Tifone Kalmaegi: il drammatico bilancio delle vittime nelle Filippine raggiunge quota 140

Tifone Kalmaegi: il drammatico bilancio delle vittime nelle Filippine raggiunge quota 140

Tifone Kalmaegi: il drammatico bilancio delle vittime nelle Filippine raggiunge quota 140

Matteo Rigamonti

Novembre 6, 2025

Liloan, 6 novembre 2025 – È salito ad almeno 140 il numero dei morti e a 127 quello dei dispersi dopo che il tifone Kalmaegi ha travolto le Filippine centrali. La provincia di Cebu è stata la più colpita, soprattutto tra la notte di lunedì e le prime ore di martedì. Le autorità locali hanno aggiornato il bilancio questa mattina, mentre la tempesta, che ha lasciato dietro di sé un paesaggio di distruzione, si sposta ora verso il Vietnam.

Tifone Kalmaegi, città sommerse e bilancio che cresce

Il Consiglio nazionale per la gestione e la riduzione del rischio di disastri (NDRRMC) parla di piogge torrenziali che hanno causato inondazioni mai viste prima. A Liloan, Mandaue e in altri paesi lungo il fiume Cebu, l’acqua ha invaso le strade, trascinando via auto, baracche e persino container dal porto. “Non avevamo mai visto niente di simile”, racconta Maria Santos, che vive a Liloan, mentre mostra le foto delle case sommerse fino ai tetti.

Le squadre di soccorso lavorano senza sosta, spesso usando gommoni per muoversi tra le vie allagate. Il sindaco di Cebu City, Michael Rama, ha detto che “la priorità è trovare chi manca all’appello e aiutare chi ha perso tutto”. La polizia locale parla di almeno 20 mila persone costrette a lasciare le proprie case nelle ultime 48 ore.

Tragedia tra i soccorritori: cade un elicottero militare

Nel conto delle vittime ci sono anche sei membri dell’equipaggio di un elicottero militare precipitato durante una missione di soccorso. L’incidente è avvenuto ieri pomeriggio vicino a Compostela, mentre tentavano di raggiungere una zona isolata per evacuare alcune famiglie bloccate. “Abbiamo perso uomini coraggiosi che stavano rischiando la vita per salvarne altre”, ha detto il portavoce delle Forze Armate filippine, colonnello Ramon Zagala.

Le ricerche sono complicate dalla presenza di detriti e dalla corrente ancora forte in molte zone. I soccorritori non si fermano un attimo, ma la situazione è difficile: “Più passa il tempo, meno speranze ci sono di trovare qualcuno vivo”, ammette un volontario della Croce Rossa locale.

Danni enormi e rischio epidemie: l’allerta non cala

Il passaggio del tifone ha causato gravi danni alle infrastrutture: ponti crollati, linee elettriche interrotte, centinaia di case distrutte. In alcune zone manca ancora l’acqua potabile. Le autorità sanitarie hanno lanciato un appello a non bere acqua non controllata, per evitare malattie come colera e leptospirosi.

Il governatore di Cebu, Gwendolyn Garcia, ha sottolineato: “Ora la priorità è garantire cure mediche e rimettere in funzione i servizi essenziali”. I centri di accoglienza allestiti in scuole e palestre sono già pieni. Molti sfollati hanno passato la notte su materassi di fortuna, aspettando che le acque si ritirino.

Kalmaegi si sposta verso il Vietnam: allerta alta ad Hanoi

Intanto il tifone Kalmaegi si dirige verso la costa vietnamita. Le autorità di Hanoi hanno già ordinato l’evacuazione preventiva in alcune zone costiere della provincia di Quang Nam. Il Centro meteorologico nazionale prevede l’arrivo della tempesta entro giovedì mattina, con venti che potrebbero raggiungere i 120 chilometri all’ora.

Il presidente filippino Ferdinand Marcos Jr., in un messaggio sui social alle 8:30, ha espresso cordoglio per le vittime e promesso “tutto il sostegno possibile alle comunità colpite”. La gente resta in ansia: molti temono che il bilancio possa peggiorare nelle prossime ore, man mano che i soccorsi raggiungono le aree più isolate.

Emergenza umanitaria e solidarietà internazionale

La Croce Rossa Internazionale ha già fatto arrivare un primo carico di aiuti – tende, cibo e kit igienici – atterrato stamattina all’aeroporto Mactan-Cebu. Anche l’Unione Europea ha stanziato fondi d’urgenza per sostenere i soccorsi. “Serve uno sforzo comune e coordinato”, ha spiegato Mark Lowcock, responsabile locale dell’ONU per gli aiuti umanitari.

Mentre le Filippine affrontano un’altra dura emergenza climatica, cresce la preoccupazione per i dispersi. Familiari e amici si radunano davanti ai centri di raccolta informazioni nei municipi, aggrappandosi a ogni notizia, a ogni segnale, nella speranza che arrivi presto una buona notizia.