Roma, 7 novembre 2025 – La relazione tecnica sulla Torre dei Conti, acquisita ieri dalla procura di Roma, fa chiarezza sulle condizioni dei solai dell’edificio. Secondo il documento, sono “idonei a sopportare i carichi previsti durante la rimozione dell’amianto”, ma con un vincolo preciso: non possono lavorare più di due operai contemporaneamente su ogni piano. Il rapporto, firmato a maggio 2025 dall’ingegner Stefano De Vito per la Bcd Progetti srl, è ora al centro delle indagini per omicidio colposo, lesioni e disastro colposo. Tutto questo dopo il crollo che ha causato la morte di Octav Stroici e il ferimento di Gaetano La Manna.
Solaio sotto esame: cosa dice davvero la relazione
Il fascicolo, lungo quindici pagine, è stato redatto poco prima dell’incidente. La verifica strutturale si è basata su quattro prove di carico: sacchi di malta da 400 kg sono stati posizionati sui solai per testarne la tenuta. “La struttura ha retto completamente durante la prova”, si legge nel documento. Ma la raccomandazione è chiara: “non più di due operai per ambiente, per motivi di sicurezza”. Un dettaglio che adesso pesa molto sulle responsabilità e sulle ricostruzioni di quanto accaduto.
La Bcd Progetti srl, incaricata dal Comune di Roma con un affidamento diretto il 19 dicembre 2024, aveva il compito di seguire la progettazione esecutiva e la direzione operativa per la parte “Strutture”, con un compenso lordo di circa 176 mila euro. La relazione evidenzia che i solai “sono in buono stato di conservazione”, ma impone limiti precisi per tutelare la sicurezza di chi lavora.
Procura al lavoro: cosa cercano gli inquirenti
Le indagini sono affidate ai pm Mario Dovinola e Fabio Santoni, coordinati dagli aggiunti Antonino Di Maio e Giovanni Conzo. La procura sta cercando di capire se tutte le prescrizioni della relazione siano state rispettate e se il numero di operai presenti al momento del crollo fosse corretto. Le prime ricostruzioni si basano sulle testimonianze dei colleghi e sui rilievi tecnici effettuati sul posto.
Tra le ipotesi sul tavolo degli investigatori c’è anche quella di una possibile demolizione e ricostruzione della Torre dei Conti, per mettere fine ai rischi. Una strada drastica, ma che potrebbe essere necessaria viste le condizioni della struttura e le urgenze legate ai lavori.
Lavori e scadenze: il Pnrr stringe
I lavori alla Torre dei Conti sono partiti con urgenza per rispettare la scadenza di giugno 2026, termine ultimo per incassare i fondi del Pnrr. L’appalto vale circa 6,9 milioni di euro, di cui 4,5 dedicati alle opere strutturali, architettoniche e impiantistiche. Le ditte coinvolte sono la Picalarga srl e la EdilErica srl, quest’ultima datrice di lavoro di Octav Stroici.
“La progettazione della Torre è iniziata solo ora, a causa di un problema informatico che l’aveva esclusa da Invitalia”, aveva spiegato il 24 febbraio alla commissione capitolina per il Pnrr l’architetto Federico Gigli, responsabile unico del procedimento e dirigente della Sovrintendenza. Gigli aveva sottolineato la “stretta collaborazione tra progettisti architettonici e strutturali” e che il cronoprogramma era stato impostato per recuperare il tempo perso.
Sicurezza in cantiere: il nodo da sciogliere
Il tema della sicurezza nei cantieri torna al centro del dibattito cittadino. La relazione tecnica ora in mano alla procura è un pezzo fondamentale per capire chi ha responsabilità. Gli investigatori dovranno stabilire se le regole sono state seguite in ogni fase e se la pressione delle scadenze del Pnrr ha influito sulle procedure.
Nel frattempo, l’area intorno alla Torre resta transennata. Operai e tecnici si alternano tra rilievi e controlli, mentre i residenti osservano da lontano. “Non ci aspettavamo un incidente del genere”, confida un lavoratore della zona, ancora scosso. Solo nei prossimi giorni si capirà se è stata una tragica fatalità o una serie di errori che si potevano evitare.
