega Mason, “ma anche di tossicità e di come è fatto il terreno”.

Il confronto con il terreno del Devon ha aiutato a isolare la variabile decisiva: la composizione del suolo, visto che luce e temperatura erano uguali per tutti.

Cosa significa per le missioni e per la Terra

Coltivare piante commestibili sulla Luna è un passo importante verso basi lunari autosufficienti. Non solo per nutrire gli astronauti, ma anche per il loro benessere mentale: una tazza di tè caldo può fare la differenza dopo settimane in un ambiente così ostile.

C’è un altro punto che interessa molto i ricercatori. “Capire come le piante resistono a stress estremi”, sottolinea Lopez-Gomollon, “potrebbe aiutarci a migliorare la resistenza delle colture anche qui sulla Terra”. Le scoperte potrebbero portare a varietà più robuste, in grado di affrontare cambiamenti climatici e terreni difficili.

Cosa ci aspetta

Il gruppo dell’Università del Kent continuerà a seguire la crescita delle piantine di tè nei terreni simulati e vuole provare con altre specie. L’obiettivo è chiaro: rendere più concreta l’idea di un’agricoltura lunare e portare queste scoperte anche all’agricoltura di casa nostra.

Per ora, bere una tazza di tè sulla Luna sembra meno un sogno e più una questione di tempo e di ricerca. Marte invece, per il momento, dovrà aspettare.