Trump avverte: A New York si avvicina un regime comunista

Trump avverte: A New York si avvicina un regime comunista

Trump avverte: A New York si avvicina un regime comunista

Matteo Rigamonti

Novembre 6, 2025

Miami, 6 novembre 2025 – Ieri sera, durante un comizio nel cuore di Miami, Donald Trump non ha risparmiato critiche al governo di New York, paragonandolo apertamente ai regimi di Cuba e Venezuela. “La gente comincerà a lasciare New York, fuggiranno dal regime comunista”, ha detto l’ex presidente a una folla di sostenitori riuniti poco dopo le 19 nella zona di Little Havana. Una frase che ha subito acceso il dibattito politico, sia sulla costa est che a Washington.

Trump: “New York è un regime comunista come Cuba e Venezuela”

Nel suo intervento, durato circa quaranta minuti, Trump ha insistito sull’idea della “fuga” da New York, definita da lui una città in piena deriva autoritaria. “Miami diventerà il rifugio anche per chi scappa da New York”, ha aggiunto, scatenando gli applausi della platea. Il riferimento è chiaro: le politiche messe in atto dall’amministrazione del sindaco Eric Adams e, più in generale, la gestione democratica dello Stato.

Il clima era acceso, con bandiere americane e cartelli “Make America Great Again” che spuntavano tra la folla. Alcuni sostenitori hanno urlato slogan contro il governo di New York, altri hanno sventolato le bandiere di Cuba e Venezuela, in segno di solidarietà con le comunità di esuli presenti in Florida.

Nord contro Sud: uno scontro politico sempre più acceso

Le parole di Trump arrivano in un momento di forte divisione politica negli Stati Uniti. Negli ultimi mesi, molti esponenti repubblicani hanno attaccato le politiche fiscali e sociali di città come New York e San Francisco, accusandole di allontanare investimenti e spingere i cittadini a trasferirsi altrove. Secondo dati del Census Bureau, nel 2024 circa 100mila persone hanno lasciato lo Stato di New York per andare in Florida o Texas.

“Non è solo una questione economica”, ha detto Zohran Mamdani, deputato democratico di New York. “È anche una questione di immagine: si dipinge la città come in declino per ragioni politiche”. Mamdani ha respinto con forza il paragone con Cuba e Venezuela: “Parlare di regime comunista è solo una provocazione, non ha nulla a che vedere con la realtà”.

Miami, terra di rifugio ma con qualche riserva

A Miami, città che ha accolto migliaia di migranti cubani e venezuelani in fuga dai loro regimi, le parole di Trump hanno trovato un pubblico ricettivo. “Qui sappiamo bene cosa significa scappare da un regime”, ha raccontato Ana Rodriguez, 54 anni, originaria dell’Avana. “Però paragonare New York a Cuba è davvero esagerato”.

Secondo alcuni esperti locali, la mossa dell’ex presidente punta a rafforzare il consenso tra le comunità ispaniche della Florida, sensibili al tema della libertà politica. “Trump parla al sentimento degli elettori”, ha commentato il politologo Carlos Gutierrez dell’Università di Miami. “Ma la realtà di New York è molto diversa da quella dei Paesi latinoamericani”.

Reazioni politiche: il fuoco incrociato tra democratici e repubblicani

Le parole di Trump hanno subito provocato risposte anche a livello istituzionale. Il sindaco di New York, Eric Adams, ha replicato in serata: “La nostra città è un simbolo di accoglienza e opportunità. Non accettiamo lezioni da chi divide invece di unire”. Sulla stessa linea la governatrice Kathy Hochul: “New York non è mai stata e non sarà mai un regime”.

Dall’altra parte, diversi esponenti repubblicani hanno rilanciato le accuse. Ron DeSantis, governatore della Florida, ha sottolineato che “la libertà è il valore che distingue la nostra comunità”. Per DeSantis, l’esodo da New York verso Miami dimostrerebbe il fallimento delle politiche progressiste.

Migrazioni interne e clima pre-elettorale

Il tema delle migrazioni interne – con cittadini che lasciano gli Stati del Nord per trasferirsi al Sud – è diventato centrale nella corsa alle presidenziali del 2026. Uno studio del Pew Research Center pubblicato lo scorso settembre spiega che le ragioni principali sono il costo della vita e la pressione fiscale. Solo una minoranza parla di motivi politici.

Eppure, nel dibattito pubblico la storia della “fuga dal comunismo” continua a colpire una parte dell’elettorato. “È una questione di identità”, spiega Gutierrez. “Per molti elettori in Florida, sentirsi ‘rifugio’ dà un forte senso di appartenenza”.

Uno scontro destinato a durare

Le parole di Trump a Miami aprono un nuovo capitolo nello scontro politico tra Nord e Sud degli Stati Uniti. Un confronto che si gioca tra numeri e percezioni. E che, almeno per ora, sembra destinato a tenere banco per tutta la campagna elettorale che ci aspetta.