Parigi, 7 novembre 2025 – La crescita economica nei Paesi emergenti continua a spingere verso l’alto le emissioni globali di gas serra, emerge dal nuovo rapporto sull’Osservazione dell’azione climatica 2025 pubblicato oggi dall’Ocse. Il documento, diffuso stamattina dalla sede di Parigi, mette in luce come il progresso economico resti il primo responsabile delle emissioni nei cosiddetti “Paesi partner” dell’Ocse, ovvero quelle grandi economie emergenti fuori dall’organizzazione ma con un peso crescente sul clima mondiale.
Crescita economica e rincaro delle emissioni
Il rapporto è netto: “La crescita economica guida le emissioni nei Paesi partner dell’Ocse”. I dati tra il 2015 e il 2023 parlano chiaro. In questo periodo, le emissioni di gas serra in questi Paesi sono aumentate del 19,3%, mentre la crescita del Pil ha portato a un aumento del 29,5% delle emissioni di CO2. Secondo gli esperti dell’Ocse, questo mostra quanto sia difficile far convivere sviluppo e tutela dell’ambiente in realtà dove la domanda di energia e risorse non smette di crescere.
Cina, India e Arabia Saudita: emissioni in salita
Tra i Paesi analizzati spiccano Cina, India e Arabia Saudita. Qui le emissioni non danno segni di calo, anzi continuano a salire. “La crescita della popolazione e quella economica sono più forti dei miglioramenti nell’efficienza energetica”, si legge nel rapporto. In pratica, i progressi tecnologici e le politiche per risparmiare energia non riescono a compensare l’impatto di un numero di abitanti in aumento e di economie che si espandono rapidamente.
Brasile, Indonesia e Sudafrica: qualche timido segnale
Non tutti i Paesi partner vanno nella stessa direzione. In Brasile, Indonesia e Sudafrica, le emissioni sono leggermente calate o si sono stabilizzate. Però, anche qui la spinta della crescita economica resta forte. L’Ocse avverte: “Solo quando l’economia rallenta o si accompagnano politiche ambientali più decise si vedono inversioni di tendenza”. Ma nel complesso il bilancio resta negativo: i passi avanti di alcuni non bastano a compensare l’aumento generale nei Paesi emergenti.
Efficienza energetica: i progressi non bastano
Il rapporto sottolinea che l’efficienza energetica migliora, ma non abbastanza. “I progressi tecnologici ci sono – ha detto un portavoce dell’Ocse durante la presentazione – ma vengono superati dalla velocità con cui cresce la domanda e la produzione”. Insomma, la corsa allo sviluppo nei Paesi emergenti rischia di vanificare gli sforzi fatti per la sostenibilità. Un equilibrio difficile, soprattutto dove milioni di persone cercano di migliorare la propria vita.
La sfida della transizione verde
Il quadro che esce dall’Ocse lascia aperti molti dubbi sulla transizione ecologica globale. Se le economie avanzate mostrano segnali di stabilizzazione o calo delle emissioni, la spinta dei Paesi emergenti potrebbe far saltare gli obiettivi degli accordi internazionali sul clima. “Serve una collaborazione più stretta tra Nord e Sud del mondo”, ha ammesso uno degli autori, “altrimenti sarà dura cambiare strada”.
Prospettive e reazioni
Le reazioni non si sono fatte aspettare. Alcuni osservatori sottolineano che il rapporto conferma l’urgenza di investire in tecnologie pulite e infrastrutture verdi nei Paesi emergenti. Altri ricordano che le economie avanzate hanno avuto un ruolo chiave nella storia delle emissioni globali. In ogni caso, il messaggio che arriva da Parigi è chiaro: senza un cambio di passo condiviso, la lotta al cambiamento climatico rischia di restare lontana dagli obiettivi fissati per il 2030 e oltre.
