New York, 7 novembre 2025 – Più di 800 voli cancellati e oltre 1.200 in ritardo: è questo il primo bilancio dello shutdown federale che da ieri sta bloccando i principali aeroporti degli Stati Uniti. Una situazione che, come ha spiegato il segretario al Tesoro Sean Duddy durante una conferenza stampa a Washington stamattina, rischia di peggiorare nei prossimi giorni. “Il traffico aereo nei grandi scali è calato del 4% – ha detto Duddy – ma se il blocco continua, la riduzione potrebbe arrivare al 10% già dalla prossima settimana”.
Caos nei cieli: compagnie aeree tagliano voli nazionali, tengono quelli internazionali
Le compagnie aeree Usa stanno provando a limitare i danni, ma la situazione è complicata. Fonti interne a Delta Airlines e American Airlines confermano che si stanno cancellando soprattutto i voli nazionali con poche prenotazioni, mentre per ora i collegamenti internazionali rimangono attivi. “Cerchiamo di mantenere i voli a lungo raggio e quelli più pieni”, ha detto un portavoce di United Airlines da Chicago.
Negli aeroporti di JFK, LAX e O’Hare, centinaia di passeggeri sono rimasti bloccati davanti ai monitor, tra valigie e telefoni scarichi. Lisa Turner, insegnante di Boston diretta ad Atlanta, ha raccontato di aver ricevuto la cancellazione appena mezz’ora prima dell’imbarco. “Non sapevo nemmeno dello shutdown – ha ammesso – pensavo fosse un guasto tecnico”.
Shutdown e traffico aereo: cosa è successo davvero
Il blocco è scattato dopo il mancato accordo sul bilancio federale tra Congresso e Casa Bianca. Da ieri a mezzanotte, molti dipendenti pubblici sono stati messi in congedo forzato, compresi gli addetti alla sicurezza e al controllo del traffico aereo. La Federal Aviation Administration (FAA) segnala code lunghissime ai controlli e ritardi medi sopra i 90 minuti nei principali aeroporti.
Duddy ha ribadito che “la sicurezza dei passeggeri è la priorità”, ma ha ammesso che la mancanza di personale può mettere a rischio la regolarità dei voli. Solo a Dallas-Fort Worth, stamattina, sono stati cancellati più di 70 voli e oltre 120 sono partiti in ritardo. “Lavoriamo con risorse ridotte – ha spiegato un responsabile della TSA – e non escludiamo nuovi disagi nei prossimi giorni”.
Settimana prossima: rischio aumento dei problemi
Se il blocco dovesse continuare, il sistema aeroportuale rischia di andare incontro a problemi ancora più seri. Il Dipartimento dei Trasporti avverte che la riduzione dei voli potrebbe arrivare al 10% già dalla prossima settimana. A rischio soprattutto i collegamenti tra città più piccole e grandi hub come New York, Los Angeles e Chicago.
Le associazioni dei consumatori chiedono alle compagnie maggiore chiarezza su cancellazioni e rimborsi. “Molti passeggeri sono stati lasciati senza assistenza né informazioni precise”, denuncia David Green, portavoce di Flyers Rights. Nel frattempo, le compagnie invitano i viaggiatori a controllare lo stato del volo prima di partire.
Costi e tensioni: l’aereo in stallo pesa sull’economia
L’impatto dello shutdown sul settore aereo si fa già sentire. Secondo Airlines for America, ogni giorno di blocco costa all’industria circa 150 milioni di dollari tra mancati incassi e spese extra. Il presidente Joe Biden ha chiesto al Congresso di trovare “una soluzione rapida per evitare danni irreparabili all’economia e alle famiglie”.
Nel frattempo, l’atmosfera negli aeroporti resta tesa. A Newark, alle 11 di stamattina, una fila di taxi aspettava passeggeri che non sarebbero mai arrivati. Tra annunci ripetuti e sguardi stanchi rivolti ai tabelloni, è chiaro che la normalità è ancora lontana.
